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Samsung Galaxy S6 edge Iron Man Limited Edition presentato ufficialmente

Samsung Galaxy S6 edge Iron Man Limited Edition

Che cosa succede quando si mettono insieme le idee di un colosso della telefonia mobile quale Samsung ed un colosso dei fumetti e della fantascienza quale MARVEL? La risposta è senza dubbio qualcosa di eccezionale. Ed è proprio questo quello che hanno realizzato queste due aziende.

In occasione del film Avengers: Age of Ultron, i dirigenti della MARVEL hanno preso accordi con Samsung al fine di realizzare una versione personalizzata di smartphone che riprendesse le sembianze di un super eroe protagonista del film. Dovendo scegliere uno smartphone dal catalogo Samsung, perchè non il migliore? Ed infatti ecco che Samsung e MARVEL hanno presentato, nel corso della giornata di ieri, lo smartphone Samsung Galaxy S6 edge Iron Man Limited Edition.

L’estetica presenta sia somiglianze che novità

Analizzandolo dal punto di vista estetico, troviamo sia delle similitudini con il Samsung Galaxy S6 edge originale e sia delle assolute novità. Le somiglianze sono rappresentate dai materiali di costruzione utilizzati: metallo per quanto riguarda il bordo laterale e vetro Corning Gorilla Glass 4 per quanto riguarda sia la parte anteriore che la parte posteriore. Esse finiscono qua, Per quanto riguarda invece la novità, troviamo una colorazione tendente al rosso con tutti i dettagli in colorazione dorata (sono i colori tipici di Iron Man). Sulla scocca posteriore è anche presente il casco di Iron Man.

Analizzando invece il Samsung Galaxy S6 edge Iron Man Limited Edition dal punto di vista tecnico, troviamo che le differenze con la versione originale sono praticamente nulle. Stessa processore, stesso display, stesse memorie di nuova generazione ecc.

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La confezione di vendita del Samsung Galaxy S6 edge Iron Man Limited Edition ci è stata fatta vedere direttamente dal produttore coreano attraverso un video unboxing ufficiale. Da esso abbiamo appreso che sarà presente, oltre alla solita accessoristica, anche un carica batteria wireless raffigurante il cuore cibernetico di Tony Stark.

https://youtu.be/wB6MId15cpo

Arrivo sul mercato e paesi di vendita del Samsung Galaxy S6 edge Iron Man Limited Edition

Ma veniamo alle note dolenti. Innanzitutto, l’unica versione disponibile del Samsung Galaxy S6 edge Iron Man Limited Edition è quella da 64 GB. In secondo luogo, la commercializzazione iniziale è prevista solamente nel territorio della Corea del Sud a partire da domani mentre la settimana prossima incomincerà in Cina ed a Hong Kong. Nessuna comunicazione è stata fatta nè sul prezzo di vendita (che immaginiamo essere leggermente superiore rispetto alla versione originale) e nè sulla commercializzazione in altri mercati.

fonte

Samsung inizierà la produzione di chip a 10 nm nel Q3 2016

Samsung

Fin da quando eravamo piccoli, ci è stato insegnato che le parti fondamentali di un computer sono essenzialmente due: l’hardware ed il software. Per quanto riguarda lo sviluppo del software, non vi sono particolari problemi se non il limite alla fantasia degli sviluppatori. Quando invece si parla di hardware, i limiti cominciano a palesarsi. Un chiaro monito a questo è la legge di Moore che, di recente, ha compiuto 50 anni dalla sua formulazione:

Le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi

Legge di Moore

Questa legge risulta veritiere fin quando non si raggiungerà un livello tale di miniaturizzazione del silicio (comunemente chiamato “processo produttivo a xx nm”). Dopo di che, si dovrà trovare un altro materiale in grado di soddisfare le richieste di calcolo e di efficienza energetica. Uno dei più indicati e che al momento è sotto stretta osservazione è il grafene.

Al momento attuale, siamo già arrivati ad avere chip realizzati con un processo produttivo a 14 nm. A produrli, per il momento, sono solamente Samsung ed Intel. Ci sono molte variabili sulla grandezza minima di un transistor oltre la quale non si può andare: secondo Samsung, ci si può spingere benissimo fino a 3 nm mentre secondo Intel ci sarebbero molti problemi già oltre i 5 nm.

Ogni step evolutivo non apporta una riduzione di un solo nm alla produzione, altrimenti si potrebbe andare avanti ancora per molti anni. Il prossimo step è rappresentato dalla realizzazione di chip a 10 nm. Stando a quanto dichiarato da Samsung, i test su tale scala di produzione sono già incominciati e promettono bene. Se tutto andrà secondo i piani, la produzione di massa utilizzando tale processo produttivo potrebbe incominciare già a partire dalla seconda metà del prossimo anno.

