Il mondo della tecnologia mobile è oramai diventato estremamente spietato. La concorrenza che si è venuta a creare ha fatto si che molti marchi storici della telefonia entrassero in crisi o addirittura si tirassero fuori dal mercato (vedi ad esempio Ericson). Uno dei prossimi marchi storici che potrebbe sfaldarsi per via della perenne crisi che sta attraversando da alcuni anni a questa parte è BlackBerry. Il colosso alato del Canada è stato un vero e proprio simbolo del business negli anni 2000 ma l’avvento di Android ed iOS ha fatto si che l’utenza orientasse la propria attenzione altrove.
Così come ogni società che si trova in un periodo di crisi, in cui i debiti continuano ad aumentare mentre le entrate scarseggiano sempre di più, BlackBerry sta valutando molto attentamente la vendita. Ricordiamo che in passato si era già parlato di una possibile acquisizione da parte di Lenovo ma il governo degli USA si oppose. Oggi la società più intenzionata ad acquistare BlackBerry sarebbe Microsoft. Essa infatti sembra essere intenzionata a presentare un’offerta di circa 7 miliardi di dollari.
Ma perchè Microsoft dovrebbe sborsare una cifra così alta per una società sull’orlo del fallimento?
Una tale cifra potrebbe far vacillare i piani alti di BlackBerry e convincere i dirigenti a vendere. Ciò che si deve valutare molto attentamente non è tanto il valore della società in se, sicuramente molto più basso dell’offerta presentata da Microsoft, ma il valore dei brevetti in suo possesso. Forse non tutti sanno infatti che BlackBerry basa gran parte delle proprie entrate sulle royalty pagate dai vari produttori per poter utilizzare i propri brevetti.
L’acquisizione da parte di Microsoft potrebbe far si che il colosso di Redmond faccia un grosso balzo in avanti nelle gerarchie dei produttori di smartphone e nelle gerarchie degli sviluppatori di sistemi operativi. Con l’avvento sempre più vicino di Windows 10 e con una rinnovata attenzione mediatica su se, l’ex azienda di Bill Gates potrebbe seriamente concorrere con i big 2 in cima alla classifica (Samsung ed Apple per quanto riguarda i produttori di smartphone e Android ed iOS per quanto riguarda i sistemi operativi mobile).
Una delle vicende che si sta protraendo più a lungo nel corso di questo periodo è senza dubbio quella legata all’iPad Pro. Il fantomatico “super-tablet” della Apple dovrebbe portare un innovazione molto evidente per quanto riguarda la produttività in mobilità. Infatti, esso viene accreditato con un display da 12,9 pollici, ovvero molto simile a quelli degli ultrabook moderni (in quel caso si ha un display da 13,3 pollici), per cui sarebbe il perfetto sostituto di un dispositivo del genere. Ma sarà veramente così?
Dando uno sguardo ai device in grado di garantire ottime prestazioni e autonomia molto elevata, non possiamo che citare i MacBook Air ed i MacBook Pro di Apple. Essi sono dei computer portatili (non si può coniare il termine ultrabook perchè si necessita di caratteristiche specifiche che essi non hanno) che integrano, oltre ad una componentistica di assoluto livello (processori Intel Core di quinta generazione, SSD PCI-E ecc.), un’estetica universalmente riconosciuta come la migliore del settore.
Mettendo insieme questi due prodotti, non è possibile che ci sia una certa concorrenza interna? Considerando che il prezzo dell’iPad Pro sarà sicuramente superiore a quello dell’iPad Air 2, il quale costa 499 euro (configurazione base), non converrebbe orientarsi verso un MacBook che comunque è in possesso di un sistema operativo più completo, versatile e soprattutto produttivo.
La risposta non è così scontata. Ci sono da considerare diversi aspetti che ancora sconosciamo circa l’iPad Pro. Alcuni esempio possono essere:
La presenza o meno di pennino dedicato ed un digitalizzatore attivo (tecnologia presente nella serie Galaxy Note di Samsung), cosa che tra l’altro è già trapelata in recenti indiscrezioni;
L’evoluzione di iOS 9 che potrebbe orientarsi maggiormente verso il mondo della produttività;
La presenza quasi certa del modulo LTE che consentirà di poter lavorare veramente in qualunque luogo ci troviamo.
La qualità del display che sicuramente sarà migliore rispetto a quello dei MacBook Air.
Con le informazioni attuali su iPad Pro, non c’è una risposta definitiva
Come potete vedere, è ancora presto per dare una risposta definitiva alla domanda: l’iPad Pro creerà della concorrenza interna con i MacBook? Questo nonostante l’impressione possa essere una risposta assolutamente affermativa.
Voi che cosa ne pensate? Comprereste mai un iPad Pro avente un prezzo di vendita molto vicino a quello di un MacBook Air? Discutiamone qui di seguito nello spazio riservato ai commenti.
Credete che la sicurezza vale solo per PC, smartphone o tablet? E’ evidente che vi sbagliate di grosso, ora anche gli orologi sono a rischio di attacco, e il fatto che i dispositivi indossabili si pensa siano il futuro, di certo permette a i vari cracker malintenzionati, di trovare nuovi metodi per espugnare i diversi dispositivi, in alcuni casi nelle maniera più impensabile che si possa immaginare.
Questo è quello che abbiamo subito pensato quando appena due giorni fa abbiamo appreso della notizia di una falla presente anche nel nuovo Apple Watch di Cupertino, una falla che permette di prendere il controllo dell’orologio anche a distanza.
Se la notizia si fermasse qui, si potrebbe pensare che si tratta di una news di poco conto, ma la cosa che ci ha stupito più di tutte, è che colui che ha trovato la falla, un ricercatore che da più di un decennio si occupa di sicurezza, Marc Schoenefeld, è riuscito a bucare l’orologio di Apple semplicemente installando un font e applicando quindi al file un codice malevolo capace di inserirsi nel sistema, ed avere accesso e pieno controllo sull’Apple Watch.
La cosa naturalmente appena è stata scoperta dal bravo hacker, è stata risolta da Apple con un aggiornamento (1.0.1) capace di migliorare la sicurezza dell’orologio, se non altro facendo ancora una volta vedere come l’azienda sia attenta alla questione sicurezza, ma di contro facendo venire fuori un altro problema di rilievo, il malfunzionamento del cardiofrequenzimetro.
Ciò che ci si chiede è se Apple con questo suo Watch ha voluto effettivamente creare un device valido, oppure cavalcare solamente una moda, visto anche che negli ultimi giorni si è scoperto anche quest’altro bug dovuto proprio alla nuova versione rilasciata per tappare la falla di sicurezza, sembrerebbe far “perdere colpi” al cardiofrequenzimentro dell’orologio della Mela.
Diversi problemi insomma, che certamente non rendono questo Apple Watch tra i device più desiderati, e che forse possono diventare cattiva pubblicità per tutto il marchio. Che Apple negli ultimi mesi, nonostante vendite da top, si sia un po’ “poggiata” questo è evidente, ma speriamo almeno che ricominci a creare device di alta qualità come ha sempre fatto, altrimenti presto, la sua immagine di azienda “affascinante” potrebbe presto non essere più così vivida nei clienti.
Vi ricordiamo che se volete scaricare il nuovo aggiornamento per Apple Watch, (Attendendo che venga risolto il problema del cardiofrequenzimetro) potete scaricarlo lanciando l’app del vostro iPhone abbinato, e accedendo nelle impostazioni generali dove troverete la possibilità di scaricare il nuovo firmware 1.0.1. Da li semplicemente verrà installato il nuovo sistema aggiornato. Oltre la “cura” di questo bug la realease include altre migliorie minori.
