Scienza: gli scienziati hanno mappato la tristezza nel cervello umano

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Il cervello continua a rimanere un mistero per certi versi. Non è tanto il suo funzionamento fisiologico, meccanico, elettrico o chimico, ma sono gli aspetti come le emozioni a turbare gli studiosi di questo particolare organo. Di recente un team di scienziati sembrerebbe essere stato in grado di intravedere la tristezza nella materia cerebrale di 21 persone.

In tutti i soggetti che hanno preso parte allo studio c’è stato un evento comune. Nei momenti caratterizzati da tristezza c’era stata una maggiore comunicazione tra le diverse aree cerebrali coinvolte proprio nelle emozioni, ma anche della memoria. Una scoperta importante per la comprensione di diversi disturbi legati all’umore.

 

Il volto della tristezza

Per cercare di risolvere uno dei tanti misteri del nostro cervello il team di scienziati ha dovuto studiare l’organo dal vivo e non tramite le immagini di una scansione. Tutti le 21 persone erano sottoposte ad un intervento al cervello a causa di gravi epilessie. Sfruttando questa occasione gli sono stati inseriti dei piccolissimi fili tra le pieghe cerebrali ed è stata studiata la risposta elettrica per un’intera settimana.

I dati raccolti in questo lasso di tempo hanno sostanzialmente confermato gli esperimenti fatti sugli animali. Questo è di per sé sorprendente come lo è il fatto che più della metà dei pazienti condividevano la stessa rete nel momento in cui sopraggiungevano alcune emozioni.

Per quanto riguarda il collegamento tra la tristezza e la memoria la spiegazione sembra abbastanza ovvia, almeno secondo un professor associato di psichiatria dell’Università della California e membro del tema che ha portato avanti lo studio, Vikaas Sohal. Ecco alcune sue parole: “Forse ti senti giù e quindi inizi a ricordare i momenti della tua vita in cui sono successe cose brutte, o stai iniziando a ricordare quelle esperienze e questo è ciò che ti sta facendo sentire giù”.

Questo studio entrato in un quadro più ampio che cerca di scoprire il funzionamento del cervello; l’iniziativa si chiama BRAIN ed è stata voluta da Obama. Ecco le parole di un altro membro del team: “Gli obiettivi dell’Iniziativa BRAIN sono sviluppare strumenti che possiamo usare per ottenere un accesso e una comprensione senza precedenti del cervello. Questo studio fa entrambe le cose.”

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