Piccoli Punti Rossi nell’Universo: Piccoli Quasar Emergenti?

Date:

Share post:

Il telescopio spaziale James Webb ha recentemente fatto una scoperta sorprendente nel suo primo anno di attività: un gran numero di piccoli e deboli punti rossi nell’Universo lontano potrebbero rivelarsi essere piccoli quasar, offrendo una nuova prospettiva sulla formazione dei buchi neri supermassicci.

 

Una Ricerca Rivoluzionaria sull’Universo Lontano

L’indagine, guidata dal professore di astrofisica Jorryt Matthee dell’ISTA – Institute of Science and Technology Austria, ha identificato una popolazione di oggetti che appaiono come piccoli punti rossi nelle immagini catturate dal James Webb Space Telescope (JWST). Questi oggetti, una volta indistinguibili dalle normali galassie, si sono rivelati essere buchi neri supermassicci, ma non troppo massicci.

Piccole Versioni di Giganteschi Mostri Cosmici

Mentre i buchi neri supermassicci sono una presenza comune al centro delle galassie, alcuni di essi crescono a una velocità sorprendentemente rapida, diventando così luminosi da essere osservati fino ai confini dell’Universo. Questi giganti cosmici, noti come quasar, sollevano domande fondamentali sulla loro formazione e crescita. La scoperta di piccoli punti rossi, apparentemente precursori dei quasar, potrebbe fornire importanti indizi su questo processo evolutivo.

Prossimi Passi: Svelare i Misteri dell’Universo

L’identificazione di questi piccoli punti rossi potrebbe segnare un punto di svolta nella nostra comprensione dei buchi neri supermassicci e dei fenomeni associati. Il professore Matthee e il suo team sono determinati a studiare in dettaglio queste miniere di informazioni cosmiche per svelare i misteri dell’Universo e offrire una nuova visione della sua complessa struttura e evoluzione.

Il Futuro della Cosmologia: Alla Ricerca delle Risposte

Con tecnologie sempre più avanzate e strumenti come il James Webb Space Telescope, la ricerca cosmologica continua a fare progressi significativi. L’entusiasmo e l’ottimismo dei ricercatori come il professor Matthee indicano una prospettiva brillante per il futuro della nostra comprensione dell’Universo e dei suoi fenomeni più enigmatici.

Immagine di vecstock su Freepik

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

Related articles

Dopamina: Non è l’ormone della felicità globale, ma un messaggero locale del cervello

Per anni la dopamina è stata raccontata come la "molecola della felicità", una sorta di interruttore generale che...

Nurabot, il robot infermiere arriva in Italia nel 2026

In un momento storico segnato dalla cronica carenza di personale sanitario, arriva una risposta tecnologica che promette di...

I fili della memoria: come i khipu inca raccontano siccità e diluvi del passato

Incastonati nella storia andina, i khipu (o quipu) sono sistemi di corde annodate usati dagli Inca per registrare...

Parkinson: In arrivo un’iniezione settimanale che potrebbe cambiare la terapia

Il morbo di Parkinson è una malattia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone nel mondo, causando tremori, rigidità...