Secondo recenti indagini, i tunnel lavici sotto la superficie lunare e quella marziana potrebbero essere delle dimensioni idonee affinché vi si possa stabilire una base umana. Quindi, mentre continuiamo a sondare la sua superficie in cerca di un luogo adatto, questo potrebbe trovarsi in un gigantesco tunnel sotto la superficie di Marte.
Giganteschi tunnel sotto la superficie marziana e lunare
Questi enormi tunnel, larghi fino a 30 m e lunghi anche più di 40 km, sono dalle 100 alle 1000 volte più grandi di quelli della Terra e potrebbero essere in grado di schermare e proteggere gli esseri umani “dalle radiazioni cosmiche e solari e gli impatti di micrometeoriti che sono spesso accadono sulla superficie dei corpi planetari”, come ha spiegato Francesco Sauro, autore principale dello studio.
Inoltre Sauro ritiene che in questo tipo di ambienti potrebbe esserci una minore escursione termica tra giorno e notte. Questi tunnel, sia sulla Luna che su Marte, potrebbero dunque diventare oggetto di grande interesse da parte delle agenzie spaziali, perennemente alla ricerca di un luogo in cui un giorno poter atterrare per esplorare i nostri, più o meno misteriosi, vicini.
I ricercatori guidati da Sauro, sono giunti a queste conclusioni comparando i tunnel di lava di Marte e della Luna con quelli sulla Terra, Hanno quindi studiato ed esaminato quelli delle Hawaii, delle Isole Canarie e Galapagos, dell’Australia e dell’Islanda. Dopo aver misurato e studiato i tunnel terrestri li hanno paragonati a quelli extraterrestri, analizzati con modelli digitali del terreno (DTM).
Esplorare Marte e la Luna usando i tunnel come basi spaziali
Secondo i dati ottenuti, le cavità ed i tunnel marziani e lunari, sarebbero più grandi grazie alla minore gravità, che ha influito sull’attività vulcanica primordiale. Riccardo Pozzobon, coautore dello studio, aggiunge dunque che, grazie alle loro dimensioni, i tunnel lavici dei nostri vicini spaziali, potrebbero essere “un obiettivo straordinario per l’esplorazione del sottosuolo e il potenziale insediamento negli ampi ambienti protetti e stabili dei tubi di lava”.
Chissà se questa scoperta non possa dunque essere un tassello importante per le future missioni spaziali come Artemis, il programma della NASA per il ritorno sulla Luna nel 2024. La NASA progetta inoltre di arrivare su Marte nel 2030, forse con la complicità di un tunnel lavico e di Elon Musk.
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