Perché il governo americano sta spingendo la NASA a tornare sulla Luna

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Negli ultimi anni, il numero di paesi e aziende private puntano ad esplorare la Luna e lo spazio, è aumentato. Per questo Mike Pence, Vicepresidente degli Stati Uniti, ha invitato la NASA a lavorare più intensamente per riuscire a tornare sulla Luna entro cinque anni.

L’obiettivo del vicepresidente è arrivare a conquistare il polo sud lunare, poichè secondo lui rappresenta un grande valore scientifico, economico e strategico. Così ha dichiarato in una riunione del Consiglio nazionale: “L’America ancora una volta stupirà il mondo con le altezze che raggiungiamo e le meraviglie che raggiungiamo, e guiderà il mondo nell’esplorazione dello spazio umano ancora una volta“.

 

La concorrenza mondiale

L’America, insieme alla Russia, è sempre stata il leader dell’esplorazione spaziale. Ma più recentemente altri paesi hanno fatto progressi. Oltre alle due principali agenzie spaziali, negli anni ’90 il Giappone ha provato a guidare una missione verso il nostro satellite. Seguito nel 2000, da Europa, Cina e India.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, nella politica della sua amministrazione, punta a riportare gli astronauti sulla superficie lunare al più presto. A dicembre 2017 ha dichiarato: “La direttiva che firmo oggi mira a concentrare il programma spaziale americano sulla ricerca e la scoperta umana. segna un primo passo nel riportare gli astronauti americani sulla Luna per la prima volta dal 1972, per esplorazione e uso a lungo termine“.

La NASA infatti punta non solo a camminare nuovamente sul suolo lunare, ma anche a stabilire delle basi per un’eventuale missione su Marte. Negli ultimi anni, infatti, l’ex presidente Barack Obama ha designato Marte come la prossima grande destinazione per gli astronauti, mentre il suo successore alla Casa Bianca, Donald Trump, ha favorito la Luna.

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