Un team internazionale di ricercatori ha identificato una nuova alterazione a livello della mielina cerebrale che potrebbe essere alla base di alcuni meccanismi della schizofrenia. In particolare, è emerso il ruolo cruciale di una proteina mielinica chiamata proteolipide proteina 1 (PLP1), che risulta alterata in soggetti affetti da questa patologia psichiatrica.
La mielina è una guaina lipidica che avvolge le fibre nervose nel cervello e nel sistema nervoso centrale, consentendo una trasmissione rapida ed efficiente degli impulsi nervosi. Quando questa guaina è danneggiata o alterata, la comunicazione tra le cellule nervose diventa disfunzionale, con conseguenze significative per il comportamento e le capacità cognitive.
Una proteina chiave nella mielina potrebbe spiegare la schizofrenia
La PLP1 è una delle proteine principali della mielina. Recenti studi hanno mostrato che nei pazienti affetti da schizofrenia i livelli di questa proteina sono ridotti o alterati, soprattutto in alcune aree del cervello coinvolte nei processi cognitivi ed emotivi. Questo dato suggerisce un legame diretto tra la disfunzione mielinica e i sintomi della malattia.
Questa scoperta offre un importante collegamento tra i fattori genetici e i sintomi clinici della schizofrenia. I ricercatori ipotizzano che mutazioni nel gene che codifica per PLP1 possano interferire con lo sviluppo del cervello già nelle fasi precoci della vita, predisponendo alcuni individui a sviluppare la malattia in età adolescenziale o adulta.
L’identificazione di alterazioni nella PLP1 potrebbe rappresentare un nuovo biomarcatore per la diagnosi precoce della schizofrenia. In futuro, esami di neuroimaging avanzati o test genetici potrebbero rilevare queste anomalie molto prima che i sintomi si manifestino, aprendo la strada a interventi preventivi.
Affrontando così una delle cause profonde del disturbo
Attualmente, le terapie per la schizofrenia si concentrano principalmente sulla gestione dei sintomi. Tuttavia, comprendere meglio il ruolo della mielina e della PLP1 potrebbe portare allo sviluppo di farmaci che agiscano direttamente sulla protezione o riparazione della mielina, affrontando così una delle cause profonde del disturbo.
Per decenni, la schizofrenia è stata considerata esclusivamente una malattia della chimica cerebrale. Questo studio contribuisce a ridefinire l’approccio alla patologia, suggerendo che i disturbi mentali possano avere anche una forte componente strutturale e biologica, legata al funzionamento delle cellule gliali e alla mielinizzazione.
I ricercatori stanno ora ampliando gli studi per comprendere se altre proteine mieliniche siano coinvolte e come le alterazioni di PLP1 interagiscano con altri fattori di rischio, come stress ambientali o traumi infantili. L’obiettivo finale è costruire un modello integrato che unisca genetica, neurobiologia e psicopatologia per comprendere e curare meglio la schizofrenia.
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