Il progresso scientifico è figlio di metodo e applicazione, ma a volte anche il caso può giocare un ruolo determinante. Oggi vi parliamo di una scoperta accidentale che potrebbe rivelarsi determinante per l’eliminazione di rifiuti plastici. Protagonista della vicenda è la Galleria Mellonella, conosciuta anche come tarma maggiore della cera (o camela del miele). Si tratta di un insetto non molto amato dagli apicoltori poiché ghiotto di cera e veicolo di malattie all’interno degli alveari. Questo insetto presto potrebbe avere un ruolo fondamentale nello smaltimento dei rifiuti.
Le larve di questo animaletto vengono usate come esche dai pescatori; Frederica Bertocchini però ne ha però scoperto un’altra funzione, ben più singolare ma assolutamente più utile. Biologa italiana presso l’istituto di biomedicina e biotecnologia della Cantabria in Spagna, la Dottoressa Bertocchini è anche un’allevatrice di api, l’anno scorso si è trovata alle prese con le larve di Galleria. Dopo aver pulito l’alveare, ha messo le larve in una busta di plastica ma dopo poche ore la busta presentava diversi buchi. Da qui l’intuizione e la segnalazione al biochimico Paolo Bombelli. Scopriamo insieme come queste larve potrebbero aiutarci.
La larva mangia-plastica può cambiare lo smaltimento dei rifiuti
Come ha dichiarato lo stesso Bombelli, principale autore delo studio pubblicato su Current Biology, la scoperta è avvenuta per puro caso. Merito, come abbiamo detto, della passione per l’apicoltura della sua collega e amica Frederica Bertocchini, poi co-autrice del documento.
“Inizialmente le ho detto di utilizzare buste non biodregadabili e ne abbiamo riso insieme – ha detto Bombelli alla CBC – un anno dopo mi ha contattato nuovamente dicendomi che si era verificato lo stesso problema, stavolta con buste non biodegradabili”. Ricercatori dell’Istituto di Biomedicina e Biotecnologia della Cantabria insieme a studiosi di Cambridge hanno provato con cento larve, mettendole in contatto con buste di plastica del supermercato.
I primi buchi sono apparsi nel giro di 40 minuti, dopo 12 ore la massa della busta è stato ridotto di 92 milligrami. Questi insetti consumano la plastica ma il procedimento non è ancora del tutto chiaro, potrebbe essere legato a qualche enzima da identificare.
E’ cosa nota che questo genere di insetti sia in grado di rompere legami molecolari estremamente stabili, come quelli della plastica in polietilene. “Mi ha sorpreso l’analogia tra la struttura chimica della cera e quella della plastica – afferma Bombelli – l’insetto è in grado di farsi strada nel polietilene come fa nella cera”.
Lo smaltimento dei rifiuti è un grande problema, uno studio del 2015 ha stimano che circa 275 milioni di tonnellate di plastica sono state prodotte nel 2010, otto di questi sono nei nostri oceani. “Ti guardi intorno e puoi vedere tanti oggetti di plastica, dipendiamo dalla plastica. Dobbiamo combattere l’accumulo di rifiuti plastici – conclude Bombelli – nel frattempo dobbiamo imparare a minimizzare gli sprechi”.
Fonte: cbc.ca