Sono molte le aziende interessate alla tecnologia di Samsung

Ad essere interessate per questa tecnologia non è solo Samsung, anzi. Il colosso coreano è uno dei maggiori fornitori di chip al mondo, con aziende del calibro di Apple, Acer, Dell ecc. che si riforniscono sistematicamente da esso. Restringendo il cerchio solo su Apple, potremmo vedere equipaggiato un chip a 10 nm su un ipotetico iPhone 8.

fonte

Come effettuare il jailbreak su iPhone 6 e iPhone 6 Plus

Jailbreak Pangu8

A distanza di diversi mesi dall’uscita del conosciuto tool Pangu, riprendiamo la questione jailbreak per proporvi una guida che sarà utile a sbloccare il vostro smartphone con Firmware iOS 8.0 o 8.1. L’ultimo tool che permette infatti di poter acquisire il pieno controllo sul nostro dispositivo è proprio Pangu8, un tool sviluppato da un gruppo di ricercatori e sviluppatori cinesi, che ha portato avanti questo progetto con l’aiuto di diverse realtà, ed ha saputo migliorarlo ed ottimizzarlo sino a renderlo il miglior tool per il jailbreak di iOS 8 ed iOS 8.1.

Pangu8 è disponibile sia per piattaforma Windows che per Mac OSX, ed il suo utilizzo è davvero semplice, quasi banale. Il programmino infatti richiede solo alcuni semplici accorgimenti tecnici, e il suo utilizzo è molto semplice grazie a pochi step da seguire e ad una spiegazione guidata di pochi passaggi necessari.

Il funzionamento di Pangu8

Pangu8 è arrivato ora alla versione 1.2.1 per Windows mentre per Mac è fermo alla versione 1.0. Appena qualche giorno fa infatti, abbiamo potuto vedere come la situazione del jailbreak per iOS 8.3 e il precedente iOS 8.2 sia ancora in alto mare. Dopo che i diversi team di TAIG ed altri, hanno avuto alcune difficoltà, sembra infatti che il jailbreak per gli ultimi firmware dovrà ancora attendere.

Ma tralasciando la situazione attuale, che potete visionare sul nostro sito, possiamo dire che per ora l’ultimo firmware totalmente compatibile con un jailbreak untethered è la versione 8.1. Con Pangu8 potrete facilmente ottenere i massimi privilegi anche su iPhone, vediamo come.

Guida per il Jailbreak di iOS 8.0 8.1

Requisiti

  • Computer con sistema operativo Windows o Mac OSX
  • Dispositivo Apple iPhone 4s, iPhone 5, 5s, iPhone 6, 6 Plus, iPad Mini 2, 3, iPad Air, 2
  • Backup del vostro dispositivo
  • iTunes 12 installato sul computer
  • Download Pangu8 Mac OSX, Windows

Guida

  1. Assicuratevi di aver installato l’ultima versione di iTunes e che il vostro iPad o iPhone sia correttamente riconosciuto dal programma.
  2. Chiudete iTunes. Scaricate e successivamente avviate Pangu8.
  3. All’avvio del programma collegate il vostro dispositivo al computer ed attendete che Pangu lo riconosca. Staccate e riattaccate il device o riavviate il programma se non avviene.
  4. Pangu8Schiacciate sul pulsante “Start Jailbreak” presente al centro del programma, e quindi nella schermata successiva accettiamo i consigli del programma quali effettuare un backup se non lo abbiamo fatto, ed inserire il dispositivo iPhone o iPad in “modalità Aereo” prima di proseguire. Se abbiamo già provveduto a queste semplici operazioni preliminari, proseguiamo cliccando su “Already did” (come in figura accanto).
  5. Ora attenderete qualche secondo per permettere al programma di installare il jailbreak con l’ultima versione di Cydia disponibile.

Al termine il vostro tablet o smartphone Apple si riavvierà, ed avrete la vostra applicazione Cydia installata sul device.

Come avete inteso il procedimento è davvero semplificato, ed attendendo altri risvolti per ora questo è il jailbreak untethered più recente. Se volete quindi avere il i massimi permessi sul vostro iPhone, non vi resta che seguire la guida e sbloccare del tutto il vostro device marchiato Apple.

Gionee Elife E8 scatta foto interpolate da 100 Megapixel?

Gionee Elife E8 scatta foto a ben 100 megapixel?
Gionee Elife E8 scatta foto a ben 100 megapixel?

A poco più di una settimana dalla sua certificazione in Cina, Gionee Elife E8 fa parlare di se nuovamente per la sua fotocamera posteriore.

Il mercato degli smartphone in Cina è in costante fermento, dato che al suo interno nascono sempre nuove società e le attuali si ingrandiscono giorno dopo giorno vendendo anche nei mercati internazionali; alcune di loro come ad esempio Xiaomi, Huawei, Lenovo nel campo della telefonia mobile sono ormai considerate delle vere aziende leader nel settore a pari merito di marchi più famosi come Sony, LG, Htc.

Gionee Elife E8 scatta foto a 100 megapixel?

Un altra società che sta facendo parlare di se, anche se è ancora emergente, è Gionee che con il suo ultimo smartphone top di gamma chiamato Elife E8 sta cercando di stupire la clientela cinese.

