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Recensione Athom Homey: hub per la domotica completo e senza bridge

Athom è il nome di una startup del nord Europa focalizzata sullo sviluppo e la produzione di dispositivi smart home, recentemente ha lanciato Athom Homey, un hub per la domotica compatibile con Android e iOS in grado di interfacciarsi con centinaia di dispositivi, senza necessitare di alcun bridge.

L’estetica dell’Athom Homey è sicuramente uno dei suoi punti di forza, si tratta infatti di una sfera con diametro di 12cm in colorazione bianco semilucido, con posizionato all’equatore un anello LED RGB da controllare a piacimento. Al suo interno troviamo un piccolo altoparlante, il cui audio è amplificabile tramite la presa jack da 3,5mm, con alla base tre palline che fungono da piedini per mantenere il dispositivo stabilmente sul piano di lavoro. Non sono presenti pulsanti o quant’altro, per resettarlo sarà necessario ribaltarlo fisicamente per un periodo di almeno 10 secondi (si attiverà il countdown che li scandirà).

 

Athom Homey: caratteristiche tecniche

L’Athom Homey viene commercializzato direttamente su Amazon in due versioni, nel nostro test abbiamo avuto l’opportunità di provare la base, parliamo quindi di un processore single core da 1GHz, 512MB di RAM, con connettività Wlan solo a 2.4GHz e bluetooth 4.2.

Per funzionare il dispositivo deve essere connesso ad una rete internet funzionante, nonché ad una presa a muro (tramite presa microUSB); è assente la batteria interna, non potrà essere sfruttato in mobilità o quant’altro. Come detto è presente un altoparlante interno, viene utilizzato per comunicare direttamente con l’utente, ma data l’assenza di un microfono integrato, non si potranno impartire ordini con la propria voce. La presa jack da 3,5mm posta posteriormente servirà solamente per amplificare l’audio emesso dall’Homey, non per trasformarlo in uno speaker portatile.

 

Athom Homey: funzionamento

Il dispositivo è a tutti gli effetti un hub per la domotica, a prima vista, per aiutarvi a capire nell’immediato di cosa stiamo parlando, lo possiamo avvicinare ai vari Google Home e Amazon Alexa, ma con moltissime più possibilità e personalizzazioni. Ciò che rende Athom Homey speciale è prima di tutto la sua capacità di unificare dispositivi smart di ogni tipo, come zigbee, z-wave, bluetooth, radiofrequenza e infrarossi, controllandoli direttamente tramite l’applicazione ufficiale.

Il risparmio per l’utente finale è notevole, in quanto non sarà più necessario acquistare i bridge necessari per il collegamento alla rete internet (basti pensare al bridge delle Philips Hue), permettendo alle stesse lampadine o ad altri dispositivi di collegarsi direttamente all’Athom Homey. Una volta connesso lo si potrà controllare dall’app, oppure potrete comunicarne la natura a Google Home, Amazon Alexa o Apple HomeKit, in modo poi da poterlo controllare a sua volta dall’assistente virtuale, sempre senza aver acquistato alcun prodotto aggiuntivo. Ad esempio, nel press kit ci sono state consegnate anche prese smart non compatibili con Google Home controllabili direttamente da app o da telecomando; dopo averle interfacciate con Homey e trasmesse a Google, abbiamo potuto tranquillamente inserirle nelle routine dell’assistente dell’azienda di Mountain View.

Naturalmente per funzionare sarà sempre necessario mantenerlo connesso ad una rete internet (ricordate collegamento solo WiFi 2.4GHz, no ethernet/lan); essendo compatibile con tantissimi dispositivi, per quanto riguarda i Z-Wave e Zigbee la connessione avverrà tramite la rete, per i bluetooth dovranno essere il più vicino possibile, mentre per i controllati ad infrarossi dovranno essere “a vista”.

 

Homey: applicazione ufficiale

Il centro nevralgico del dispositivo è l’applicazione ufficiale gratuita per Android e iOS, recentemente tradotta completamente in Italiano (con piccole pecche qua e là nella traduzione); l’interfaccia è perfetta, pulita, elegante e facilmente comprensibile. Presenta una struttura modulare con possibilità di installare applicazioni open-source direttamente sull’hub, ciò amplia notevolmente le compatibilità e le possibilità di personalizzazione (alcune app sono sviluppate direttamente da Athom, altre dai produttori e fungono da bridge virtuale per accedere ai dati nel cloud). L’altro aspetto da tenere bene in considerazione riguarda il salvataggio dei dati, a differenza di Google Home o Amazon Alexa (che sfruttano il virtuale e la rete), in questo caso tutte le informazioni sono memorizzate in locale fisicamente sull’Athom Homey, non sui server a cui tutti potrebbero teoricamente accedere.

Al netto delle funzionalità come la gestione e personalizzazione del colore dell’anello, la scoperta dei consumi effettivi dei dispositivi connessi o simili, l’elemento fondamentale dell’applicazione è la creazione dei flow. Queste sono routine molto potenti ed altamente personalizzabili, grazie alla possibilità di creare variabili in grado di effettuare calcoli complessi, nonché per la presenza della funzionalità AND. A differenza di altri assistenti virtuali, la routine avrà inizio con un evento scatenante e terminerà con una conseguenza alla causa; grazie però al cosiddetto AND, questa potrà essere interrotta se si verificherà una determinata eventualità o evento. La creazione dei flow l’abbiamo trovata leggermente complessa e confusionaria, sopratutto per chi si avvicina al sistema per la prima volta, anche se le possibilità di calcolo e personalizzazioni totali sono indubbiamente moltissime.

 

Homey: aspetti positivi e negativi

Dopo mesi di test possiamo dire una cosa, Athom Homey è user-friendly, l’aggiunta dei dispositivi, il loro controllo, la gestione dei flow, il collegamento con gli assistenti virtuali e così via è relativamente semplice, anche se bisogna abituarsi ai meccanismi. Il sistema è perfetto per coloro che vogliono controllare tutto dall’applicazione e per gli smanettoni veri e propri; dato il costo particolarmente elevato, si parte da 299 euro su Amazon, non spendeteli se non avete un minimo di conoscenze o voglia di applicarvi. Tra gli aspetti positivi troviamo:

  • Estetica molto carino, lo potrete tranquillamente lasciare su un mobile e spacciarlo per un elemento d’arredo senza problemi.
  • Compatibilità immensa, sono davvero tantissimi i prodotti in grado di interfacciarsi con Athom Homey (compresi i smart home di IKEA).
  • Applicazione ben fatta anche se leggermente complicata da utilizzare e con qualche piccolo errore nella traduzione. I flow sono una forza della natura, permettono tantissime azioni, anche particolarmente complesse. Per la privacy, sapere che tutti i dati sono salvati in locale è sicuramente un punto a suo favore.
  • Risparmio effettivo per gli utenti che hanno tanti dispositivi da collegare e non vogliono acquistare costosi ed ingombranti bridge dedicati.
  • Possibilità di cedere i dispositivi collegati ad Homey anche agli assistenti virtuali, senza che siano compatibili con quest’ultimi.

Tra i negativi, invece:

  • Connessione solo WiFi con frequenza a 2.4GHz.
  • Assente un microfono interno.
  • Altoparlante interno, per la nostra esperienza ed utilizzo di tutti i giorni, abbastanza inutile.

Per tutte le altre considerazioni e per conoscere da vicino Athom Homey con l’applicazione dedicata, avviate la nostra videorecensione completa.

 

Denis Dosi

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