Al giorno d’oggi non c’è limite al progresso tecnologico nel campo medico-scientifico, un settore che cammina ormai di pari passo a quello delle moderne tecnologie, cui ci si affida per affinare e meglio realizzare i controlli sul proprio stato di salute, nel rispetto della privacy e, dunque, della riservatezza di scrupolosi test che possono fornire resoconti immediati e affidabili, come nel caso della chiavetta USB HIV.
Un gruppo di scienziati appartenenti alle file della prestigiosa Imperial College di Londra, si è ingegnato al fine di creare un supporto utile al monitoraggio dello stato di salute nei pazienti immuno-deficienti. Un prodotto che, nella sua estrema ma efficace semplicità, si compone di una chiave USB su cui versare una goccia di sangue utile al rilevamento dello stato dell’HIV.
Il device genera un report che può essere letto da un dispositivo portatile tramite, ad esempio, un collegamento On-the-Go (OTG) o su un computer provvisto di apposita interfaccia di collegamento. Le unità usa e getta, pertanto, potrebbero rendersi utili in ogni occasione, sia per i medici che per i pazienti, consentendo la gestione e la visualizzazione a distanza (o in locale) dei risultati, instaurando così un istantaneo rapporto medico-paziente online.
Il dispositivo, quindi, consente di tenere sotto controllo il trattamento del virus tramite l’ausilio di apposite tecnologie di controllo che forniscono resoconti in merito all’efficacia del trattamento tramite monitoraggio dei parametri caratteristici, che consentono di stabilire il quantitativo di medicinali da sottoscrivere o se il virus ha preso un nuovo corso. Il tutto gestito in locale o a distanza. Una tecnologia che potrebbe anche essere adoperata per la verifica dell’epatite e di altri virus noti all’uomo.
DNA Electronics, inoltre, si è già attivata a favore della configurazione di un nuovo metodo di prova per il testing della sepsi e del fattore di resistenza agli antibiotici. Lo Stick USB non è soltanto molto accurato, ma offre risultati sui livelli in meno di 30 minuti, anziché nei consueti tre giorni previsti dagli ambulatori medici specialistici con visita in sede.
Il chip utilizzato è stato preso in eredità dalla tecnologia mobile di telefonia e svolge il suo compito in modo ottimale, gestendo il tutto attraverso piccolissimi campioni di sangue. Il chip, a contatto con il sangue, modifica chimicamente la propria struttura portando acidità alle componenti che trasformano il contatto in segnale elettrico da tradurre in dato, da registrare e visualizzare poi su PC o altro device elettronico compatibile.
Durante le prime fasi di test sul nuovo prodotto USB HIV Stick, si è potuta registrare una precisione prossima al 95% su un campione di 1.000 test. Una soluzione davvero comoda da affiancare, si spera, ad una futura cura definitiva alla malattia del secolo. Ad ogni modo, in tal senso, è stato compiuto un enorme passo in avanti.