Il dispositivo in questione, certificato giusto poco più di una settimana fa da TENAA (l’equivalente negli USA della FCC) sembra che apporterà un innovazione piuttosto interessante nel campo multimediale: dovrebbe essere infatti capace di scattare foto interpolate (sovrapposte una sull’altra) ad una risoluzione massima di ben 100 megapixel.

Questo piccolo “miracolo” tecnologico avverrebbe lato hardware grazie alla fotocamera posteriore con sensore ottico da ben 23,8 megapixel e grazie al software nativo di Gionee che ne permetterebbe l’interpolazione.

La possibilità di scattare foto a ben 100 megapixel consentirebbe all’utente di ottenere fotografie con dettagli più elevati e rumore video minore, quindi sulla carta un risultato finale superiore rispetto alla media delle immagini scattate dalle fotocamere della concorrenza.

Gionee Elife E8 qualche altro dettaglio Hardware

Ovviamente Gionee Elife E8 non è solo uno smartphone tutto fotocamera; il design del prodotto è all’avanguardia in termini di spessore e peso, utilizza una scocca in metallo (quindi materiali pregiati) e dovrebbe avere un hardware di alto profilo.

Da quello che sappiamo lo smartphone utilizzerebbe infatti un display Super Amoled da 4,6 pollici di diagonale con risoluzione QHD 2560 x 1440 pixel (con un elevata densità per pixel pari a 639 PPI), un processore Octa-Core con Chipset Mediatek MT6795 funzionante alla frequenza massima di 2 Ghz, ben 3GB di memoria ram e 32GB di memoria interna ovviamente espandibile con microSD per chi abbisogna di più spazio per file multimediali, documenti, foto eccetera.

Per chi poi ama scattare foto selfie la fotocamera anteriore dovrebbe soddisfare anche gli utenti più esigenti grazie ad un sensore da 8 megapixel, che è sopra lo standard di molti altri smartphone della concorrenza che si fermano quasi sempre a 5 mega pixel.

Per chi infine ha paura di rimanere durante la giornata con la batteria a terra sembra proprio che Gionee Elife E8 sia ben coperto grazie ad amperaggio di 3520 mAh, che per fare un esempio supera di quasi 1000 mAh la batteria del Galaxy S6 che oltretutto ha un display anche più grande.

Samsung Galaxy S6, vendite inferiori alle attese

Samsung Galaxy S6

Dopo i primi giorni di commercializzazione, il nuovo Samsung Galaxy S6 e la sua versione Edge sembravano destinati a diventare, rapidamente, i nuovi leader di vendita per il mondo Android e già in molti vedevano come concreta l’ipotesi di dover rivedere verso l’alto le stime di vendita di Samsung che puntava al raggiungimento del traguardo dei 70 milioni di unità vendute entro la fine del 2015.

Al termine del primo mese di commercializzazione, Samsung ha distribuito, per ora, 10 milioni di unità di Samsung Galaxy S6 e S6 Edge. Un dato senza dubbio importante ma che rende decisamente difficile il raggiungimento del target di vendita fissato da Samsung ad aprile. Secondo le informazioni emerse in rete in queste ore, il nuovo Samsung Galaxy S6 Edge si caratterizzerebbe per una domanda superiore alle attese, che ha costretto Samsung ad un incremento di produzione, mentre il modello più tradizionale, il Samsung Galaxy S6 Flat, non sembra aver convinto più di tanto gli utenti ed è, al momento, il principale indiziato per quanto riguarda i risultati commerciali dei nuovi top di gamma in questo primo mese di commercializzazione. Come metro di paragone, il Samsung Galaxy S4 raggiunge il traguardo delle 10 milioni di unità vendute dopo 27 giorni di commercializzazione mentre il Galaxy S5 ce ne mise appena 25 giorni. I nuovi Samsung Galaxy S6 e S6 Edge sono, invece, arrivati a 30 giorni.

Per raggiungere il traguardo delle 70 milioni di unità vedute, Samsung dovrebbe distribuire nei prossimi sette mesi circa 9 milioni di unità al mese, una missione decisamente difficile da portare a termine. Maggiori dettagli in merito alle vendite dei Samsung Galaxy S6 e Samsung Galaxy S6 Edge arriveranno, senza dubbio, nel corso delle prossime settimane.

Sony BRAVIA 4K Android TV sbarcano in Italia

BRAVIA 4K Ultra HD

Sony BRAVIA Android TV, insieme con la nuova linea di TV delle serie X83C, X85C, X90C, X93C e X94C, sbarcano in Italia. Il 4K Ultra HD, il Digital Home Entertainment con Android TV e tutti i futuri scenari introdotti da parte di Sony alla presentazione dei nuovi modelli, per innovare e sorprendere sempre in ambito TV.

Un nuovo potente processore, il 4K X1 di Sony, che assicura una visione nitida di qualsiasi formato (4K, Alta Definizione). Un chip X1 capace di conferire a qualsiasi tipologia di contenuto (anche quelli provenienti da Internet) una estrema chiarezza e soprattutto dei colori brillanti, grazie all’uso di un esclusivo sistema che assicura un eccellente livello di definizione del 4K.

