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Whatsapp è davvero l’app mobile più attenta alla nostra privacy?

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Le applicazioni di messaggistica hanno letteralmente stravolto il nostro modo di comunicare, accorciando le distanze e permettendo di esprimerci attraverso modi e strumenti sin ora impensabili e che, nel particolare, si sono concretizzate in applicazioni portatili come nel caso di Whatsapp Messenger.

Questa incredibile libertà di espressione fornita dalle piattaforme create ad hoc per un utilizzo mobile su smartphone e tablet, come del resto tutto ciò che riguarda il ramo delle telecomunicazioni, ha un prezzo, ovvero sia la nostra privacy. Pertanto, sin dalla comparsa delle prime applicazioni smartphone, si è in molti a chiedersi se prodotti della portata di Whatsapp siano realmente attenti alla nostra privacy, essendo da poco passati alla crittografia end-to-end.

A rispondere a questa domanda è Amnesty International, la quale si è fatta carica di condurre una ricerca al fine di stilare una classifica per le app che danno maggior peso all’aspetto privacy. Ciò che è emerso è davvero interessante.

La classifica ha tenuto conto di parametri non noti che, a nostra modesta opinione, hanno tenuto conto della discriminante introdotta dalla nuova crittografia punto-punto, così come testimoniato dall’immagine che segue perfettamente in linea con le opzioni di sicurezza relative alla singola applicazione. whatsapp privacy Amnesty

Le applicazioni Facebook come Whatsapp risultano in testa con il miglior punteggio assegnato. In particolare, quest’ultima, si rende più completa ed aperta alle segnalazioni in merito alla crittografia applicata, dietro apposita segnalazione diretta all’utente finale che, in tal caso, può prendere visione dell’applicazione delle condizioni di segretezza. Punteggio: 73/100.

A pari merito, invece, troviamo l’applicazione messaggi di Apple (iMessage) e Telegram Messenger con 67 score totali. In tal caso, però, iMessage non provvede a notificare l’applicazioni delle condizioni di crittografia (assente per l’invio di messaggi verso piattaforme non iOS esterne), mentre Telegram non risulta essere di default attiva nei confronti della crittografia avanzata dei messaggi che non viene, inoltre, nemmeno notificata.

Nel computo della ricerca, inoltre, vi sono anche le applicazioni Google come la vecchia Hangouts e le nuove proposte Duo ed Allo. Tra queste, Duo è l’unica ad adoperare la end-to-end crypt system di default mentre per Allo viene offerta come componente opzionale. Hangouts, invece, non la supporta affatto. Punteggio: 53/100.

Whatsapp

Line e Viber contano, invece, entrambe su un punteggio di 47 ciascuna ed hanno di default attiva la nuova crittografia, seppur non rispondono ai criteri di trasparenza come per Whatsapp Messenger.

Male, invece, Skype che, insieme a KakaoTalk, totalizza appena 40 punti essendo di fatto il tassello debole della sicurezza nei sistemi di messaggistica istantanea e, proprio per questo, l’alleato ideale per malintenzionati ed agenzie governative alla perenne ricerca di informazioni sensibili. KakaoTalk, al momento, si è sensibilizzato al problema privacy, pur non riportando in dotazione le dotazioni minime previste per la crittografia E2E.

Snapchat, applicazione molto utilizzata dal pubblico, non è molto attenta al fattore privacy e totalizza uno score di appena 26 punti. Non utilizza crittografia avanzata End to End e non comunica ai suoi utenti la necessità di proteggere i propri account, dando una falsa impressione di sicurezza attraverso il sistema dei messaggi temporanei che, invece, sono ben lontani dai canoni di sicurezza e privacy da prevedersi (si spera) in un prossimo futuro.

Blackberry Messenger, addirittura, propina la crittografia E2E a pagamento e senza perciò rendere pubblica la nuova funzione di sicurezza. Risultato? Solo 20 punti su 100.
Ultima ruota del carro Tencent, nota piattaforma di Instant Messaging molto in voga in Cina, che non soddisfa, in nessun caso, i criteri minimi di protezione dati presi in considerazione da Amnesty International.

Leggi anche: Guide e notizie su WhatsApp

Siamo realmente al sicuro quando utilizziamo Whatsapp e le altre soluzioni di messaggistica? Molto probabilmente non lo siamo affatto, considerando che i servizi esterni possono interagire con le piattaforme esterne per il backup dei dati. Alla luce di questo, la classifica fornita da Amnesty International non può essere in alcun modo considerata indiscutibile. Alla luce di tali ultime affermazioni esprimi il tuo giudizio.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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