Scoperta una strategia basata sull’esosoma per bloccare l’HIV nei topi

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In un recente studio gli scienziati hanno utilizzato gli esosomi, ossia delle nanoparticelle, per fornire nuove proteine nelle cellule dei topi affetti da HIV. La proteina si è attaccata a quella infetta e ne blocca la replicazione. Da ciò arriva la conseguente diminuzione dei livelli di HIV nel midollo osseo, milza e cervello.

Questo studio apra la strada allo sviluppo di nuovi sistemi in grado di bloccare e sopprimere la malattia. Questi risultati dimostrano quanto sia importante l’ingegneria degli esosomi per fornire terapie basate sull’epigenetica in grado di silenziare l’HIV nei tessuti cerebrali, dove solitamente si nasconde.

 

HIV, una strategia basata sugli esosomi potrebbe bloccarla

L’HIV attacca il sistema immunitario infettando un tipo di globuli bianchi nel corpo che è vitale per combattere l’infezione. Senza trattamento, l’HIV può distruggere questi globuli bianchi, riducendo la capacità del corpo di attivare una risposta immunitaria, con conseguente AIDS. Sebbene i ricercatori abbiano cercato la possibile cura per questa malattia, questa ricerca è assai ardua per molte ragioni.

Uno dei motivi è che l’HIV può entrare in uno stato dormiente, nascondendosi nel corpo ed eludendo i trattamenti, solo per riattivarsi in un secondo momento. Inoltre si nasconde nel cervello è particolarmente difficile da raggiungere, poiché la barriera emato-encefalica spesso impedisce ai trattamenti di entrare in quei tessuti. I ricercatori hanno seguito una strada che viene denominata “blocca e blocca”, in particolare per bloccare l’HIV nel cervello. Questo metodo tenta di bloccare la capacità del virus di replicarsi e bloccarlo nel suo stato dormiente.

Per fare ciò i ricercatori del recente studio hanno utilizzato gli esosomi per fornire una nuova proteina anti-HIV. Quest’ultima è stata progettata per legarsi a una regione del virus, per bloccare la replicazione. Contiene un marcatore epigenetico che modifica il modo in cui viene espressa l’informazione genetica dell’HIV, sopprimendola e rendendo il virus incapace di dividersi e moltiplicarsi.

Gli esosomi sono in grado di entrare nel cervello, rendendo questo trattamento in grado di colpire questo organo difficile da raggiungere. Questi risultati dimostrano che gli esosomi possono essere utilizzati per fornire proteine ​​nelle cellule infette da HIV nel corpo, incluso il cervello difficile da raggiungere, per silenziare la replicazione dell’HIV. Per il futuro i ricercatori sperano di continuare questo lavoro, utilizzando gli esosomi per fornire macchinari di escissione genica in grado di eliminare il virus dal genoma delle persone infette.

Foto di Darwin Laganzon da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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