TV che riescono a riprodurre le texture nei minimi dettagli, procedere all’abbassamento del rumore delle immagini e migliorare il contrasto.

Le nuove serie X93C e X94C saranno inoltre compatibili con i contenuti High Dynamic Range (HDR) tramite un apposito aggiornamento di rete. Proprio a tal riguardo  X-tended Dynamic Range PRO riferito al modello X94C da 75″ e X-tended Dynamic Range per i modelli X93C da 55″ e 65″, saranno capaci di assicurare la massima luminosità del display LED.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, i due nuovi modelli X94C e X93C, grazie all’audio Hi-Res, possono offrire un eccellente livello di coinvolgimento grazie alla possibilità di riprodurre anche i minimi dettagli. Ricorrendo invece alla tecnologia DSEE HX si potrà procedere alla conversione di qualsiasi tipo di audio.

Infine la presenza di Android TV, per visualizzare sul display della Tv tutto quello che di solito viene eseguito sul proprio smartphone o tablet, come musica, fotografie, video, applicazioni e molto altro ancora.

Grazie a Google Cast Ready sarà possibile trasferire con facilità qualsiasi contenuto da smartphone e tablet al proprio TV Sony.

I  nuovi TV prodotti dalla Sony, i BRAVIA 4K Ultra HD con Android TV, saranno in vendita a partire dal mese di giugno 2015.

iPhone 6S, fotocamera posteriore RGBW da 12 Megapixel

iphone 6s camera

Il nuovo iPhone 6S, a diversi mesi di distanza dal suo debutto ufficiale, che dovrebbe avvenire nel corso del prossimo mese di settembre, continua a far parlare di sé. Nella giornata di oggi, infatti, sono emersi nuovi rumors legati ad uno dei punti più interessanti del nuovo smartphone di Apple, ovvero la fotocamera posteriore.

Secondo le ultime indiscrezioni, infatti, il nuovo iPhone 6S dovrebbe montare un nuovo sensore RGBW da 12 Megapixel prodotto da Sony che dovrebbe garantire un salto di qualità ulteriore al già ottimo comparto fotografico dello smartphone di Apple.

Grazie alla tecnologia applicata sul nuovo sensore della fotocamera, l’iPhone 6S sarà in grado di realizzare scatti ancora più luminosi con tempi di messa a fuoco ridotti grazie al contributo di un nuovo sistema di “face detection”. A migliorare la qualità delle immagini catturate dal nuovo iPhone 6S ci penserà anche la tradizionale ottimizzazione di Apple che, possiamo star certi, presenterà un prodotto ancora una volta di prima classe. A completare la dotazione del nuovo iPhone 6S ci sarà, inoltre, un flash dual tone in grado di garantire buoni scatti anche in condizioni di scarsa luminosità. Possibili novità dovrebbero arrivare anche per quanto riguarda la fotocamera anteriore che potrebbe registrare un notevole passo in avanti, quanto meno in termini di megapixel.

Il nuovo iPhone 6S dovrebbe portare con sé ulteriori novità dal punto di vista hardware mentre il design dovrebbe, grosso modo, ricalcare le linee dell’iiPhone 6. Il nuovo smartphone di Apple, cosi come la generazione attuale, sarà realizzato in due versioni, una con display da 4.7 pollici ed una da 5.5 pollici. Per ora non ci resta che restare in attesa di ulteriori informazioni in merito alle specifiche tecniche dei nuovi iPhone 6S che, ricordiamo, saranno presentati a settembre.

Domanda di sicurezza? Per Google meglio la verifica in due passaggi

Il tema della sicurezza informatica è sempre più sulla bocca degli utenti. In effetti, crescendo il numero di informazioni che immettiamo online (foto, video, dati personali), è logico che migliore deve essere la protezione ad esse riservate. Ed allora sono tanti i sistemi di sicurezza che si stanno sviluppando ma tutti prendono, come base di partenza, la protezione mediante password.

La totalità dei siti che richiede una registrazione infatti garantisce il primo step della sicurezza mediante un nome utente ed una password. Il nome utente viene registrato nei server del proprietario di quel determinato sito così come anche la password, solo che non possono essere lette da nessuna in quanto crittografate. Il secondo step della sicurezza è rappresentato dalla possibilità di recuperare la password nel caso in cui la perdessimo. In questo caso, la tecnica più utilizzata è quella della domanda di sicurezza: impostando una relativa domanda e risposta che solo noi conosciamo, si può procedere al recupero.

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Tuttavia, questo è un metodo non troppo sicuro ed antiquato, stando alle dichiarazioni di Google. Da colosso del web quale è, Google è sempre alla ricerca del modo migliore per tenere al sicuro ciò di più prezioso possiede nei server: i dati degli utenti. A questo proposito, esso ha recentemente lodato la propria scelta di adottare la verifica in due passaggi, denigrando il più tradizionale metodo con la domanda di sicurezza.

Ma come funziona la verifica in due passaggi e perchè è migliore rispetto alla domanda di sicurezza?

