Mentre tutti erano probabilmente alle prese con i regali di Natale, è successo qualcosa di davvero inusuale. Lo scorso 18 dicembre infatti, alle 11:48 ora locale, un meteoroide è esploso sul Mare di Bering con una forza pari a 10 volte la bomba atomica di Hiroshima. Si tratta della seconda esplosione più potente di questo secolo, dopo l’esplosione di Chelyabinsk nel 2013 che ha rilasciato energia equivalente a quella di 30 bombe atomiche.
Lo straordinario evento è però passato relativamente inosservato, perchè il meteoroide ha impattato l’atmosfera in una zona in cui al momento c’erano grossi banchi di nuvole nonchè scarsamente popolata al largo della costa orientale della penisola della Kamchatka, in Russia. In altre circostanze, la notizia avrebbe fatto il giro del mondo in pochissime ore.
L’evento rischiava di passare inosservato
I satelliti militari progettati per monitorare le esplosioni nucleari hanno captato la violenta esplosione, così come altri 16 rilevatori di infrasuoni in tutto il mondo. Fortunatamente, il satellite giapponese Himawari 8, è riuscito a scattare immagini impressionanti della scia di polvere lasciata dal meteoroide mentre sfrecciava nella nostra atmosfera.
Peter Brown, studioso di meteoriti e astronomo dell’Università dell’Ontario, ha diffuso per la prima volta la notizia l’8 marzo. Sulla base delle immagini e dei dati degli infrasuoni, il meteorite in questione misurava circa 10 metri di diametro e ha scatenato una forza pari a 176 chilotoni e sarebbe stato uno spettacolo incredibile, in condizioni meteo favorevoli.
Data la grandezza dell’esplosione, è molto probabile che diversi frammenti del meteorite siano caduti nel Mare di Bering. Il meteorite di Cuba, ad esempio, caduto il 1° febbraio ha prodotto un’esplosione molto meno potente ma è caduto con una velocità talmente elevata da far piovere sulla regione molti frammenti. Esplosioni significative come quella registrata nella Kamchatka avvengono tre, al massimo quattro volte in un secolo!
C’è un rischio concreto di collisione?
Gli astronomi hanno stabilito che molti degli asteroidi vicini alla Terra sono più grandi di un chilometro e avrebbero gravi conseguenze in caso di impatto. Ma quelli più piccoli, come Chelyabinsk o Tunguska? Fortunatamente, l’atmosfera funge da eccellente difesa contro oggetti fino a diverse decine di metri di diametro.
Infatti, gran parte della massa di un meteoroide viene persa a causa dell’attrito con l’atmosfera, formando nuvole di materia celeste visibili di notte come nuvole blu pallido che brillano appena sopra l’orizzonte. Eventi così spettacolari ma al tempo stesso preoccupanti e potenzialmente dannosi ci danno prova di quanto siamo piccoli in confronto alle meraviglie che ci riserva il nostro universo.