Nonostante il progresso si stia spostando interamente verso il cloud, per via di infrastrutture di rete non all’avanguardia, molte tecnologie faticano ad ottenere successo sul mercato. Una di esse è senza dubbio l’idea alla base del Chromebook. Tale device infatti non deve essere immaginato come un classico computer, in cui archiviare i nostri file e lavorarci in locale ma invece deve essere immaginato come un access point per il web, come un mezzo per usufruire di servizi che risiedono esclusivamente online. Ci ha particolarmente colpito la dichiarazione fatta da Isabelle Durand, principal analyst per Gartner (società che si occupa di statistiche) ed autore dei seguenti grafici:
I principali fattori che ostacolano l’adozione dei Chromebook da parte dei consumatori restano il problema della connettività nei mercati emergenti, ma anche la capacità degli utenti di capire le applicazioni cloud-based ed abituarsi ad esse, ai contenuti in cloud e all’ecosistema
Partendo da questa premessa, è chiaro che per i problemi enunciati prima, lo sviluppo massiccio di questa categoria di prodotti stenta e non poco. Basti pensare ai dati di vendita dell’anno scorso: 5.728.000 di unità in tutto il mondo, con la maggiore concentrazione negli USA (4.820.000 unità – 84% del totale). La cosa è ancora peggiore se diamo uno sguardo al settore EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), con numeri davvero molto sotto le aspettative di Google. C’è da dire anche che la commercializzazione dei Chromebook in Italia è quasi nulla. Statistiche che debbono far riflettere, soprattutto se paragonati al mercato dei PC che, seppur in crisi, continua a fare molta strada
I segnali di ripresa per i Chromebook ci sono
Fortunatamente le previsioni per questo 2015 e per il 2016 sono abbastanza positive, con un aumento delle vendite di circa 1,5 milioni di unità nel 2015 e di ulteriori 700 mila nel 2016.
Circoscrivendo tutto il discorso in Italia, un’ancora di salvezza potrebbe essere rappresentata da Enel e dalla posa della fibra ottica in tutto il territorio nazionale, il che ci farebbe fare un salto generazionale in avanti non da poco, ponendoci ai vertici della classifica europea.
Per concludere il discorso sui Chromebook, ci aspettiamo grandi novità da Google e dal Google I/O 2015, che prenderà il via il prossimo 28 Maggio. Sicuramente realizzeremo un resoconto dettagliato dell’evento, per cui rimanete connessi con noi.
Successivamente alle piattaforme multi gioco, Microsoft ha realizzato una versione online di Office, applicazioni OneDrive per PC e dispositivi mobile, l’applicazione Office Lens (per convertire immagini in file PDF, Word e PowerPoint) in versione per Android e iOS, e adesso è la volta di un’applicazione per la gestione dei contenuti salvati nella clipboard e permette di sincronizzarli automaticamente su dispositivi Android, iOS e Windows.
Microsoft OneClip sfrutta OneDrive per copiare e incollare facilmente documenti, indirizzi di siti internet, numeri telefonici, fotografie, messaggi e altro ancora, da condividere fra i propri dispositivi. L’applicazione non è stata ancora rilasciata ma, nella tarda giornata di venerdi 21, è trapelata una versione beta per dispositivi Windows, Android e iOS.
Una volta installata l’applicazione, questa registra tutti gli screenshot, testi copiati, indirizzi di siti internet salvati nei preferiti e tutto quello che è stato copiato negli appunti; OneClip li salva tutti nell’applicazione e permette all’utente di aggiungere, cancellare o ricopiare gli elementi appuntati ed aprirli nelle relative applicazioni esterne.
Dal momento che OneClip memorizza tutto quanto, prima dell’utilizzo è consigliabile una visita al menu delle impostazioni: un’opzione in particolare permette di ignorare una delle tante applicazioni per la memorizzazione delle password, come ad esempio LastPass, in modo da poter selezionare specifiche applicazioni e ignorarle.
Tutto sommato l’applicazione è piuttosto utile. Qualcuno ha sostenuto che OneClip è molto simile a Pushbullet, ma c’è da dire che OneClip è molto utile e con ottima velocità di trasferimento di appunti e scatti fotografici.
Due settimane fa la U.S. Patent & Trademark Office ha pubblicato una richiesta di brevetto da parte di Samsung in cui viene presentato un nuovo tipo di accessorio per smartglasses che va oltre ai propri Oculus VR. A causa della data di deposito, si può pensare che Samsung voglia battere il secondo progetto di Google inerente alla messa in vendita di un proprio tipo di smartglasses (Google Glass). Il dispositivo potrebbe lavorare con una vasta gamma di smartphone e tablet della serie Galaxy, un sistema di infotainment all’interno della macchina, una console per giochi, televisori Apple e Google, lettori MP3, fotocamere, dispositivi medici come MRI e simili. Come si può notare dalla grafica di copertina, Samsung illustra anche come il vetro degli smartglasses può essere cambiato da incolore ad effetto occhiali da sole. Nell’evoluzione della categoria degli smartglasses, Samsung sta soppesando le valenze di un accessorio di questo tipo.
Oltre alla possibilità di guardare la televisione o vedere un film sul proprio smartphone, trasferendo la fonte sugli smartglasses quando si è sicuri di farlo, Samsung guarda ad altre applicazioni per i propri accessori per questo tipo di dispositivo.
Nella Figura 4A e 4B del brevetto di Samsungqui sotto, si può vedere un messaggio di testo ricevuto da uno smartphone o tablet inviato direttamente al dispositivo smartglass, senza che l’utente debba estrarre lo smartphone dalla tasca.
In uno scenario di intrattenimento, Samsung fa notare che:
nel caso in cui si stia guardando un film in lingua sul proprio smartphone o sul televisore, i sottotitoli possono essere inviati agli smartglasses;
quando si ascolta un file musicale, uno smartphone o un tablet potrebbero inviare agli smartglasses dei tag riguardo la canzone e i relativi testi;
uno spettacolo sportivo visto su di uno smartphone o tablet, potrebbe inviare informazioni agli smartglasses relative ai giocatori in campo, informazioni in primo piano relative alla partita e allo stadio.
Nel brevetto depositato, Samsung fa poi notare che gli smartglasses potrebbero essere usati come macchina fotografica e per registrare video, consentendo agli utilizzatori di inviare comandi vocali al dispositivo. Non è chiaro nel brevetto depositato, se Samsung voglia integrare il funzionamento di questo dispositivo con Google Now, Cortana, Siri oppure con un proprio assistente digitale intelligente.
Esempi pratici del brevetto:
nella Figura 8A e 8B del brevetto ci sono diagrammi che illustrano come visualizzare informazioni su dispositivi elettronici indossabili, secondo gli aspetti visivi e di gesture. Secondo il processo, un dispositivo elettronico visualizza molteplici miniature di immagini. In alcune implementazioni, una o più miniature possono includere solo una porzione dell’immagine rispettiva.
Più specificatamente, il dispositivo elettronico 801 può ricevere da parte dell’utente comandi touch per selezionare una o più di queste miniature e visualizzarle sullo schermo touch. Il dispositivo elettronico 801 può così inviare al dispositivo elettronico indossabile 802 l’immagine corrispondente alla miniatura selezionata. Il dispositivo elettronico 802 può ricevere dal dispositivo elettronico 801 l’immagine selezionata e visualizzare l’intero file di immagine nella zona prefissata.
Tipologie di sensori:
gli smartglasses di Samsung vengono indicati per includere più tecnologia di quanto ci si potrebbe aspettare in un accessorio così piccolo. Samsung fa notare che questi smartglasses potrebbero includere un modulo di sensore che potrebbe a sua volta includere almeno un sensore di gesture oltre a un sensore giroscopio, magnetico, di accelerazione, di impugnatura, biometrico, di temperatura e umidità, sensori ultravioletti atmosferici e sensori di prossimità per principianti. Altri sensori elencati nel deposito del brevetto includono un sensore e-noise, un sensore EMG, EEG, ECG e un lettore di impronte digitali.
Tipologie di display:
le tipologie di modulo di display che possono essere usate, includono un pannello o un ologramma. Il pannello potrebbe utilizzare un display a cristalli liquidi (LCD) o un diodo organico a emissione di luce a matrice attiva (AMOLED). Il pannello potrebbe essere implementato in modo flessibile, trasparente o indossabile. Per esempio: il pannello potrebbe essere costruito come un singolo modulo con un pannello touch. L’ologramma potrebbe presentare un’immagine tridimensionale nell’aria, usando l’interferenza della luce.