Innanzi tutto, per poter accedere al nostro account, è necessario fornire a Google uno o due numeri di cellulare. Il motivo è molto semplice: ogni volta che cercheremo di accedere al nostro account da un qualunque dispositivo elettronico, ci verrà chiesto di inserire il codice univoco che ci verrà inviato tramite SMS, a meno che non abbiamo autorizzato permanentemente quel determinato device.

Google verifica in due passaggi

La verifica in due passaggi sta proprio in questo: il primo step è rappresentato sempre dal nome utente (in questo caso l’e-mail) e la password mentre il secondo step dall’immissione del codice univoco. Se ci fate caso, è lo stesso metodo utilizzato dalle banche per permetterci di effettuare dei bonifici (in quel caso il codice ci viene fornito dal token).

Per concludere, Google ci fa sapere che servono in media 10 tentativi per recuperare una password protetta con una domanda di sicurezza, in quanto spesso e volentieri domande e risposte sono simili per molti account (il nome del cane, il nome della fidanzata, la data di nascita ecc.), per cui non garantisce una sicurezza adeguata quanto invece la verifica in due passaggi.

Samsung pensa ad un ibrido smartphone/ultrabook

novità su galaxy j5 e j7

L’avvento della tecnologia mobile come la conosciamo adesso ha fatto si che il mondo dei PC ne risentisse molto. La maggior parte delle operazioni che qualche anno fa eravamo abituati a fare con un notebook o con un PC desktop adesso possono essere fatte, in maniera estremamente semplice ed alle volte più veloce, mediante uno smartphone. Questo però non vuol dire che il settore notebook è destinato a scomparire, anzi. Ci sono cose che al momento, per mancanza di potenza computazionale o magari per un semplice fatto di comodità, non possono essere fatte con un dispositivo mobile. Pensiamo ad esempio all’editing video (in special modo adesso che si sta affacciando con molta veemenza la risoluzione 4K).

La dotazione di un moderno lavoratore dunque deve comprendere sia uno smartphone che un notebook. Ma se acquistare entrambi può essere molto dispendioso economicamente parlando, perchè non acquistarne uno che funge sia da smartphone che da computer? Questa sembra essere l’idea di Samsung, almeno stando ad un recente brevetto depositato. Come potete vedere dall’immagine, lo smartphone andrebbe ad inserirsi in un alloggiamento studiato ad-hoc all’interno dello chassis del portatile, fornendo molto probabilmente la potenza di calcolo necessaria al funzionamento e trasformando nello stesso tempo il display in un touchpad.

Brevetto smartphone-notebook Samsung

Non sarebbe una novità la soluzione di Samsung

Nel mondo Android, non è la prima volta che uno smartphone viene trasformato in un componente necessario al funzionamento di un altro dispositivo. Sicuramente vi ricorderete i PadFone di Asus, che erano composti da uno smartphone e da una tablet-station, nella quale doveva venir inserito lo smartphone per funzionare. Il principio è assolutamente lo stesso, solo che Samsung vuole applicarlo non al mondo dei tablet ma al mondo dei computer portatili.

Ovviamente ancora si tratta solamente di un brevetto e nient’altro. Restano da vedere ancora molti dettagli su questo progetto, come per esempio il sistema operativo a bordo: sarà Android, Windows 10 oppure Samsung stupirà tutti adoperando Tizen OS?

Questo brevetto va in un certo senso a dare una mezza risposta all’interrogativo che ci siamo posti ieri nell’articolo riguardante l’iPad Pro. Invece di realizzare un prodotto mobile in grado di sostituire un notebook, la risposta definitiva potrebbe essere quella di realizzare uno smartphone che funge da hardware-companion di un notebook.

HTC A50C, prime informazioni sul nuovo phablet della gamma Desire

HTC A50C

HTC sta lavorando al lancio di un nuovo smartphone di fascia media, caratterizzato dal nome in codice HTC A50C, che andrà ad arricchire la gamma di dispositivi Desire. Il nuovo device in questione sarà un phablet caratterizzato da un display dotato di una diagonale da 5.5 pollici e da una risoluzione HD. Si tratta, quindi, a tutti gli effetti di un prodotto mid-range che potrebbe ritagliarsi uno spazio importante sul mercato. In un primo momento, il nuovo HTC A50C dovrebbe debuttare in Cina ma non è da escludere un lancio commerciale anche in altri mercati, Europa compresa.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche del nuovo HTC A50C, per ora le informazioni non sono moltissime ma piuttosto dettagliate. Il device, come detto, monterà un display da 5.5 pollici di diagonale con risoluzione HD affiancato da un SoC MediaTek MT6735T con CPU Octa-Core e 2 GB di memoria RAM. Lo storage interno sarà pari a 16 GB con la possibilità, naturalmente, di espandere la memoria tramite microSD.

Il comparto delle fotocamere del nuovo HTC A50C sarà costituito da due sensori realizzati da Samsung. Il primo, caratterizzato dal codice S5K3L2XX, sarà montato nella parte posteriore e potrà scattare foto da 13 Megapixel mentre il secondo, con codice S5K5E2YA, sarà all’anteriore e catturerà selfie da 5 Megapixel. Il sistema operativo dovrebbe essere Android 5.0 Lollipop con personalizzazione HTC Sense probabilmente in versione 7. Per ora non ci resta che attendere il rilascio di nuove informazioni in merito al nuovo phablet di casa HTC che, senza dubbio, potrebbe ritagliarsi uno spazio significativo sul mercato europeo nel caso in cui la casa asiatica ne avvierà la commercializzazione anche da noi.

