Un team di scienziati dell’UNSW Sydney ha esaminato le prove delle più antiche forme di vita del mondo in fossili note come stromatoliti, rocce calcaree stratificate che spesso si trovano in acque poco profonde in tutto il mondo. Volevano comprendere il meccanismo che ha portato le colonie di organismi unicellulari noti come stuoie microbiche a creare queste intriganti strutture rocciose. E, secondo le loro analisi, credono che i virus possano essere il pezzo mancante del puzzle che potrebbe aiutare a spiegare come si sia creata la struttura caratteristica delle stromatoliti.
La possibile origine delle stromatoliti
Il Prof. Burns ed i suoi colleghi volevano capire il meccanismo dietro le stuoie microbiche che si litigano in stromatoliti, non solo perché si sa così poco del processo, ma per ciò che questo potrebbe aggiungere alla nostra conoscenza sulla vita sulla Terra e forse su altri pianeti.
“Se comprendiamo i meccanismi di formazione della stromatolite, avremo una migliore gestione dell’impatto che questi ecosistemi hanno avuto sull’evoluzione della vita complessa. Questa conoscenza può aiutarci a interpretare meglio le firme biologiche, che potreste chiamare fossili chimici o molecolari, che forniscono indizi sulle attività della prima infanzia, miliardi di anni fa. Ha anche il potenziale per aiutarci a cercare la vita su altri pianeti: uno dei compiti della missione Mars 2020 è cercare prove di biofirme nei campioni di roccia marziana”, ha detto Burns, che è anche l’autore principale dello studio.
In questo scenario, gli scienziati parlano di un processo noto come lisi virale, in cui i virus invadono le cellule viventi e innescano la disintegrazione delle loro membrane e il rilascio dei contenuti, determinando efficacemente la morte cellulare. “Riteniamo che la lisi virale possa rilasciare materiale che promuove il metabolismo degli organismi che si traduce in precipitazione di minerali e l’eventuale formazione di una stromatolite”.