[pull_quote_center]Gli smartglasses di Samsung potrebbero interagire con un’ampia gamma di altri dispositivi, come smartwatch, smartphone, tablet, computer fissi, laptop, notebook, PDA, PMP, un lettore MP3, apparecchio medico mobile, un braccialetto elettronico, un necklace elettronico, un accessorio elettronico, una macchina fotografica, un altro dispositivo indossabile, elettrodomestici (es.: frigoriferi, condizionatori, aspirapolvere, robot ad intelligenza artificiale, televisori, lettore DVD, sistema audio, forno, forno a microonde, lavatrice, purificatore d’aria, cornice digitale), apparecchi medici (Angio Risonanza Magnetica, imaging a risonanza magnetica (MRI), tomografia computerizzata (TC), raggi-X, sonicazione), un dispositvo di navigazione, un Sistema di Posizionamento Globale (GPS), un Registratore di Dati di Evento (EDR), una scatola nera (FDR), un set-top box, un TV box (Samsung HomeSync, AppleTV, Google TV), un dizionario elettronico, un in-vehicle infotainment, equipaggiamento elettronico per nave, avionica, un dispositivo di sicurezza, un e-textile (tessuti intelligenti), una chiave digitale, una videocamera, una console per giochi, un proiettore ed altro.[/pull_quote_center]
Samsung ha presentato la richiesta del brevetto nel quarto trimestre del 2014. Considerato che a questa data è stata formulata soltanto la richiesta del brevetto, al momento i tempi per la messa sul mercato di un tale prodotto, sono sconosciuti.
Dopo aver fatto parlare tanto di sé per via dei problemi dello Snapdragon 810, il chipset di Qualcomm afflitto da problemi di surriscaldamento, l’HTC One M9 ritorna in prima pagina per via della recensione approfondita del portale DxOMark, specializzato nell’analizzare le fotocamere degli smartphone, che ha bocciato la qualità del sensore del nuovo top di gamma di casa HTC.
Poche settimane fa, il sito in questione aveva premiato i nuovi Samsung Galaxy S6 e S6 Edge definendoli i migliori camera-phone sul mercato ed attribuendo un punteggio complessivo di 86 su 100 agli smartphone di Samsung.
L’HTC One M9, invece, ha dovuto fare i conti con un giudizio decisamente più severo ed un risultato sicuramente meno lusinghiero. Lo smartphone di HTC, infatti, si ferma al punteggio di 69 migliorando di appena un punto il risultato di 68 fatto registrare dal predecessore, l’HTC One M8 che pure non aveva convinto molto per la qualità della sua fotocamera posteriore.
Secondo la recensione di DxOMark, l’HTC One M9 mette in mostra buoni risultati per quanto riguarda gli scatti in condizioni di alta luminosità ma inizia a perdere il passo rispetto ai rivali quando si tratta di foto con luminosità ridotta. Giudizi negativi arrivano anche per quanto riguarda il bilanciamento dei bianchi e la nitidezza agli angoli delle immagini scattate. Risultati poco convincenti per l’HTC One M9 arrivano anche per quanto riguarda i video che, nonostante una buona messa a fuoco, patiscono l’assenza di stabilizzazione e le condizioni di scarsa luminosità.
L’HTC One M9 sta riscontrando diverse difficoltà sul mercato con HTC che ha ridotto la produzione a causa di una domanda inferiore alle attese. Il device, nonostante un comparto hardware, sulla carta almeno, di tutto rispetto non convince sotto molti aspetti e deve fare i conti con una concorrenza quanto mai agguerrita in grado di offrire prodotti di altissimo livello sotto tutti i punti di vista. Staremo a vedere se nelle prossime settimane, l’HTC One M9 riuscirà a ritagliarsi uno spazio maggiore sul mercato.
Il mondo della telefonia mobile sta vivendo un periodo di forte rinnovamento grazie alla crescente diffusione di nuove tecnologie come le reti 4G LTE, che permettono di accedere al web in mobilità in modo sempre più veloce. Dalla diffusione dello standard 4G di connettività deriva anche la crescita dell’HD Voice, ovvero la tecnologia che, sfruttando la grandezza della banda 4G permette di migliorare, in modo notevole, la qualità dell’audio in chiamata, ottimizzando la voce dell’interlocutore e limitando notevolmente i rumori di sottofondo che, spesso e volentieri, finiscono per creare non pochi fastidi durante le chiamate in mobilità.
Vediamo nel dettaglio cosa è HD Voice:
La tecnologica HD Voice, nota anche con il nome di VoLTE (Voice Over LTE), è in grado di perfezionare l’audio delle chiamate tra cellulari grazie alle caratteristiche del codec audio G.722.2 AMR-WB (Advanced MultiRate-WideBand). Grazie a questo codec, infatti, è possibile espandere l’intervallo delle frequenze audio su cui vengono trasmesse le chiamate in mobilità che, di norma, era compreso tra 300 Hz e 3.4 kHz. Con l’utilizzo di questa tecnologia il range di frequenza, grazie ad una codifica a 16 bit, si espande toccando i 50 Hz da un estremo e i 7 kHz dall’altro. Grazie a questo fattore ci si avvicina notevolmente all’intervallo di frequenze della voce umana che va da 80 Hz a 14 kHz a tutto vantaggio, quindi, della qualità delle chiamate. Questa tecnologia permette, di fatto, di aumentare notevolmente la quantità di audio per secondo di una telefonata contribuendo, quindi, a rendere ancora più naturale la voce del proprio interlocutore telefonico.
In Italia funziona ?
In Italia, Vodafone, uno dei principali operatori di telefonia mobile nazionale, sperimenta le chiamate HD Voice con alcune limitazioni come l’obbligo per entrambi gli utenti di utilizzare per la chiamata una SIM Vodafone. Per utilizzare questa nuova tecnologia di chiamate in mobilità un requisito necessario è rappresentato dall’utilizzo di uno smartphone che supporti l’HD Voice. Generalmente tutti i più recenti smartphone in commercio dotati di connettività LTE sono in grado di gestire chiamate in alta qualità con HD Voice. In rete è possibile trovare alcuni elenchi di smartphone abilitati all’utilizzo di questa tecnologia. Una lista piuttosto completa la offre Wikipedia QUI. In linea generale, il supporto dei produttori di smartphone alle chiamate in alta definizione è notevole. A mancare all’appello, per ora, è la rete infrastrutturale in grado di gestire questa tecnologia che, come in Italia, non è ancora diventata una realtà concreta del mondo delle telecomunicazioni.
Uno dei limiti principali alla diffusione dell’HD Voice è rappresentato dal fatto che i due smartphone impegnati nella telefonata, per sfruttare questa tecnologia, oltre ad essere entrambi abilitati al servizio devono essere connesse a a celle che devono presentare il supporto all’HD Voice e, in aggiunta a ciò, devono far parte anche di network compatibili tra loro. L’utente impegnato in una telefonata in HD Voice noterà un immediato e deciso miglioramento della qualità in chiamata rispetto alle tradizionali telefonate. D’altra parte, nel caso in cui uno dei due smartphone impegnati nella chiamata dovesse sganciarsi dalla cella abilitata per agganciarsi ad un’altra, magari con un passaggio dal 4G al 2G, l’audio della chiamate tornerebbe immediata ad essere caratterizzato da una qualità decisamente inferiore e in alcun modo paragonabile ad una telefonata realizzata in HD Voice.
Ieri nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella metropoli nipponica di Tokyo, Sharp ha mostrato il suo nuovo 80 pollici TV 4K in grado di visualizzare i video con risoluzione 8K.
Il tv è il nuovo modello Aquos 4K Next TV che sarà venduto a un prezzo di 13.000 dollari a partire dal prossimo mese di luglio. Sharp ricordiamo che ha annunciato il nuovo Ultra HD TV lo scorso mese di gennaio durante il CES di Las Vegas.
Il nuovo Ultra HD TV, come si evince facilmente da quanto indicato in precedenza, non dispone di un display con risoluzione 8K, ma fa uso di un apposito motore grafico che permette di visualizzare in maniera “virtuale” i famigerati 8K.
Per quanto riguarda le specifiche tecniche, la Aquos 4K Next Tv si presenta con una risoluzione di 3.840 x 2.160 pixel ma che grazie all’utilizzo di uno speciale motore grafico potrà registrare una “interpolazione virtuale” fino a raggiungere i 7.680 x 4.320 pixel.
Il motore di “upscaling” adoperato per la nuova Ultra HD TV è basato su un sistema chiamato X8-Master Engine Pro, un chip in grado di consentire al nuovo Ultra HD TV di visualizzare 8K e il full-HD (1.920 x 1.080 pixel), grazie a cui è stato possibile migliorare di molto la qualità delle immagini.
L’Aquos 4K Next TV è inoltre certificato THX, ovvero ha superato più di 400 prove per assicurare immagini e prestazioni ottimali.
Per quanto riguarda il comparto sonoro, il nuovo Ultra HD TV risulta equipaggiato con un sistema audio a 6 canali. È compatibile con il sistema operativo Android e si potrà fare ricorso alle app di Google Play direttamente dalla TV.