Russia, censura vicina per Facebook e Twitter?

Russia censura vicina per Facebook e Twitter?

La Russia minaccia di bloccare i social network Facebook e Twitter avvertendoli che non stanno osservando le leggi del paese e rischiano dunque di essere oscurati.

È quanto emerge da quanto diffuso dall’ente russo Roskomnadzor che ha reso noto di aver contattato direttamente i vertici di Facebook e Twitter, avvisandoli di non continuare a infrangere le leggi promosse dal capo del Cremlino Vladimir Putin.

Un nuovo scontro si profila dunque all’orizzonte tra la Russia e i due colossi social (e Google), alla cui base vi è il sistema di crittografia adoperato da Facebook e Twitter, in grado di escludere le autorità dal bloccare i siti giudicati illegali.

Non riuscendo a oscurare i singoli siti, il Governo russo sarebbe costretto a bloccare l’intero servizio dei social network. Ricordiamo che tra le norme previste dalle tanto criticate leggi russe, quella con cui le società di Internet dovrebbero indicare alle autorità del paese i blogger che hanno oltre 3000 lettori al giorno e provvedere a chiudere definitivamente tutti i siti segnalati dalle stesse autorità.

Un ulteriore tentativo da parte del governo russo di provare a controllare in qualche modo internet e per tale motivo si profila un nuovo duro “scontro” all’orizzonte.

Una particolare procedura di registrazione per i blogger che hanno molto seguito praticamente respinta sia da Facebook sia da Twitter anche durante lo scorso anno. Nessun piegamento di fronte a quanto richiesto dalle autorità russe.

I vertici del paese richiedono con sempre più insistenza il rispetto delle legislazioni della Russia, in caso contrario scatteranno sanzioni che potranno portare all’oscuramente dei siti dei social. Un braccio di ferro che siamo certi ancora si protrarrà a lungo nel corso delle prossime settimane e ancora lontano da una rapida soluzione.

OCZ Z-Drive 6000: nuovo SSD PCI-E per il mondo server

La tecnologia legata allo storage sta rapidamente evolvendosi verso una maggiore sicurezza dei dati, una maggiore capacità per singolo disco ma soprattutto verso una velocità di trasferimento dati sempre maggiore. Ne sono un esempio oramai classico gli SSD, che stanno velocemente soppiantando i vecchi hard disk meccanici sia per quanto riguarda il mercato consumer che per quanto riguarda il mercato enterprise. E’ proprio di quest’ultimo che vogliamo parlarvi oggi e di un’interessante new-entry: OCZ Z-Drive 6000.

Questa nuova serie di dischi SSD per il mercato server ha delle caratteristiche veramente eccezionali che sarebbero un pò sprecate nell’utilizzo quotidiano di un “utente normale”. Nulla toglie però che chiunque potrà procedere al loro acquisto. La serie OCZ Z-Drive 6000 può essere divisa in tre diverse edizioni:

  • OCZ Z-Drive 6000 SFF: form factor da 2,5 pollici, riesce a raggiungere una velocità di lettura massima pari a 2,9 GB/s, una velocità di scrittura dati massima di 1,9 GB/s, un punteggio rispettivamente di 700.000 in random read IOPS e 160.000 in random write ed è disponibile nei tagli da 800GB, 1,6TB e 3,2TB. L’utilizzo pensato dall’azienda per questo tipo di drive è in situazioni in cui si privilegiano soprattutto le operazioni di lettura.
  • OCZ Z-Drive 6300 SFF: dotato dello stesso form factor e di caratteristiche tecniche molto simili a quelle della serie OCZ Z-Drive 6000 SFF ma utilizzo pensato principalmente per “mixed workload applications”, ovvero data-cemter in cui non viene privilegiata nè la scrittura e nè la lettura. Disponibile anche nel taglio da 6,4 TB (oltre ai tagli del modello enunciato precedentemente), ha una velocità di scrittura massima leggermente inferiore (1,4 GB/s).
  • OCZ Z-Drive 6300 AIC: caratterizzato da un form factor HHHL (Half-Height/Half-Lenght),risulta essere molto utile quando non si ha a disposizione uno spazio molto ampio per integrare molti dischi SSD. La sua forma infatti ricorda molto quella di una scheda video tradizionale. Le caratteristiche tecniche sono praticamente identiche alla versione OCZ Z-Drive 6300 SFF.
SSD con form factor HHHL (Half-Height/Half-Lenght)
SSD con form factor HHHL (Half-Height/Half-Lenght)

L’intera serie di SSD OCZ Z-Drive 6000 è dotata di un controller a 16 canali PCM Sierra. Purtroppo ancora non sono stati annunciati i prezzi di vendita di questi dischi mentre per quanto riguarda la disponibilità, i primi esemplari dovrebbero arrivare sul mercato nel corso della seconda metà dell’anno.

