Lo scorso mese, il modulo spaziale giapponese Hayabusa 2 è atterrato sulla superficie di un asteroide. L’agenzia spaziale giapponese, la JAXA (Japan Aerospace Exploration Agency), afferma che il compito di Hayabusa 2 sarà di straordinaria importanza. Il mese prossimo infatti, Hayabusa 2 sgancerà una bomba sull’asteroide e inizierà a raccogliere campioni da alcuni dei frammenti esplosi, generando un enorme cratere nell’asteroide.
Il modulo è da poco atterrato sull’asteroide
Il giorno precedente alla missione, Hayabusa 2 ha iniziato la sua discesa verso l’asteroide dalla sua posizione di partenza, a circa 20 chilometri dalla superficie. Ha poi lasciato cadere una parte dell’equipaggiamento necessario alle operazioni di trivellazione, costituito principalmente da esplosivi. L’asteroide, chiamato Ryugu, ha un diametro di circa 900 metri e attualmente dista circa 300 milioni di chilometri dalla Terra.
Quando Hayabusa 2 ha toccato terra, ha prima sparato un piccolo proiettile sulla superficie, rimuovendo polvere e piccole rocce che costituiranno oggetto di ulteriori studi in un secondo momento. Ma ora l’astronave aumenterà la sua potenza di fuoco, lanciando una bomba piccola, ma molto potente, sulla superficie dell’asteroide, che si prevede creerà un cratere largo quasi 10 metri portando alla luce minerali nascosti più in profondità.
Parola d’ordine: sicurezza
Solo in seguito, il robot potrà visitare il cratere stesso. Tuttavia, la JAXA rende noto che la sicurezza della sonda costituirà la priorità se l’atterraggio nel cratere dovesse risultare troppo rischioso. Se la missione dovesse procedere con successo, il modulo Hayabusa 2 sarà il primo veicolo spaziale ad estrarre i materiali dal sottosuolo di un asteroide!
Anche se la NASA è riuscita a frammentare una cometa nel 2005, alla detonazione non è seguita una effettiva raccolta dei blocchi di materiale spaziale destinate ad essere studiate. Dal momento che Hayabusa 2 sarà costretta a fermarsi dopo l’esplosione, la sonda dovrà rapidamente allontanarsi dalla zona prima di tornare a raccogliere i frammenti. “Sarà una missione estremamente impegnativa”, fa sapere l’ingegnere JAXA Takanao Saeki.