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IBM: ecco come ha salvato un bit in un singolo atomo

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Nel corso di questi ultimi giorni, è balzata all’occhio la notizia inerente la nuova frontiera del data saving per i costosi sistemi basati su filamento di DNA. Oggi ritorniamo sull’argomento virando, però, su una faccenda che coinvolge IBM. L’invenzione annunciata dalla società ha dell’incredibile, ed è stata appena portata alla nostra attenzione.

Potrebbe trattarsi di un traguardo storico, quello raggiunto da IBM sul fronte del salvataggio dati. L’aumento della densità dei dati rappresenta un concetto chiave per la tecnologia delle memorie ma, in questo caso, si è andati ben oltre le normali aspettative. In un solo atomo, è stato possibile immagazzinare con successo un bit di dati.

Utilizzando un termine pratico di paragone, la società dice che un tradizionale hard disk meccanico richiede circa 100.000 atomi. Utilizzando la nuova tecnica, si può pensare di immagazzinare l’equivalente di un intero catalogo iTunes (35.000 brani) in un drive avente dimensioni e forma di una carta di credito.

La tecnica IBM sfrutta atomi di olmio disposti su una superficie di ossido di magnesio, la quale serve a mantenere i poli degli atomi di olmio stabili anche in presenza di altri magneti. L’orientamento dei poli determina se il bit ha valore 0 o 1. Il cambio di stato (fase di scrittura) viene eseguito da un impulso elettrico lanciato da un ago microscopico. La fase di lettura, invece, si basa su un sistema di lettura della corrente magnetica su ogni atomo, che varia a seconda della disposizione spaziale del polo.

Ad ogni modo, e questo appare chiaro sin da ora, non si tratta ancora di una tecnologia applicabile su larga scala al mercato consumer, anche in considerazione del fatto che il funzionamento implica la presenza di un microscopio elettronico raffreddato ad azoto liquido in ambiente sterile.

Comunque sia, è senz’altro interessante notare come sul fronte del data saving si stiano facendo tangibili progressi che, in un prossimo futuro, renderanno obsolete le attuali soluzioni di storage data volute da hard disk, SSD e flash memory. Tu che cosa ne pensi al riguardo? Pensi che la soluzione possa trovare futura applicazione per i nostro supporti personali? A te tutte le valutazioni del caso.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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