Aquos Next TV sarà prodotto soltanto in 200 unità al mese ma naturalmente se il nuovo televisore riceverà il gradimento da parte del pubblico, si procederà a incrementare i livelli di produzione. L’arrivo sul mercato, come anticipato, è previsto per il prossimo mese di luglio.
Il Samsung Galaxy S6 in versione flat da 32 GB di memoria interna continua a registrare un calo del prezzo con offerte sempre più convenienti che hanno portato il prezzo effettivo del device ben al di sotto del prezzo di listino di 739 Euro con cui lo smartphone è stato presentato da Samsung poco più di un mese fa.
Oggi vi segnaliamo due offerte decisamente interessanti che ci permetteranno di acquistare lo smartphone ad un prezzo sempre più conveniente. La prima offerta, proposta da Evolutionservicestore.it, ci permette di acquistare un esemplare di Samsung Galaxy S6 da 32 GB con garanzia Italia al prezzo di appena 499 Euro con spedizione gratuita. Il sito propone come metodo di pagamento, tra gli altri, anche Paypal che rappresenta, di per sé, una buona garanzia. In ogni caso, vi segnaliamo anche l’offerta del negozio Ebay Uitubsubzero, venditore con affidabilità top e 100% di feedback positivi, che propone il Samsung Galaxy S6 da 32 GB al prezzo di 539 Euro anche in questo caso con spedizione gratuita.
Nel giro di un mese abbiamo registrato un progressivo calo del prezzo effettivo di vendita del Samsung Galaxy S6 che, online, oramai viene proposto da tantissimi rivenditori a prezzi decisamente inferiori ai 600 Euro. Naturalmente si parla sempre del modello da 32 GB che, è bene sottolineare, come tutti gli altri modelli del Galaxy S6, non presenta il supporto alla microSD e quindi, di fatto, può contare su di uno spazio d’archiviazione decisamente limitato rispetto a molti altri top di gamma Android. In ogni caso, di seguito vi proponiamo i link diretti alle offerte presentate in questo articolo che, di certo, potrebbero rivelarsi molto utili a chi cerca una buona proposta per acquistare il Samsung Galaxy S6.
Il futuro del mondo di internet in Italia potrebbe essere legato, a doppio filo, ad Enel che ha tutta l’intenzione, come confermato dall’amministratoredelegato Francesco Starace, di giocare un ruolo di primo piano nella diffusione della fibra ottica in tutto il paese. In questo settore, il Governo vuole investire circa 6.5 miliardi di Euro sfruttando la rete infrastrutturale di Enel per raggiungere un numero sempre crescente di comuni ed abitazioni con la fibra ottica.
Nello sviluppo della fibra ottica in Italia, Enel dovrebbe ricoprire un doppio ruolo. Da una parte, infatti, Enel si occuperebbe di posare la fibra ottica in tutto il paese sfruttando la rete di distribuzione dell’energia elettrica che già oggi vede i cavidotti utilizzati dai vari operatori di telecomunicazione.
Dall’altra parte, Enel vorrebbe occuparsi anche del cosiddetto Ultimo Miglio ovvero il tragitto che separa i tradizionali armadi stradali dove arriva la fibra ottica oggi dalle abitazioni. In questo modo si abbandonerebbe il sistema di diffusione Fiber-To-The-Cabinet (FTTC/FTTS) per utilizzare un sistema ancora più efficiente che, bypassando le reti di rame dei singoli edifici, porterebbe fisicamente la fibra ottica in tutte le case. Appare evidente i vantaggi che deriverebbero da questo progetto per il paese e soprattutto per i consumatori che potrebbero finalmente beneficiare di una rete internet decisamente più efficiente e distribuita in modo capillare in tutto il paese.
Da sottolineare come Enel non ha intenzione di giocare un ruolo attivo nel settore delle telecomunicazioni. I vari operatori sarebbero legati da Enel da un contratto di manutenzione delle line e l’azienda energetica si occuperebbe, una volta completa la realizzazione del progetto, di gestire la manutenzione della rete.
Google ha introdotto sul mercato la nuova serie di custodie per smartphoneSkrillex Live. Si tratta di una edizione limitata e primo “test” nel comparto degli accessori per cellulari portato a termine da poco dalla casa di Mountain View.
Il tutto è nato a seguito della collaborazione con Skrillex, celebre disc jockey e cantante statunitense.
Le cover Skrillex Live sono degli accessori ufficiali di Google Android disponibili in tre differenti modelli: Space Shield, Circuit Bae e Lil Planet.
Sono acquistabili dal Google Store USA al prezzo di 40 dollari e tutti coloro compreranno una cover, riceveranno anche un album gratis di Skrillex.
Le cover sono disponibili per il Nexus 5, il Nexus 6, il Galaxy S6, il Galaxy Note 4 e il Galaxy S5.
Una caratteristica particolarmente interessante delle cover di Google è la presenza di un tasto personalizzabile che, di default, lancia i video dell’artista americano su YouTube ma che è possibile modificare, come anticipato, a proprio piacimento.
Kari Clark, Senior Manager di Google, ha comunicato che altre edizioni di custodie debutteranno nello store nel corso delle prossime settimane.
Una prima serie limitata di cover originali per il momento ristretta al mercato americano ma che presto potrebbe arrivare in altri paesi.
La custodia Skrillex Live Case sarà abbinata ad uno sfondo animato che durante il giorno si caratterizzerà per la presenza di immagini della Terra, mentre di notte saranno visibili le costellazioni dalla propria posizione.
Le custodie Skrillex Live Case vengono tutte numerate singolarmente. Al momento, le versioni Nexus richiedono 1-2 giorni lavorativi di spedizione, mentre per i modelli Samsung la disponibilità è prevista dai primi di giugno.
Vi siete mai chiesti come convertire i PDF in Word? In questo tutorial vi spiegherò tre semplici metodi per convertire i PDF in Word in pochi minuti. Soprattutto, gratuitamente. Microsoft Word è il più popolare software di editing per documenti nel mondo. Viene fornito in bundle con la suite Microsoft Office e fornisce una vasta gamma di funzionalità che si rivolgono alla vostra ogni esigenza di elaborazione testi. Con le versioni più recenti di Microsoft Word come Word 2007 e Word 2010, il software sta diventando sempre più raffinato e facile da usare. PDF di Adobe (Portable Document Format) è un formato molto popolare, che viene utilizzato per la pubblicazione di documenti e la diffusione su Internet. Il vantaggio con PDF è che, mentre la formattazione e l’aspetto dei documenti di Word cambiano con ogni applicazione utilizzata per visualizzare o modificarlo, come Microsoft Word e Open Office, il PDF mantiene la formattazione giusta se aperto con qualsiasi lettore. Tuttavia, i documenti PDF non sono molto facili da modificare. In questo tutorial, vi spiegherò come convertire i documenti PDF in Word (DOC).
Ci sono molti modi e metodi per convertire i PDF in Word. Ecco i tre modi più semplici.
Utilizzare HelloPDF per convertire i PDF in Word (DOC)
HelloPDF è un piccolo programma freeware che è possibile utilizzare per convertire i vostri documenti PDF in Word. E ‘disponibile per il download gratuito presso Ciao PDF Free PDF to Word Converter Download. E ‘il modo più semplice per convertire da PDF a Word ed è molto veloce e facile da usare. Supporta le immagini così come il testo in PDF e fornisce la formattazione accurata.
Basta scaricare HelloPDF e installarlo. Aprire il PDF to Word Doc Converter dal menu Start> Tutti i programmi.
Selezionare il file PDF per la conversione. Selezionare le pagine che si desidera convertire da PDF a DOC e spuntare la casella corrispondente. Utilizzate i campi “casella di testo” se si desidera mantenere il layout e il posizionamento delle immagini con il testo intatto. Selezionate il tipo di carattere predefinito e fate clic sul pulsante Converti in documento di Word per avviare la conversione. Dopo la conversione, aprite il documento Word per visualizzare il file convertito.
Vedrete che tutto il testo in formato PDF è stato copiato, il documento Word nel font di default e le immagini sono stati inseriti correttamente preservando i campi di formattazione e testo. Tuttavia, i download sono limitati. Se non riuscite a scaricare questo programma, passate ai prossimi due metodi.
