Nel cuore della nostra galassia, a circa 455 anni luce dalla Terra, si trova un sistema stellare che sta riscrivendo ciò che sappiamo sull’evoluzione delle stelle binarie. Un team di astronomi cinesi, grazie all’osservatorio FAST, ha scoperto una pulsar eccezionalmente rara: PSR J1928+1815. Non si tratta solo di una stella di neutroni che ruota emettendo segnali radio, ma di una stella che per un breve periodo orbita all’interno della sua compagna, avvolta in un involucro gassoso condiviso.
Cos’è una pulsar e perché questa è speciale
Le pulsar sono il nucleo ultra-denso di una stella massiccia che ha terminato la propria esistenza in una supernova. Ruotano rapidamente, emettendo fasci di radiazioni dai poli magnetici come fari cosmici. Di pulsar se ne conoscono migliaia, ma PSR J1928+1815 è diversa: fa parte di un sistema binario in una fase estremamente rara e fugace della sua evoluzione, in cui le due stelle condividono un guscio comune di gas.
Durante questa fase, la pulsar è letteralmente immersa nell’atmosfera esterna della sua compagna più leggera. Un evento che dura appena un migliaio d’anni — un battito di ciglia in termini astronomici — ma che offre agli scienziati informazioni preziose su come le stelle evolvono, interagiscono e, a volte, si fondono.
Un laboratorio naturale per la fisica estrema
L’involucro gassoso in cui le due stelle orbitano genera un ambiente estremamente denso e dinamico, dove la gravità e il magnetismo giocano ruoli fondamentali. La pulsar, con la sua potente attrazione gravitazionale, risucchia materia dalla compagna e accelera la propria rotazione. Questo fenomeno può innescare processi energetici intensi, come l’emissione di onde gravitazionali.
La scoperta è un’opportunità unica per studiare l’interazione tra stelle in ambienti altrimenti impossibili da replicare sulla Terra. Contribuisce anche alla comprensione dei fenomeni cosmici più estremi, come la nascita di buchi neri o le fusioni stellari osservate dai rilevatori di onde gravitazionali.
FAST e il futuro dell’astronomia
Il merito di questa scoperta va al radiotelescopio FAST, il più grande al mondo, che ha permesso di rilevare i deboli impulsi radio della pulsar. Dal 2020, FAST è diventato uno degli strumenti più preziosi per esplorare il cielo radio e svelare i segreti dell’Universo profondo.
Gli astronomi sperano ora di individuare altri sistemi simili per tracciare una mappa più dettagliata dell’evoluzione stellare. E chissà, forse un giorno potremo osservare l’istante esatto in cui due stelle si fondono per diventare una.
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