L’aeroporto di Gatwick metterà alla prova i robot autonomi per parcheggiare le auto

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Nonostante gli evidenti progressi nel settore dell’Intelligenza Artificiale, una grande maggioranza di persone non si fida di tecnologie come le automobili autonome. Tuttavia, l’autonomia di alcuni dispositivi può talvolta generare buone reazioni, come la possibilità che un robot esegua un servizio di parcheggio adeguato, soprattutto se si tiene conto della limitata capacità di molte persone di parcheggiare.

Bene, presto un robot avrà la responsabilità di parcheggiare l’auto di visitatori e viaggiatori che utilizzano l’aeroporto di Gatwick, uno dei più grandi del Regno Unito. Attraverso un avviso ufficiale, l’aeroporto ha rivelato che i test di questo robot autonomo inizieranno a partire da agosto di quest’anno e si protrarranno per tre mesi.

Il robot, chiamato “Stan”, farà scivolare delicatamente le sue braccia robotiche sotto le gomme dell’auto e lo condurrà al punto di parcheggio prescelto. Per fare questo, i conducenti devono lasciare le loro auto in un apposito box, devono registrarsi su un computer e procedere al processo di parcheggio attraverso il robot autonomo.

 

Il progetto

Lo sviluppatore firma di questo robot autonomo è Stanley Robotics, che ha rivelato che il parcheggiatore autonomo può parcheggiare fino a un terzo in più di automobili rispetto ai servizi tradizionali o ai conducenti stessi. Questo accade perché il robot dispone le macchine con una distanza minima tra loro, proprio come i blocchi di un gioco di Tetris. Al momento non è noto cosa succederebbe se un utente tornasse prima del suo viaggio e trovasse la sua macchina parcheggiata nel mezzo di un migliaio di veicoli, ma speriamo che Stan abbia una soluzione al problema.

Il robot è al 100% elettrico, il che riduce l‘inquinamento al di fuori dell’aeroporto. Inoltre, il parcheggio è chiuso per gli umani, cioè solo i robot hanno accesso. In questo modo, la sicurezza delle auto è garantita.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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