Che le particelle di microplastiche siano estremamente invasive ormai lo si è capito. Se ne sono trovate tracce nei posti più impensabili, dalle profondità oceaniche ai ghiacciai delle montagne, ma non solo. Per la prima volta, uno studio ha trovato traccia di questi residui minuscoli di plastica nella placenta umana.
Per certi versi non ci sarebbe da stupirsi di questa scoperta. Abbiamo visto come gli animali, soprattutto i pesci, finiscono per ingerire grandi quantità di microplastica. Noi, mangiando questi animali, ovviamente siamo a rischio. Trovare tali tracce nella placenta però è tutt’altro discorso.
I ricercatori dello studio tutto italiano hanno trovato la microplastica in quattro placente su sei dei campioni donate da altrettante donne. In tutto sono stati identificati 12 particelle diverse. Solo tre di queste è stato possibile analizzarle e si tratta di polipropilene colorato ovvero plastica usata normalmente per imballaggi o borse. Gli altri dovrebbero comunque arrivare da rivestimenti, vernici o coloranti artificiali.
La microplastica nel corpo umano
Le parole dei ricercatori: “Questo studio getta nuova luce sul livello di esposizione umana e sulle microparticelle in generale. A causa del ruolo cruciale della placenta nel supportare lo sviluppo del feto e nell’agire come interfaccia tra quest’ultimo e l’ambiente esterno, la presenza di particelle esogene e potenzialmente dannose è motivo di grande preoccupazione.”
Nello specifico, le particelle sono state trovate in punti distinti. Quattro si trovavano nel lato più vicino alla madre, cinque nel lato del feto e tre addirittura nelle membrane che avvolgono direttamente il suddetto, le corioamniotiche. Non è chiaro come ci siano arrivati, anche se ci sono ipotesi, ma questa scoperta apre la strada a nuovi studi.
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