Negli ultimi anni, i farmaci iniettabili per la perdita di peso, come il semaglutide e il tirzepatide, sono diventati sempre più popolari grazie alla loro efficacia nel favorire un calo ponderale significativo. Oggi, però, una nuova ricerca apre scenari ancora più promettenti: questi medicinali potrebbero ridurre drasticamente anche il rischio di sviluppare alcuni tipi di tumore legati all’obesità.
Lo studio, condotto da un team internazionale di ricercatori e pubblicato su una prestigiosa rivista scientifica, ha osservato migliaia di pazienti in terapia con questi farmaci. I risultati sono sorprendenti: chi assume iniezioni dimagranti ha mostrato una riduzione fino al 50% del rischio di sviluppare tumori connessi all’eccesso di peso corporeo, rispetto a chi non ha seguito alcuna terapia farmacologica per il dimagrimento.
Obesità e cancro: le iniezioni per dimagrire potrebbero ridurre il rischio del 50%
Tra i tumori considerati dallo studio figurano il cancro al fegato, al rene, al pancreas e all’endometrio — tutti strettamente legati a uno stato di obesità cronica. La perdita di peso, infatti, sembra non solo alleggerire il carico metabolico sull’organismo, ma anche ridurre l’infiammazione sistemica, un noto fattore di rischio per lo sviluppo di cellule tumorali.
I farmaci oggetto della ricerca appartengono alla categoria degli agonisti del recettore GLP-1, nati inizialmente per il trattamento del diabete di tipo 2. Solo successivamente è emerso il loro potente effetto sul controllo dell’appetito e sul metabolismo, tanto da essere approvati per il trattamento dell’obesità in diversi Paesi, tra cui l’Italia.
L’analisi statistica dello studio ha tenuto conto di numerose variabili, come l’età, il sesso, lo stile di vita e le patologie preesistenti, per isolare il più possibile l’effetto del farmaco. Sebbene si tratti di uno studio osservazionale, i dati sono considerati solidi e coerenti con quanto già osservato in studi clinici precedenti.
Un vero e proprio intervento di prevenzione sanitaria
Gli esperti sottolineano, però, che non si tratta di una “cura miracolosa”. L’utilizzo delle iniezioni dimagranti deve essere sempre inserito in un contesto di monitoraggio medico e abbinato a corretti stili di vita. Inoltre, sono ancora in corso ricerche per comprendere a fondo i meccanismi con cui il calo ponderale influisce sul rischio oncologico.
Questi risultati rafforzano l’idea che trattare l’obesità non sia solo una questione estetica, ma un vero e proprio intervento di prevenzione sanitaria. Ridurre il peso corporeo può significare diminuire drasticamente la probabilità di sviluppare malattie croniche gravi, inclusi alcuni dei tumori più aggressivi.
Nel prossimo futuro, potremmo assistere a un cambiamento radicale nelle strategie di prevenzione oncologica, con i farmaci anti-obesità che assumono un ruolo sempre più centrale. Per milioni di persone in sovrappeso, potrebbe aprirsi una nuova speranza: quella di un futuro più sano e più protetto anche dal rischio di cancro.
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