Utilizzate PDF to Word converter come alternativa
PDF to Word Converter è uno dei migliori convertitore da PDF a Word. La cosa migliore di questo è che non c’è bisogno di scaricare alcun software. Esso fornisce risultati molto precisi durante la conversione da PDF a Word e conserva la formattazione originale di testo e immagini. Basta andare su PDF to Word Online Converter per convertire da PDF a DOC. Vedrete tre caselle di selezione. Nella prima casella, selezionare il file PDF che si desidera convertire. Fate clic sul pulsante Scegli e selezionate il file PDF che si desidera convertire. Nella seconda casella, selezionate se si desidera convertire in un DOC o in un documento RTF. Nella terza casella, immettere l’ID e-mail. Il file verrà inviato via email dopo la conversione come allegato. Assicurarsi di rimuovere il segno di spunta sulla ricezione PDF a Word News da casella Nitro se non si desidera ricevere la loro newsletter. Fare clic sul pulsante Convert.
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Conversione da PDF a TXT e poi convertirlo in Word
Questo è un metodo molto semplice. Funziona meglio con i documenti PDF che consistono di soli dati di testo senza immagini. Per convertire i PDF in TXT, basta aprire il file in Adobe Acrobat Reader. Si tratta di un download gratuito per la versione base se non l’avete. Dopo l’installazione di Adobe Acrobat Reader, apritelo e fare clic sul menu File in alto a sinistra. Cliccate su Apri e selezionate il file PDF che si desidera convertire in WORD. Dopo che il file PDF è stato aperto e visualizzato, fate clic sul menu File e selezionate di nuovo l’opzione Salva come testo. Selezionate un percorso in cui salvare il file di testo e fate clic sul pulsante Salva. Ora aprite il file di testo e copiate l’intero testo. Aprite un nuovo documento di Word e incollate il testo. Il documento PDF originale è stato ora convertito in un documento di Word DOC. Notate che questo metodo è il più veloce, ma funzionerà solo se il documento PDF contiene solo dati di testo.
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Dimensioni: 155mm x 83mm x 25.6mm
Peso: 500g
ZeroLemon SolarJuice è una batteria leggera e compatta ed è dotata di due porte USB: una di tipo 2A per ricaricare velocemente smartphone e tablet di fascia alta, ed una di tipo 1A per smartphone più comuni. In aggiunta ha la capacità di caricare due dispositivi contemporaneamente. Per rendere meglio l’idea della sua grande potenza, con i suoi 20,000 mAh ZeroLemon è in grado di ricaricare oltre 10 volte la batteria da 1810 mAh dell’iPhone 6.
Ma naturalmente non è tutto, SolarJuice è resistente all’acqua, agli urti, nella confezione è presente una torcia a LED ed è munito di pratico marsupio utilissimo per le vostre escursioni.
Dunque, con questo dispositivo non ci si dovrà pressoché più preoccupare per la durata della batteria del proprio dispositivo Windows Phone, Android e iOS, o comunque altri dispositivi mobile, soprattutto se si è in giro per un viaggio o una semplice passeggiata in città.
La confezione include:
La batteria ricaricabile da 20000mAh
Gancio da trasporto
Cavo di ricarica microUSB
Certificato di garanzia
Libretto di istruzioni con Garanzia ZeroLemon valida 180 giorni.
ZeroLemon SolarJuiceè acquistabile su Amazon a $79.99 scontata del 20%.
Lo scorso Aprile, la US Patent & Trademark Office ha pubblicato una richiesta di brevetto da parte di Google che ha presentato un nuovo dispositivo di ricarica contenente un raggio di appoggio ed una sede di alloggio sostanzialmente piana che può essere configurata per mantenere un angolo al di sotto dei 90 gradi rispetto ad una superficie piana su cui il dispositivo di carica viene appoggiato. Questo può contenere un componente di ricarica wireless che dà carica ad un dispositivo mobile una volta che viene connesso al caricabatterie. Il suo design di base è molto simile, anche se più grande, a quello del nuovo caricabatterie wireless per Apple Watch di Apple.
Secondo Google, i caricabatterie tradizionali che consentono ad un dispositivo mobile di essere agganciati in posizione verticale, consentono a questo di mantenere soltanto una posizione. Ad esempio, un dispositivo mobile può essere connesso ad una sede di alloggiamento in modo che la docking station mantenga il dispositivo mobile in posizione verticale. Tuttavia, all’utente può essere richiesto di sollevare l’intera stazione oppure sganciare lo smartphone per essere in grado di utilizzarlo. Inoltre i dispositivi mobili più grandi, come ad esempio i tablet, non si connettono a caricabatterie wireless in quanto generalmente la loro posizione è difficile da mantenere.
La soluzione che Google presenta riguarda un dispositivo caricabatterie che possa contenere un raggio di appoggio ed un involucro avendo un supporto frontale ed uno posteriore. La parte frontale può essere configurata per una connessione a tocco ad un dispositivo elettronico portatile, mentre la parte posteriore può essere connessa al raggio di appoggio (Figura 3A).
Fra la parte anteriore e la parte posteriore, può essere posizionato un componente di carica wireless e può caricare il dispositivo elettronico. L’alloggiamento sostanzialmente è piano e può contenere uno spigolo circolare. Il dispositivo può essere configurato per rotolare verso il dispositivo elettronico portatile quando il dispositivo è vicino al dispositivo elettronico portatile.
In più, in prossimità del primo lato, può essere posizionato un magnete in modo tale che questo possa essere configurato per essere allineato con un secondo magnete, o con un componente metallico associato con un dispositivo elettronico portatile. Il magnete può stabilire la connessione a tocco con il dispositivo elettronico portatile. La posizione del magnete può essere regolabile in modo che possa essere regolata automaticamente quando è in prossimità del dispositivo elettronico. Il componente di carica wireless può essere una serpentina wireless e può caricare il dispositivo quando questo è connesso al dispositivo.
Google ha presentato la richiesta del brevetto 20150130623 nel quarto trimestre del 2013 ma, considerando che questa è appena la richiesta del brevetto, i tempi per la messa sul mercato di un tale prodotto al momento sono sconosciuti.
In un secondario deposito del brevetto, nella Figura 4A Google mostra un design alternativo. Il caricabatterie è noto come un “supporto autobilanciante“.
Spunta nel database di GfxBench un nuovo tablet Samsung destinato molto probabilmente alla fascia top di gamma con ben 4GB di memoria ram e processore Intel di ultima generazione.
Samsung pare stia lavorando ad un nuovo tablet definito progetto Chopin-LTE indirizzato alla clientela più esigente con hardware di ultima generazione per non avere compromessi; di questo dispositivo non ne sappiamo più di tanto ma grazie al database di GfxBench possiamo darvi qualche prima indicazione almeno sul comparto hardware principale.
Nuovo Samsung Tablet top di gamma: alcuni dettagli svelati
Il misterioso Tablet ha fatto la sua comparsa nel database del Benchmark giusto poco meno di 24 ore fa e i primi che se ne sono accorti hanno appurato che si tratta sicuramente di un top di gamma data la presenza di ben 4GB di memoria ram, che vengono per la prima volta montante su un dispositivo Samsung.
Se la ram vi sembra particolarmente abbondante, l’azienda coreana ha deciso di utilizzare pure un processore Intel Atom di ultimissima generazione, ovvero il modello Atom X5 Z8500.
Il nuovo chip è infatti sviluppato e costruito con processo produttivo a 14nm (architettura Cherry Tail) da Intel con quattro core, funzionanti alla frequenza massima di 2,24 Ghz, abbinati ad una GPU di 8a generazione con prestazioni ancora più elevate.
La bontà del chipset in questione sembra non essere messa in discussione, dato che il benchmark GfxBench appura che il processore è capace di raggiungere un punteggio di 1055 in modalità single core e di 3426 in modalità multicore; in poche parole se facciamo un confronto le prestazioni sono molto simili a quelle di un Samsung Galaxy Note 4.
Samsung Tablet con 4GB di memoria ram e processore Intel
Come sistema operativo sembra abbastanza chiara la presenza di Android 5.1 Lollipop, sicuramente personalizzato da Samsung con la propria TouchWiz dedicata ai tablet per sfruttare i display più grandi.
Ovviamente rimangono ancora parecchi buchi oscuri su questo tablet di nuova generazione; non sappiamo infatti la grandezza del display e la sua risoluzione, che tipo di comparto multimediale utilizzerà, la grandezza della batteria e se avrà un design e sottile come i prossimi Galaxy Tab S2.
L’unica cosa che possiamo supporre e che il tablet in questione avendo un nome in codice aziendale Chopin-LTE sia compatibile con la connesione 4G e forse sia abilitato anche alle chiamate telefoniche come un comune smartphone.
