Il robot in sala operatoria. Il chirurgo seduto davanti a una consolle ergonomica, a un paio di metri dal tavolo chirurgico. Grazie a questo strumento di comando, ha la possibilità di gestire i movimenti di quattro bracci robotizzati, le cui pinze si inseriscono attraverso piccole incisioni di circa 8 millimetri.
Un chirurgo, un anestesista e un capo chirurgo lavorano nelle loro solite posizioni e guardano da un monitor i dettagli dell’intervento. Il lavoro del robot chirurgico, prodotto da Intuitive Surgical, è così preciso che traduce gli impulsi dei comandi in movimenti del piccolo strumento. “Quando si inizia a operare con il robot, questo viene azionato a distanza; infatti, la consolle può persino trovarsi in un’altra stanza. Assistiamo attraverso un sistema di realtà virtuale, in diretta; il robot mostra tutto attraverso una telecamera che viene inserita nel paziente“, spiega il dottor José Mauricio Rodríguez Luna, cardiochirurgo e specialista in costante aggiornamento nelle procedure chirurgiche minimamente invasive.
Nella console si trova anche il controllo della telecamera, della sorgente luminosa e delle braccia robotizzate che hanno le pinzette e manipolano il tessuto. Oltre ad essere un intervento minimamente invasivo, c’è un minore rischio di infezione, minor margine di perdita di sangue, un recupero più rapido e un ritorno alla vita normale più veloce.
Secondo lo specialista, il robot ha un sistema che permette di controllare movimenti improvvisi o che sono fuori dalla routine chirurgica. “Questo sistema garantisce la protezione del paziente; vale a dire, se viene fatto un improvviso movimento che il robot riconosce che non consueto, viene bloccato. Occorre aspettare dai tre ai cinque secondi per sbloccarsi e riavviarsi“.
Il gigante a quattro braccia approvato dalla US Food and Drug Administration nel 2001 è utilizzato in chirurgia addominale, cardiaca, toracica, pediatrica, ginecologica e della prostata.