Nuova tecnologia a microonde consente di “vedere” attraverso i muri

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I ricercatori del National Institute of Standards and Technology (NIST), negli Stati Uniti, hanno sviluppato un nuovo sistema radar in grado di produrre immagini in tempo reale di oggetti che si trovano dietro muri o che viaggiano a velocità supersoniche.

Grazie alle lunghezze d’onda delle microonde, più lunghe, la nuova tecnologia è in grado di attraversare oggetti solidi, come pareti o pavimenti, e produrre dati accurati dietro di essi. “Ovviamente, non riesco a vedere attraverso i muri perché i tipi di lunghezze d’onda a cui l’occhio umano è sensibile […] non penetrano molto bene in questi oggetti“, ha affermato Fabio da Silva, uno dei ricercatori dietro il nuovo sistema. “Tuttavia, se andiamo a lunghezze d’onda maggiori, come nello spettro delle microonde […] dovremmo essere in grado di ‘vedere’ attraverso le pareti”.

 

Ma in fondo come funziona?

La tecnologia radar tradizionale prevede l’invio di onde radio in un’area tramite un trasmettitore. Queste onde rimbalzano su qualsiasi cosa sia presente nella posizione e vengono quindi rilevate da un ricevitore. In genere, questo metodo prevede l’uso di più ricevitori e meno trasmettitori. Utilizzando i dati raccolti da questi “echi” radar, è possibile determinare la posizione, le dimensioni e il movimento degli oggetti nell’area.

Il nuovo sistema sviluppato dal NIST funziona in modo simile, ma utilizza più trasmettitori e un solo ricevitore molto potente e sensibile. “Usiamo l’idea che la luce rimbalzi su altri oggetti, e questi quindi illuminino altri oggetti da più rimbalzi“, ha affermato Fabio da Silva.

Essere in grado di vedere attraverso oggetti solidi e produrre immagini accurate di ciò che si trova dietro di essi può aiutare, ad esempio, nelle operazioni di soccorso e salvataggio.

Inoltre, il sistema è capace di rilevare e localizzare oggetti che si muovono a velocità supersoniche, inclusi aerei, missili o persino detriti spaziali che potrebbero rivelarsi pericolosi.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati, il 25 giugno, sulla rivista Nature Communications.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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