Nelle ultime settimane stanno arrivando sempre più voci di corridoio sui nuovi tablet 2015 di Samsung, e sembra proprio che l’azienda coreana quest’anno ne introdurrà veramente tanti di nuovi rivoluzionando ancora il proprio parco prodotti.
È stato presentato Sky Online TV Box, un sistema ideato con Roku per vedere Sky in streaming e senza alcun abbonamento.
Un nuovo modo per usufruire dei contenuti della TV di Sky grazie al dispositivo Sky Online TV Box, in grado di trasformare i nostri televisori in Smart TV e disporre di Sky Online.
Sky Online TV Box praticamente è il dispositivo Roku 3 HD ma con brand della società di Rupert Murdoch.
Sarà dunque sufficiente connettere Sky Online TV Box alla rete della propria abitazione e collegarlo tramite la porta HDMI alla TV. Si potrà accedere a Sky Online e a numerose applicazioni quali Facebook, Spotify e molte altre.
Da sottolineare che la Sky Online TV Box non consente di usufruire del formato in HD ma al massimo pari a 576p.
”La pay tv in Italia ha ancora ampi margini di crescita e con Sky Online Tv Box crediamo di poter portare ad ancora più italiani una selezione di contenuti Sky di qualità, contenuti su cui puntiamo da 12 anni, intercettando un pubblico nuovo e diverso rispetto alle famiglie che scelgono di abbonarsi a Sky per vivere ogni giorno l’esperienza di visione più coinvolgente e completa in Italia”: ecco quanto dichiarato da Andrea Zappia, Amministratore Delegato di Sky Italia.
Secondo quanto messo in risalto proprio dall’ad di Sky, oggi in Italia sono circa 1,5 milioni di persone che guardano la tv via streaming e grazie al Tv Box potranno farlo ancora ma con contenuti di qualità, tipici della piattaforma e dell’offerta della tv di Murdoch.
Sky Online Tv Box è disponibile da oggi 21 maggio al prezzo di 49.99 euro, con un mese di Cinema e Intrattenimento inclusi e inoltre la possibilità di usufruire dei due pacchetti anche per il secondo mese al costo di soltanto 1 euro.
Una volta concluso il secondo mese si potrà scegliere che cosa continuare a vedere.
Sky Online Tv Box è disponibile sul sito www.skyonline.it, su Amazon Italia e nei più importanti store come ad esempio Euronics, Unieuro e Mediaworld.
Non è ancora ufficiale ma secondo le indiscrezioni pubblicate dall’autorevole Bloomberg, a Mountain View sono pronti a separare lo storage delle foto dal social network Google+, rendendolo completamente autonomo oltre che dedicato espressamente allo sharing.
Si attende l’annuncio all’ormai imminente Google I/O, evento dedicato agli sviluppatori in programma il 28 e 29 maggio a San Francisco.
Google ha infatti deciso di conservare le foto pubblicate su Google+ in uno spazio a sè stante all’interno del servizio di cloud storage Google Drive, chiamato Google Photos.
In pratica sta pensando di creare un servizio di cloud storage che sarebbe dedicato soltanto alle foto. È sotto gli occhi di tutti l’insuccesso di Google+ come social network se rapportato ad esempio a Facebook, e l’obiettivo è convincere i nuovi utenti a utilizzare questo nuovo servizio che consentirebbe di condividere le foto facilmente anche sui social network concorrenti, come Facebook e Twitter, che fino ad oggi Google+ non è riuscito nemmeno ad impensierire.
Una piattaforma di condivisione foto separata dal social network Google+ e pronta a sfidare Facebook, Instagram e Twitter.
Il nome, come anticipato, potrebbe rimanere Google Photo ed è molto chiaro qual è l’obiettivo di dividere la funzione di sharing presente su Google+: creare un’apposita app che attragga anche chi non utilizza il social di Mountain View.
Ricordiamo che sulla base dei numeri diffusi di recente da Kevin Anderson, sono circa 2,2 miliardi i profili Google+ ma soltanto il 9 per cento di questi pubblica periodicamente dei post mentre il 37 per cento di chi è attivo commenta soltanto video di YouTube e procede a cambiare le immagini al suo profilo.
Si vuole dunque seguire l’esempio del social network di Facebook, che nel 2012 ha acquisito Instagram incrementando notevolmente il numero di utenti, molti dei quali provenienti proprio dalla celebre app di condivisione foto.
Asus continua a supportare attivamente il suo Asus ZenFone 2, disponibile sul mercato da circa un mese in tre configurazioni, che in queste ore sta ricevendo un nuovo aggiornamento software contrassegnato dalla sigla V2.17.40.12 che testimonia la volontà della casa taiwanese di ottimizzare al meglio le prestazioni del suo top di gamma che, grazie anche ad un eccellente rapporto qualità/prezzo si sta caratterizzando come uno degli smartphone più interessanti del mondo Android.
Il nuovo aggiornamento disponibile da oggi è il quinto update che Asus rilascia in poco meno di un mese per i suoi Asus ZenFone 2. L’aggiornamento di oggi segue la scia dei precedenti update andando ad ottimizzare le prestazioni del dispositivo, correggendo piccoli bug e migliorando le prestazioni del sistema operativo a tutto vantaggio, naturalmente, degli utenti finali che, di settimana in settimana, stanno registrando dei notevoli miglioramenti alle funzionalità dei loro smartphone. I fix apportati da Asus sono numerosi e coinvolgono un gran numero di applicazioni del device.
L’aggiornamento rilasciato oggi per Asus ZenFone 2 ha un peso di circa 90 MB e verrà distribuito, come da tradizione, tramite OTA. Per verificare la presenza dell’aggiornamento è sufficiente recarsi nelle Impostazioni del vostro smartphone per poi scegliere la voce Info sul Telefono e, quindi, Aggiornamenti.
Ricordiamo che l’Asus ZenFone 2 è disponibile in tre differenti configurazioni sul mercato italiano. Le prime due presentano un display da 5.5 pollici FullHD mentre la terza un display HD da 5 pollici. Il modello top di gamma con 5.5 pollici Full HD monta un SoC Intel Atom Z3580 da 2.3 GHz affiancato da ben 4 GB di memoria RAM. Il modello intermedio presenta display da 5.5 pollici FullHD, SoC Intel Atom Z3560 e 2 GB di RAM. Il modello entry level, invece, monta un display da 5 pollici HD con SoC Intel Atom Z2560 Dual Core da 1.6 GHz e 2 GB di memoria RAM. Per tutti i device il sistema operativo è Android 5.0.2 Lollipop.
Il nuovo Motorola Moto X 2015 è uno dei pochi top di gamma del mondo Android ancora in attesa di fare il suo debutto ufficiale in pubblico. Il nuovo smartphone della casa americana dovrebbe essere svelato, in via ufficiale, ad inizio del prossimo mese di settembre nel corso dell’edizione 2015 dell’IFA di Berlino.
Nelle ultime ore sono però emersi diversi rumors legati alle specifiche tecniche del nuovo Motorola Moto X 2015. Stando a quanto riportano alcune fonti in rete, infatti, il nuovo flagship di casa Motorola dovrebbe poter contare su due elementi inediti rispetto al suo predecessore. Ci riferiamo al supporto per schede microSD che permetterà di espandere la memoria interna del device, che dovrebbe essere pari a 32 GB, ed alla presenza di un flash LED accanto alla fotocamera frontale, un elemento piuttosto raro che potrebbe rivelarsi interessante. La presenza dello slot per microSD rappresenta, sicuramente, il più importante update rispetto al Moto X 2014 che, ricordiamo, non supporta le microSD e presenta appena 16 GB di storage interno.
Per ora, in ogni caso, le restanti specifiche tecniche del nuovo Motorola Moto X 2015 non sono ancora note nonostante i rumors sul device non manchino di certo. Il nuovo top di gamma di casa Motorola dovrebbe, infatti, montare un display AMOLED da 5.2 pollici di diagonale con risoluzione QHD affiancato dal SoC Snapdragon 808 con CPU Hexa-Core e 4 GB di memoria RAM. Il nuovo Motorola Moto X 2015 potrebbe, in sostanza, riproporre la scelta fatta da LG con il suo LG G4 e non presentare il tanto chiacchierato Snapdragon 810 afflitto da problemi di surriscaldamento che ne minano in modo evidente le performance. Maggiori dettagli in merito alle specifiche tecniche del nuovo Motorola Moto X 2015 emergeranno senza dubbio nel corso delle prossime settimane. Continuate a seguire FocusTech.it per restare in contatto con tutte le novità legate al futuro top di gamma di casa Motorola.
