Nel Medioevo, le unità di misura che conosciamo oggi come il metro o il centimetro non esistevano. In Portogallo, durante il regno di D. Dinis, oltre 700 anni fa, si usavano la verga e il cubito come misure standard di lunghezza. Queste unità erano integrate nel “sistema cravel”, il sistema di misurazione più diffuso in quel periodo.
La verga, nota anche come asta, era una misura di circa 1,1 metri, equivalente a cinque palmi. Il cubito, invece, più piccolo, misurava tre campate, circa 66 cm, e derivava dalla lunghezza dell’avambraccio umano, dal gomito fino alla punta del dito medio. In altre culture, come quella ebraica o egiziana, il cubito poteva variare leggermente, con una lunghezza compresa tra i 44 e i 48 cm.
Queste antiche misure venivano utilizzate principalmente per misurare tessuti e terreni. Il sistema di misurazione includeva anche sottomultipli, come il mezzo cubito e la mezza verga, per esigenze di maggiore precisione. Parallelamente, esistevano anche altre misure più grandi, come il braccio, che poteva misurare il doppio della verga, ovvero circa 1,84 metri.
Nel contesto storico di Vila Real, le misure come la verga e il cubito non erano solo numeri: facevano parte di un insieme di strumenti fondamentali per la vita quotidiana e le attività economiche. Queste unità di misura sono un esempio di come le civiltà antiche trovassero soluzioni pratiche per affrontare problemi comuni come la misurazione di lunghezze.
L’importanza della verga e del cubito nel passato mostra quanto sia cambiata la nostra percezione e l’uso delle unità di misura, ma anche come la necessità di precisione fosse già fondamentale in tempi antichi. Queste misure non erano esclusive del Portogallo, ma riflettevano un sistema comune a molte culture antiche.