Gli ospedali, e in generali i sistemi sanitari dei paesi, sono impegnati a lavorare in continua sotto pressione a causa della pandemia da coronavirus, ma devono anche fare i conti con un’altra emergenza. Come segnalato dall’FBI negli Stati Uniti, numerosi attacchi ransomware stanno mettendo a dura prova queste strutture. Il risultato di tutto questo è creare nuovi rischi e rendendo il lavoro degli operatori più complicato.
La dichiarazione rilasciata dal Dipartimento della sicurezza interna e della salute e dei servizi umani USA: “Disponiamo di informazioni credibili su una minaccia crescente e imminente della criminalità informatica per gli ospedali e gli operatori sanitari statunitensi. Prendere precauzioni tempestive e ragionevoli per proteggere le loro reti da queste minacce”.
Secondo la società di sicurezza informatica Forescount, solamente nelle ultime settimane sono stati 400 gli ospedali presi di mira da questi attacchi tra gli Stati Uniti e anche il Regno Unito. Gli attacchi vengono fatti contro queste strutture perché, apparentemente, sono le più disposte a pagare tutto subito per evitare problemi dovuti all’interruzione dei loro servizi.
Ospedali e attacchi hacker
Spesso sono le strutture più povere a venire attaccare in quanto sono quelle che, verosimilmente, hanno le difese informatiche meno efficaci e in cui vengono usate periferiche alquanto vulnerabili. Questo genere di ospedali sono sempre stati presi di mira anche in periodi considerati tranquilli. Nell’ultimo mese però sono aumentati, di oltre il 70% secondo le società di sicurezza come quella sopracitata.
Le parole del portavoce di un’altra società, la Emsisoft: “Il problema del ransomware sta peggiorando costantemente e una soluzione deve essere trovata disperatamente. Crediamo che la soluzione sia un divieto al pagamento delle richieste. Il ransomware esiste solo perché è redditizio. Se il flusso di denaro si interrompe, gli attacchi si fermeranno e gli ospedali non saranno più a rischio.”