La gamma degli smartphone Sony Xperia Z ha finalmente iniziato a ricevere Android 5.0.2 Lollipop a livello internazionale, mente la serie Xperia Z1 un aggiornamento firmware
Tutti i possessori di uno smartphone/phablet della gamma Sony Xperia Z saranno felici di sapere che l’azienda giapponese ha iniziato ufficialmente a rilasciare l’aggiornamento Android 5.0.2 Lollipop per questi dispositivi.
Secondo quanto è trapelato dai primi feedback e dalle informazioni che sono state rilasciate ufficialmente dal blog Sony, il nuovo aggiornamento Android 5.0.2 Lollipop ha un peso specifico di circa 700 mb (che può variare in aumento a seconda del dispositivo da aggiornare) ed è già disponibile sia tramite modalità OTA che collegando il terminale al PC con cavetto USB e utilizzando il software di aggiornamento PC Companion.
Va da sottolineare che prima di iniziare il processo di aggiornamento, dovrete avere almeno 1,2GB di spazio disponibile sul vostro smartphone/phablet Sony e vi raccomandiamo, se usate la modalità OTA di aggiornare il dispositivo solo se la batteria è carica almeno al 50%, per evitare problemi durante la procedura di download e installazione che può metterci svariati minuti.
Dato che l’aggiornamento è disponibile da poche ore, non tutti i paesi sono stati ancora coinvolti; i primi feedback positivi arrivano attualmente principalmente dall’Asia e dal Sud America, ma molto probabilmente in tempi rapidi la notifica di aggiornamento sarà disponibile anche da noi in Italia (magari mentre state leggendo quest’articolo).
Serie Sony Xperia Z le novità principali di Android 5.0.2 Lollipop
Quali sono le principali novità che il passaggio ad Android 5.0.2 Lollipop apporterà al vostro smartphone della serie Sony Xperia Z?
Inanzi tutto queste sono le novità generiche che troverete nei dispositivi:
Il sistema operativo passa da Android Kitkat ad Android Lollipop;
L’interfaccia viene modificata in stile Material Design con animazioni e colori diversi;
Aggiunte le notifiche intelligenti (o attive) nel lockscreen con la possibilità di personalizzazione di quest’ultime;
Possibilità di installare applicazioni direttamente su microSD o comunque spostarle dalla memoria interna a quella esterna;
Supporto per il multi utente e la guest mode (modalità ospite);
Sony Xperia Z1, Z1 Compact, Z Ultra arriva un nuovo firmware
Per i dispositivi Sony Xperia Z1, Z1 Compact e Z Ultra è stato rilasciato invece un nuovo firmware che comprende una serie di miglioramenti e fix bug della versione precedente, tra cui troviamo:
Risolto il problema del bug no “service” nelle notifiche attive del lockscreen;
Aggiunta la nuova funzione di Sony “close-all-button” che vi permette di chiudere con un semplice click tutte le applicazioni attive sul telefonino;
Risolto un problema con le notifiche tramite flash LED;
Risolti alcuni problemi di spostamento di dati e applicazioni dalla memoria interna a quella su microSD e viceversa che si verificava su certi dispositivi;
Migliorata la gestione dei messaggi nella modalità Ultra Stamina Mode
Altri piccoli fix di bug qua e la.
Anche in questo caso l’aggiornamento del firmware con tutti questi miglioramenti pare sia già disponibile tramite modalità OTA o tramite PC Companion, quindi avrete l’imbarazzo della scelta; ovviamente se non avete ancora ricevuto la notifica di aggiornamento portate ancora un po’ di pazienza che prima o poi arriverà anche sul vostro smartphone Sony Xperia Z
Samsung Galaxy A8 amplierà presto la gamma dei dispositivo con scocca in metallo dell’azienda coreana; in più sarà aggiunto anche lo scanner per le impronte digitali.
All’inizio di quest’anno rumors indicavano che Samsung stava registrando alcuni nuovi prodotti per la “serie A”, ovvero i dispositivi di fascia media e alta con scocca in metallo; tra questi compariva il nuovo marchio Galaxy A8.
Oggi arrivano conferme decisamente più realistiche che lo smartphone è effettivamente in corso di sviluppo, e presto potrebbe ampliare la gamma dei device sottili e con materiali pregiati dell’azienda coreana.
Inizialmente si pensava che Samsung Galaxy A8 fosse un nuovo dispositivo destinato unicamente al mercato asiatico (se andiamo più nello specifico per la Cina e mercato locale coreano), ma in realtà sembra che lo smartphone sarà destinato anche ad altri lidi, come il mercato americano e quello europeo, comprendendo quindi anche l’Italia.
Galaxy A8 si differenzierà anche dai suoi predecessori (A3, A5 e A7) perché forse utilizzerà uno scanner per le impronte digitali, che quindi ne accrescerà ulteriormente le funzioni e il livello tecnologico (sbocco rapido e sicuro, pagamenti in mobilità eccetera); è possibile che in futuro Samsung monti la tecnologia del proprio scanner per le impronte digitali anche su dispositivi di fascia sempre più bassa, facendolo diventare quindi un valore aggiunto standard per molti dei suoi modelli futuri.
Samsung Galaxy A8 qualche dettaglio hardware
Galaxy A8, nome in codice aziendale SM-A800 sulla carta dovrebbe diventare lo smartphone con scocca in metallo della “seria A” con il display più grande disponibile, dato che in questo caso si parla di un pannello da 5,7 pollici di diagonale, ovviamente con tecnologia Super Amoled, e risoluzione full hd 1920 x 1080 pixel, quindi circa 0,2 pollici più grande rispetto all’attuale Galaxy A7.
Pur avendo un display più grande sembra che la scocca in metallo sarà ancora più sottile, dato che lo spessore si dovrebbe assestare intorno ai 5,9 mm, o comunque restare almeno sotto i 6 mm.
A livello di hardware interno previsto un chipset Snapdragon 615, con architettura Octa-Core Cortex A53 a 64 bit, abbinato a 2GB di memoria ram e a 16GB di memoria interna (anche se in quest’ultimo caso non viene specificata la presenza o meno dello slot per microSD).
A livello multimediale alcuni passi in avanti ci saranno: è prevista infatti una fotocamera posteriore da 16 megapixel con autofocus e flash led (3 megapixel in più rispetto al modello A7 per intenderci) e una fotocamera anteriore da 5 megapixel per selfie di buona qualità; essendo il chipset uno Snapdragon 615 la registrazione video dovrebbe essere limitata alla FHD 1080p.
Pur essendo sulla carta piuttosto sottile Samsung Galaxy A8 sembra che non lesinerà sulla batteria; è previsto infatti un amperaggio da ben 3050 mAh più che adeguato per garantire un autonomia di tutto rispetto.
A livello di software ovviamente previsto fin da subito il sistema operativo Android Lollipop (versione ancora da stabilire) con interfaccia personalizzata TouchWiz anche se non sappiamo se quest’ultima sarà ottimizzata in stile Galaxy S6 e S6 Edge, o sarà quella classica già vista sui precedenti Galaxy A.
Samsung Galaxy A8 in termini di fascia di prezzo e di clientela si dovrebbe collocare tra il Galaxy A7 e l’attuale Galaxy Note 4, un dispositivo quindi con display grande che si migliora un po’ rispetto ai modelli precedenti di fascia alta ma non è ancora un vero top di gamma.
L’HTC Desire Eye è uno degli smartphone più interessanti prodotti da HTC negli ultimi mesi. Si tratta di uno smartphone di fascia alta che si posiziona al vertice della gamma di dispositivi Desire e rappresenta un elemento di collegamento con i top di gamma della serie One. A conti fatti ci troviamo di fronte ad uno smartphone completo sotto ogni punto di vista, con un design in pieno stile HTC ed una scheda tecnica di sicuro interesse. L’HTC Desire Eye rappresenta, senza dubbio, una valida alternativa ai top di gamma del mondo Android.
SCHEDA TECNICA
Sistema operativo: Android 5.0.2 Lollipop con HTC Sense UI 6.0
L’HTC Desire Eye si caratterizza per una scocca in policarbonato in grado di sostituire egregiamente il tradizionale metallo presente nella serie One. Il device, infatti, presenta dei materiali di ottima fattura con la parte posteriore che si caratterizza per una lavorazione opaca mentre gli elementi frontali possono contare su di una lavorazione lucida. Il mix finale è decisamente interessante e contribuisce a dare personalità al device. La qualità costruttiva è ottima, non vi sono scriccioli di alcun tipi e la certificazione IPX7 di resistenza all’acqua del device rappresenta una garanzia.