Nokia N1: Debutta a Taiwan, a breve in Europa?

Nokia N1

Dopo la prima apparizione nei listini di Amazon Uk, il Nokia N1, tablet prodotto dall’azienda cinese Foxconn su licenza di Nokia supera nuovamente i confini della Cina, unico mercato dove per ora è stato commercializzato, e sbarca a Taiwan, un mercato molto florido dove il device potrebbe bissare il successo ottenuto sul mercato cinese. Il tablet Nokia N1, infatti, si è reso protagonista di una serie consecutiva di vendite straordinarie, almeno per gli obiettivi prefissati da Foxconn che più volte si è trovata in difficoltà nel garantire un numero sufficiente di unità prodotte.

In ogni caso, il nuovo Nokia N1 è disponibile a Taiwan ad un prezzo che, al cambio attuale, si aggira intorno ai 250 Euro. A differenza di quanto avvenuto sul mercato cinese, il nuovo Nokia N1 sarà distribuito sul nuovo mercato con la possibilità di accedere ai servizi Google, non disponibili nella versione cinese.

Per ora non siamo ancora di fronte ad un avvio della distribuzione su vasta scala del tablet che, in ogni caso, potrebbe effettivamente debuttare anche in Europa ed, in particolare, in Italia nel corso dei prossimi mesi. Ricordiamo che Foxconn ha portato il suo nuovo Nokia N1 al Mobile World Congress 2015 di Barcellona di inizio marzo con la volontà di presentare il dispositivo anche al mercato europeo.

Il Nokia N1 si caratterizza come un device molto interessante dotato di un display caratterizzato da una diagonale di 7.9 pollici e da una risoluzione pari a 1536 x 2048 pixel con 324 PPI di densità. A completare la dotazione tecnica del device troviamo il SoC Intel Atom Z3580 con CPU Quad-Core a 64 bit con clock di 2.3 GHz, 2 GB di memoria RAM, 32 GB di storage interno, una fotocamera posteriore da 8 Megapixel ed una anteriore da 5 Megapixel. Il sistema operativo è Android 5.0 Lollipop personalizzato con Z Launcher sviluppato da Nokia.

Microsoft pronta a sborsare 7 miliardi per acquisire BlackBerry

Il mondo della tecnologia mobile è oramai diventato estremamente spietato. La concorrenza che si è venuta a creare ha fatto si che molti marchi storici della telefonia entrassero in crisi o addirittura si tirassero fuori dal mercato (vedi ad esempio Ericson). Uno dei prossimi marchi storici che potrebbe sfaldarsi per via della perenne crisi che sta attraversando da alcuni anni a questa parte è BlackBerry. Il colosso alato del Canada è stato un vero e proprio simbolo del business negli anni 2000 ma l’avvento di Android ed iOS ha fatto si che l’utenza orientasse la propria attenzione altrove.

Così come ogni società che si trova in un periodo di crisi, in cui i debiti continuano ad aumentare mentre le entrate scarseggiano sempre di più, BlackBerry sta valutando molto attentamente la vendita. Ricordiamo che in passato si era già parlato di una possibile acquisizione da parte di Lenovo ma il governo degli USA si oppose. Oggi la società più intenzionata ad acquistare BlackBerry sarebbe Microsoft. Essa infatti sembra essere intenzionata a presentare un’offerta di circa 7 miliardi di dollari.

Microsoft Layoffs

Ma perchè Microsoft dovrebbe sborsare una cifra così alta per una società sull’orlo del fallimento?

Una tale cifra potrebbe far vacillare i piani alti di BlackBerry e convincere i dirigenti a vendere. Ciò che si deve valutare molto attentamente non è tanto il valore della società in se, sicuramente molto più basso dell’offerta presentata da Microsoft, ma il valore dei brevetti in suo possesso. Forse non tutti sanno infatti che BlackBerry basa gran parte delle proprie entrate sulle royalty pagate dai vari produttori per poter utilizzare i propri brevetti.

Brevetti Blackberry

L’acquisizione da parte di Microsoft potrebbe far si che il colosso di Redmond faccia un grosso balzo in avanti nelle gerarchie dei produttori di smartphone e nelle gerarchie degli sviluppatori di sistemi operativi. Con l’avvento sempre più vicino di Windows 10 e con una rinnovata attenzione mediatica su se, l’ex azienda di Bill Gates potrebbe seriamente concorrere con i big 2 in cima alla classifica (Samsung ed Apple per quanto riguarda i produttori di smartphone e Android ed iOS per quanto riguarda i sistemi operativi mobile).

iPad Pro creerà della concorrenza interna con i MacBook?

novità su ipad pro 12.9

Una delle vicende che si sta protraendo più a lungo nel corso di questo periodo è senza dubbio quella legata all’iPad Pro. Il fantomatico “super-tablet” della Apple dovrebbe portare un innovazione molto evidente per quanto riguarda la produttività in mobilità. Infatti, esso viene accreditato con un display da 12,9 pollici, ovvero molto simile a quelli degli ultrabook moderni (in quel caso si ha un display da 13,3 pollici), per cui sarebbe il perfetto sostituto di un dispositivo del genere. Ma sarà veramente così?

