“Mindar” un robot umanoide, sta predicando la saggezza in Giappone. Mentre l’interesse per la religione diminuisce in tutto il mondo , i leader religiosi cercano nuove strade per il proselitismo. Era da circa un decennio che in Giappone i sacerdoti buddisti percepivano che le loro antiche tradizioni rischiavano di scomparire. Per ribaltare questa situazione, un tempio di Kyoto ha optato per per un nuovo programma per la divulgazione, avvalendosi di una nuova tecnologia.
E così che è nato “Mindar”, un prete robotico androgino per lo più in alluminio che fa discorsi elementari, concepiti per stimolare l’interesse per gli insegnamenti buddisti. Alto più di 1,80 metri con i suoi 70 chili, Mindar predica all’interno del tempio di Kodaiji, un tempio antico di 400 anni. Mindar non è programmato per interagire con i fedeli, non essendo dotato di algoritmi di apprendimento automatico. I progettisti sperano che un giorno l’intelligenza artificiale avanzi al punto da poter fornire al robot una certa autonomia.
“Se un’immagine di Buddha parla, gli insegnamenti del buddismo saranno probabilmente più facili da capire”, ha detto Tensho Goto, il curatore del tempio di Kyoto, in una conferenza stampa, al Japan Times. “Vogliamo che le persone vedano il robot e pensino all’essenza del buddismo”. Il robot è stato creato da un team guidato da Hiroshi Ishiguro, professore di robotica e intelligenza artificiale dell’Università di Osaka. La macchina è in grado di muoversi ed è ricoperta da un silicone simile alla pelle.
Un estetica inquietante
L’aspetto di Mindar, con fili e luci lampeggianti che si vedono uscire dalla sua testa semiaperta, ha un estetica potenzialmente inquietante. L’occhio sinistro del robot include una minuscola videocamera,e le sue parole sono piene di ammonimenti e avvertimenti caratteristici dagli insegnamenti buddisti.
“Ti aggrappi a un senso di ego egoistico”, dice la macchina con una voce che sembra appartenere a una donna o un bambino. “I desideri terreni non sono altro che pensiero perso nel mare”. Ogawa ha detto, ci sono già piani per l’evoluzione del robot, sollevando importanti domande per ricercatori e monaci che ha definito “sensibili”.