La foto di copertina ritrae una situazione che, solo in apparenza, non riconduce a niente di particolare ma invece, nell’occasione, si è passati attraverso un’esperienza educativa che ha permesso, tramite l’utilizzo di un visore Samsung Gear VR, di simulare i processi biologici che avvengono all’interno del corpo umano, direttamente in prima persona.
L’individuo in foto è, niente meno, che il Commissario europeo per l’Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità del lavoro Marianne Thyssen, la quale è stata immortalata durante la Conferenza per il Patto europeo per la Gioventù lo scorso 24 Novembre 2016, voluta congiuntamente da CSR Europe e dalla Commissione europea.
Mentre molte aziende di primo piano sono state rappresentate alla conferenza, Samsung Electronics ha avuto il privilegio di essere l’unica azienda a dare l’opportunità di condurre una prova di come una soluzione come la tecnologia per la realtà virtuale possa realmente essere utilizzata per ampliare gli orizzonti dell’educazione, letteralmente.
Samsung, negli ultimi tre anni, ha investito nel Patto europeo per la gioventù – che riunisce i rappresentanti del mondo imprenditoriale, l’istruzione e l’Unione europea – per combattere la disoccupazione giovanile in Europa. Durante questo periodo, i programmi di cittadinanza di Samsung hanno raggiunto quasi 400.000 giovani di tutto il continente, dotando gli insegnanti e gli studenti di un sistema di apprendimento legato alle nuove competenze digitali. Samsung è stato anche un attore chiave nel favorire ulteriori partnership commerciali e di formazione in tutta Europa, attraverso la sua appartenenza a CSR Europe.
Anche se il Patto europeo per la gioventù ha dotato migliaia di giovani di nuove competenze digitali e la fiducia necessaria per cogliere le future opportunità di occupazione, disoccupazione ed un certo gap di competenze digitali continueranno ad esistere nella società europea. Per affrontare questi problemi, Samsung continuerà a rafforzare la propria attività di collaborazione nel ramo dell’istruzione pubblica e privata, cooperando in modo attivo ed anti-concorrenziale a tutti i livelli dell’istruzione e, nel frattempo, continuando a coltivare la forza lavoro basata sulla cultura digitale del futuro.
Per fare tutto ciò, di fatto, Samsung si servirà delle proprie tecnologie digitali per Gear VR ed affini. L’esempio fornito dalla lezione di biologia ne è stato un limpido esempio pratico. La prova è stato svolta tenendo conto di un’intesa stipulatasi tra la sudcoreana e la tedesca Cornelsen, uno dei principali fornitori di mezzi di istruzione di alta qualità nel Paese.
La lezione si è svolta in modo semplice ed efficace, portando gli studenti ad un nuovo livello di coinvolgimento diretto che, all’atto pratico, è andato ben oltre il semplice “stare sui libri”. Un metodo efficace, fatto di animazioni vivaci e processi biologici chiaramente visibili in prima persona.
Studiare biologia attraverso Gear VR è stata un’esperienza nuova e coinvolgente. Non ho mai provato nulla di simile prima d’ora. Apprendere ed utilizzare questa tecnologie è stato facile, immediato e soprattutto divertente. Tutto può essere visto attraverso i propri occhi.
Così hanno commentato gli studenti partecipanti alla manifestazione. Le risposte che per l’occasione si sono susseguite sono state a senso unico votate verso l’entusiasmo e la possibilità di svicolare dai classici e poco coinvolgenti metodi d’apprendimento. Tutti si sono detti disposti, pertanto, a sostituire i libri con le nuove tecnologie Samsung per al realtà virtuale.
In relazione alle richieste, ed al maturato entusiasmo verso la tecnologia, Samsung potrebbe puntare ad incrementare la creazione di Aule SMART (attualmente 1.300) per portare i beneficiari ad un numero sempre crescente, contribuendo ad incrementare l’attuale portfolio di 400.000 studenti del programma creato nel 2013 dalla società.
Con Samsung Electronics, l’istruzione ha un nuovo alleato. Speriamo, da parte nostra, che l’Europa possa diffusamente beneficiare di questi programmi che contribuiranno a creare i talenti di domani. E voi che cosa ne pensate di questi metodi di apprendimento alternativi? A voi la parola.
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