L’elemento principale della parte frontale dello smartphone, oltre all’ampio display FullHD da 5.2 pollici, è senza dubbio la fotocamera anteriore dotata di un sensore da 13 Megapixel con Flash LED True Tone molto ben visibile nella parte alta della scocca. Sempre nella parte frontale del telefono troviamo, opportunamente celati rispetto alla gamma One, la doppia cassa frontale BoomSound. Sul bordo destro troviamo i tasti di accensione-spegnimento ed il tasto per la regolazione del volume oltre al tasto per controllare la fotocamera posizionato nella parte inferiore. Sul bordo sinistro, invece, sono collocati gli slot per la microSD e per la nano SIM. Il bordo superiore ospita il tradizionale jack per le cuffie mentre il bordo inferiore la porta microUSB. Passando alla parte posteriore dell’HTC Desire Eye, caratterizzata come detto da policarbonato opaco, troviamo, nel bordo superiore sinistro la fotocamera principale.
HARDWARE
Come detto in precedenza, l’HTC Desire Eye ha davvero poco da invidiare agli attuali top di gamma del mondo Android. Oltre al già citato display da 5.2 pollici FullHD, il device monta il SoC Snapdragon 801, ovvero il chip di Qualcomm utilizzato dai principali top di gamma del 2014, con CPU Quad-Core da 2.3 GHz, GPU Adreno 330 e 2 GB di memoria RAM. Si tratta di specifiche di ottimo livello che garantiscono performance eccellenti nell’utilizzo di tutti i giorni e sono in grado di gestire al meglio anche i giochi più pesanti e complessi. A completare la dotazione hardware troviamo una memoria interna da 16 GB, espandibile tramite microSD, una batteria da 2500 mAh, una fotocamera posteriore da 13 Megapixel ed una fotocamera anteriore sempre da 13 Megapixel.
DISPLAY
L’HTC Desire Eye monta un display IPS da 5.2 pollici caratterizzato da una risoluzione FullHD, pari a 1080 x 1920 pixel. Il vetro è un Gorilla Glass 3, una garanzia in termini di resistenza agli urti ed ai graffi. Il pannello dell’HTC Desire Eye è, senza dubbio, di ottima qualità con una buona resa dei colori. Il punto di forza principale è, senza dubbio, rappresentato dalla luminosità molto alta e dal sensore di luminosità che funziona molto bene.
SOFTWARE
Sbarcato sul mercato internazionale con Android 4.4.2 KitKat, l’HTC Desire Eye ha ricevuto nelle scorse settimane l’aggiornamento software con il debutto del nuovo Android 5.0.2 Lollipop che porta con sé il Material Design introdotto da Google con la nuova versione del suo sistema operativo e diverse nuove funzioni. Il comparto software del device è personalizzato dall’interfaccia utente HTC Sense 6.
FOTOCAMERA
Uno degli aspetti più interessanti dell’HTC Desire Eye è, senza dubbio, rappresentato dalle due fotocamere da 13 Megapixel montate una sulla parte anteriore ed una su quella posteriore del device ed entrambe supportate da un doppio flash LED. La camera posteriore garantisce prestazioni di buon livello, in rapporto alla concorrenza, con scatti di buona qualità anche in condizioni di luce meno intensa.
La camera anteriore rappresenta, senza dubbio, uno dei punti di forza del device risultando perfetta per tutti gli appassionati di selfie. Ottima l’interfaccia della fotocamera che garantisce un’immediatezza di utilizzo di alto livello sia in versione manuale che in versione automatica. Entrambe le fotocamere possono registrare video in FullHD a 30 fps caratterizzati, per altro, da un audio di pregevole fattura. Una delle caratteristiche interessanti del device è la possibilità di effettuare foto o video in split-screen utilizzando, in contemporanea, entrambe le fotocamere.
AUDIO, RICEZIONE e BATTERIA
L’HTC Desire Eye viene promosso a pieni voti per quanto riguarda il comparto telefonico con un audio in capsula ottimo, ricezione sopra la media e eccellenti performance del vivavoce grazie all’altoparlante Boom Sound. Il software Sense dà un contribuito ulteriore nella gestione del comparto telefonico con funzioni, come la ricerca smart, di sicuro interesse per l’utente. Per quanto riguarda l’autonomia di utilizzo, lo smartphone di HTC raggiunge la sufficienza senza mettere in mostra risultati particolari. Grazie ad una batteria da 2.400 mAh è possibile concludere una giornata intera anche se un intenso utilizzo dello smartphone può richiedere il ricorso alle funzioni Risparmio Energetico e Risparmio Energetico Estremo. Una batteria più capiente, in questo caso, non avrebbe fatto male.
Video Recensione
CONCLUSIONI
L’HTC Desire Eye rappresenta, senza alcun dubbio, una soluzione quanto mai interessante che si va a collocare di poco al di sotto degli attuali top di gamma del mercato Android rispetto ai quali offre però prestazioni del tutto comparabili. Lo Snapdragon 801 rappresenta, infatti, una solidissima base di partenza su cui HTC ha costruito uno smartphone completo sotto ogni aspetto che può rappresentare una valida alternativa a smartphone un po’ più costosi. Le due fotocamera da 13 Megapixel sono più che buone e daranno senza dubbio soddisfazioni agli utenti che amano scattare foto con i propri smartphone. Attualmente, il device può essere acquistato in Italia ad un prezzo di circa 400 Euro.
Ringraziamo Sgnoogle (Francesco Sgnaolin) per la realizzazione del video.
La casa di Mountain View, Google, ha investito di recente anche sul Farmers Business Network, il cui obiettivo è di realizzare una rete informatica di dati da effettuarsi su semi e terreni.
Dopo le auto senza guidatore e gli ultrainnovativi occhiali, ora Googlescommette sull’agricoltura, precisamente con riguardo ai campi americani. Ha infatti investito parecchio denaro in una start up, Farmers Business Network, che sta elaborando una rete computerizzata per quanto concerne i dati su semi e terreni. L’obiettivo è di aiutare gli agricoltori a coltivare meglio a minori costi.
La start-up è stata co-fondata da un ex manager e programmatore di Google e fa uso di reti di computer per esaminare attentamente i dati sui rendimenti dei raccolti e sulle previsioni meteorologiche, oltre a considerare la metodologia utilizzata per coltivare.
Tenendo conto di tutti questi dati, la Farmers Business Network praticamente dà dei consigli agli agricoltori per incrementare i rendimenti dei propri raccolti e diminuire l’utilizzo di fertilizzanti e di pesticidi.
La divisione di capital venture della casa di Mountain View, “Google Ventures”, ha raccolto 15 milioni di dollari per la start up.
Andy Wheeler, general partner di Google Ventures, entrerà nel consiglio di amministrazione della Farmers Business Network in merito all’investimento effettuato, ed ha sottolineato come i dati ottenuti sono uno strumento per incrementare i guadagni e la produttiva nell’agricoltura. “I dati sono un ottimo strumento per guidare la prossima ondata di aumento della produttività nello spazio agricolo“.
Una Silicon Valley che risulta sempre più attenta verso l’agricoltura, oggi divenuta più innovativa e tecnologica ma anche “sana”, grazie al minor uso di fertilizzanti e pesticidi.
Tutti gli agricoltori che hanno deciso di abbonarsi al servizio di Farmers Business Network, pagano 500 dollari l’anno.
Devono presentare tutti i dati dei precedenti raccolti, la quantità e qualità dei semi che sono stati piantati e tutte le tipologie di fertilizzanti usate.
Una serie di dati che vengono esaminati con attenzione, incrociandoli sulla base delle informazioni ricevute da altri agricoltori. Alla conclusione di tale “trattamento informatico” la Farmers Business Network giungerà alla sua analisi definitiva.
Charles Baron, co-fondatore di Farmers Business Network, ritiene che questo modo sia il migliore per fare agricoltura: “Con piu’ informazioni trasparenti, crediamo ci sia un modo migliore di coltivare“.
Per Google non si tratta del primo investimento in agricoltura, in quanto già in passato ha puntato su Impossible Foods, impegnata nello sviluppo di burger e formaggi di origine vegetale, e su Granular, software house specializzata nella gestione agricola.