Una nuova ricerca ha dimostrato l’efficacia di una nuova tecnica per individuare accumuli di una particolare proteina nel cervello dei pazienti affetti da Parkinson. La proteina, chiamata alfa-sinucleina, è stata individuata in molti pazienti con la malattia. Concentrarsi sull’analisi di questi accumuli potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella diagnosi precoce della malattia.
La scoperta potrebbe rivoluzionare la diagnosi precoce e il trattamento della malattia, anche se il test deve ancora essere perfezionato e testato su campioni di sangue, che sono più facili da prelevare. Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più comune dopo l’Alzheimer. Non ci sono trattamenti diretti, ma si può lavorare suoi sintomi per rallentarne il decorso. Prima viene diagnostica, più possibilità ci sono.
Un nuovo modo di diagnosticare il Parkinson
La ricerca ha coinvolto più di 1.100 partecipanti, tra cui pazienti precedentemente diagnosticati con la malattia, persone con i diversi fattori di rischio e persone sane. I campioni di liquido cerebrospinale sono stati prelevati da ciascun partecipante e analizzati con una tecnica specifica chiamata αSyn-SAA. C’è stata una positività dell’88% per i pazienti precedentemente diagnosticati con Parkinson.
Tuttavia, la nuova tecnica potrebbe rappresentare un importante passo avanti nella diagnosi precoce della malattia e potrebbe permettere ai medici di iniziare il trattamento prima che i sintomi si manifestino. Il prossimo passo sarà creare un test valido per tutti. Secondo i ricercatori, questa scoperta “lascia le basi per una diagnosi biologica della malattia di Parkinson rappresentando un cambiamento di gioco nella diagnosi, nella ricerca e nei trial di trattamento della malattia di Parkinson”.