Quando pensiamo alle piramidi, quelle che ci vengono in mente, molto probabilmente, sono quelle di Giza, in Egitto. Tuttavia, la più grande del mondo, conosciuta come La Grande Piramide di Cholula, è nascosta all’interno di una collina nel Messico centrale.
Forse non tutti sanno che, quando gli spagnoli arrivarono a Cholula, il conquistador Hernán Cortés rimase colpito dalla bellezza della città. Quando i soldati massacrarono migliaia di indigeni e rasero al suolo sistematicamente i loro edifici cerimoniali, uno di essi sfuggì alla loro attenzione.
Costruita con mattoni di adobe a base di fango, la Grande Piramide di Cholula era ricoperta di vegetazione e sembrava poco più di un cumulo di terra gigante. Con circa 400 metri di larghezza e 65 metri di altezza, è considerata la piramide più grande del mondo in volume. C’è anche chi sostiene che sia il monumento più grande di qualsiasi tipo e che potrebbe essere la struttura più antica utilizzata ininterrottamente nelle Americhe. E, nonostante i numerosi lavori di scavo, il centro religioso di Cholula rimane uno dei grandi enigmi dell’antica Mesoamerica.
I primi scavi negli anno ’30
Quando negli anni ’30 gli archeologi scavarono il primo tunnel nelle viscere della piramide, trovarono non un’unica struttura, ma una serie di piramidi, ciascuna con una facciata di altari, piattaforme e scale che un tempo formavano l’esterno.
Ci sono quattro strati distinti che raffigurano diversi stili e architetture. Chiunque fossero questi antichi architetti, sono registrati nella leggenda solo come una razza di giganti, chiamati Quinametzin, che erano alti più di 3,6 metri.
Il significato originale della piramide non è chiaro, ma si sostiene che i suoi creatori intendessero che fosse un axis mundi, un nesso cosmico degli inferi, della Terra e dei cieli. Uno di questi, sostiene che una volta serviva da cimitero e santuario per il dio della pioggia Chiconauquiahuitl. Per altri, invece, si ritiene che Olmeca-Xicalanca, che sconfisse i giganti Quinametzin, avesse ricoperto l’ultimo strato della piramide con adobe per creare una montagna artificiale dedicata alle divinità Xochiquetzal e Xochipilli.
Molti anni dopo, gli spagnoli costruirono una chiesa cattolica in cima alla collina, senza rendersi conto che la piramide era al suo interno. Cinquecento anni dopo, La Iglesia de Nuestra Señora de Los Remedios esiste ancora, coronando un’eredità di due millenni e mezzo.