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Samsung TV, nuovo brevetto per la creazione di una soluzione olografica

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Samsung si rende perfettamente in grado di stupire il proprio parco utenza attraverso una serie di proprietà intellettuali che, a seguito di un’attenta fase di ingegnerizzazione e sviluppo, si portano agli occhi di un consumer merchandising votato alla novità ed all’adozione delle nuove tecnologie.

Sfortunatamente per la società, comunque, non tutto è oro ciò che luccica. Di certo, infatti, si ricorderanno gli sfortunati televisori Samsung 3D, le cui metodiche di utilizzo hanno portato ad un prematuro abbandono della nuova tecnologia, causa un sistema non proprio rispondente ai criteri di usabilità ed ergonomia richiesti.

Un nuovo rapporto, comunque, suggerisce un’alternativa che elimina l’inconveniente dovuto all’indossare un paio di occhiali 3D decisamente scomodi ed ingombranti per la fruizione tridimensionale delle immagini in movimento su soluzioni di proiezione televisiva domestica. Stiamo parlando del nuovo Samsung Olographic TV, apparso in tempi recenti all’interno di una domanda di brevetto presentata presso l’ormai nota US Patent & Trademark Office, quale sistema innovativo a soluzione Quantum Dot Display 3D.

Si mette particolare evidenza sul fatto di trovarci di fronte ad una tecnologia davvero innovativa, e non soltanto per il fatto di eliminare a priori la necessità di utilizzare gli occhialini 3D ma, inoltre, anche per la qualità delle immagini proposte realizzate per mezzo di sistemi integrati a deviazione lenticolare di parallasse che, da un lato, aumentano i punti di vista dell’osservatore e, dall’altro, consentono la spazialità dei contenuti creando una sorta di terza dimensione on-air priva di supporto oculare separato.

Il metodo sviluppato da Samsung TV consentirebbe, quindi, una visione olografica dello spazio immagine coerente con la profondità percepita dal nostro cervello per diversi spazi focali consecutivi e che colmino l’errore di parallasse, rendendo perfetta la visione dei contenuti.

Secondo tale tecnica, infatti, la luce viene irradiata su un modello di ologramma ad interferenza che pone una differenza di luce riflessa tra l’originale e la luce stessa. La luce viene difratta e l’immagine dell’oggetto originale può così essere riprodotta. Il modello commerciale proposto dall’azienda prevede, quindi, che un ologramma generato da un calcolatore (CGH) si accompagni ad un segnale elettrico di controllo e che questo sia poi intervistato da un modulatore spaziale di luce che, ovviamente, differisce rispetto al modello originario di ologramma che prevedeva l’irradiazione luminosa diretta sull’oggetto.

La luce del modulatore spaziale, poi, forma un reticolo ologrammatico e diffrange quindi la luce sulla base del segnale di ingrasso CGH, generando infine l’immagine 3D. Un processo, come avete potuto intuire, decisamente molto complesso e schematizzato nell’immagine che segue:display olografico samsung

Panoramica base sul sistema Samsung TV Olografico

La figura soprastante semplifica la comprensione del processo di creazione e ricezione dell’immagine all’interlocutore. La visualizzazione dell’ologramma #100 può prevedere l’ausilio di una fonte di luce (#110). L’immagine viene fornita al modulatore spaziale di luce #120 che, unitamente alle precedenti componenti, genera un motivo ologramma per la modulazione della luce, mentre l’unità di controllo #140 opera il controllo sul lavoro svolto dal precedente modulatore.

Tra l’altro, come si può osservare dalla precedente raffigurazione in immagine, si può prevedere anche un sistema di Eye Tracking (inseguitore visivo) che consenta di generare (mediante una lente di Fourier) uno spazio con messa a fuoco variabile su uno spazio ben definito in condizioni dinamiche, secondo il punto di vista dell’osservatore. Tuttavia, la presenza di una fonte luminosa (come la #110) elimina la necessità del componente ausiliario.

Tal sorgente può essere una sorgente luminosa laser o un’altra tipologia di LED-Light che si renda in grado di mantenere una certa coerenza spaziale per la modulazione della stessa. Inoltre, nel rispetto delle condizioni precedenti, è anche possibile prevedere l’utilizzo di un array di LED o sistemi di generazione laser della luce.

Samsung, inoltre, ha rilevato che la luce del modulatore spaziale può formare un modello ologramma per diffrazione modulando la luce secondo un segnale contenente dati provenienti dal’unità di controllo. La luce può utilizzare qualsiasi modulatore di fase per la modulazione di fase, di ampiezza per la modulazione di ampiezza ed anche un modulatore fase-ampiezza multiplo integrato.

L’unità Eye Tracking Samsung può ottenere un’indicazione della posizione dell’osservatore attraverso una telecamera ed operare la ricostruzione dell’immagine a diverse distanze misurando il gap posizionale che esiste tra l’utente ed il modulatore spaziale di luce, monitorando lo spazio e fornendo un risultato in real-time alla centrale di controllo che si farà carico di impartire le direttive per la ricostruzione delle immagini a fuoco.

L’unità di controllo può essere realizzata tramite software o sistema a microconduttore con funzioni software. Samsung Electronics ha presentato questo complesso progetto di TV Olografica presso l’Ufficio brevetti degli Stati Uniti lo scorso Gennaio 2016 e, considerando che si tratta di una semplice domanda, non è ancora chiaro se e quando potremo vedere in azione il nuovo sistema.

Un sistema che elimina l’inconveniente dovuto al’utilizzo di soluzioni hardware esterne come gli occhiali 3D e che si affianca anche ad ulteriori progetti come quelli visti dal video qui di seguito:

Che cosa ve ne pare? Diteci la vostra in proposito.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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