Dando uno sguardo ai device in grado di garantire ottime prestazioni e autonomia molto elevata, non possiamo che citare i MacBook Air ed i MacBook Pro di Apple. Essi sono dei computer portatili (non si può coniare il termine ultrabook perchè si necessita di caratteristiche specifiche che essi non hanno) che integrano, oltre ad una componentistica di assoluto livello (processori Intel Core di quinta generazione, SSD PCI-E ecc.), un’estetica universalmente riconosciuta come la migliore del settore.

Mettendo insieme questi due prodotti, non è possibile che ci sia una certa concorrenza interna? Considerando che il prezzo dell’iPad Pro sarà sicuramente superiore a quello dell’iPad Air 2, il quale costa 499 euro (configurazione base), non converrebbe orientarsi verso un MacBook che comunque è in possesso di un sistema operativo più completo, versatile e soprattutto produttivo.

iPad Pro Split Screen Multitasking

La risposta non è così scontata. Ci sono da considerare diversi aspetti che ancora sconosciamo circa l’iPad Pro. Alcuni esempio possono essere:

  • La presenza o meno di pennino dedicato ed un digitalizzatore attivo (tecnologia presente nella serie Galaxy Note di Samsung), cosa che tra l’altro è già trapelata in recenti indiscrezioni;
  • L’evoluzione di iOS 9 che potrebbe orientarsi maggiormente verso il mondo della produttività;
  • La presenza quasi certa del modulo LTE che consentirà di poter lavorare veramente in qualunque luogo ci troviamo.
  • La qualità del display che sicuramente sarà migliore rispetto a quello dei MacBook Air.

Con le informazioni attuali su iPad Pro, non c’è una risposta definitiva

Come potete vedere, è ancora presto per dare una risposta definitiva alla domanda: l’iPad Pro creerà della concorrenza interna con i MacBook? Questo nonostante l’impressione possa essere una risposta assolutamente affermativa.

Voi che cosa ne pensate? Comprereste mai un iPad Pro avente un prezzo di vendita molto vicino a quello di un MacBook Air? Discutiamone qui di seguito nello spazio riservato ai commenti.

Apple Watch: problemi tra sicurezza e malfunzionamenti

Apple Watch

Credete che la sicurezza vale solo per PC, smartphone o tablet? E’ evidente che vi sbagliate di grosso, ora anche gli orologi sono a rischio di attacco, e il fatto che i dispositivi indossabili si pensa siano il futuro, di certo permette a i vari cracker malintenzionati, di trovare nuovi metodi per espugnare i diversi dispositivi, in alcuni casi nelle maniera più impensabile che si possa immaginare.

Questo è quello che abbiamo subito pensato quando appena due giorni fa abbiamo appreso della notizia di una falla presente anche nel nuovo Apple Watch di Cupertino, una falla che permette di prendere il controllo dell’orologio anche a distanza.

Se la notizia si fermasse qui, si potrebbe pensare che si tratta di una news di poco conto, ma la cosa che ci ha stupito più di tutte, è che colui che ha trovato la falla, un ricercatore che da più di un decennio si occupa di sicurezza, Marc Schoenefeld, è riuscito a bucare l’orologio di Apple semplicemente installando un font e applicando quindi al file un codice malevolo capace di inserirsi nel sistema, ed avere accesso e pieno controllo sull’Apple Watch.

La cosa naturalmente appena è stata scoperta dal bravo hacker, è stata risolta da Apple con un aggiornamento (1.0.1) capace di migliorare la sicurezza dell’orologio, se non altro facendo ancora una volta vedere come l’azienda sia attenta alla questione sicurezza, ma di contro facendo venire fuori un altro problema di rilievo, il malfunzionamento del cardiofrequenzimetro.

Ciò che ci si chiede è se Apple con questo suo Watch ha voluto effettivamente creare un device valido, oppure cavalcare solamente una moda, visto anche che negli ultimi giorni si è scoperto anche quest’altro bug dovuto proprio alla nuova versione rilasciata per tappare la falla di sicurezza, sembrerebbe far “perdere colpi” al cardiofrequenzimentro dell’orologio della Mela.

Diversi problemi insomma, che certamente non rendono questo Apple Watch tra i device più desiderati, e che forse possono diventare cattiva pubblicità per tutto il marchio. Che Apple negli ultimi mesi, nonostante vendite da top, si sia un po’ “poggiata” questo è evidente, ma speriamo almeno che ricominci a creare device di alta qualità come ha sempre fatto, altrimenti presto, la sua immagine di azienda “affascinante” potrebbe presto non essere più così vivida nei clienti.

Vi ricordiamo che se volete scaricare il nuovo aggiornamento per Apple Watch, (Attendendo che venga risolto il problema del cardiofrequenzimetro) potete scaricarlo lanciando l’app del vostro iPhone abbinato, e accedendo nelle impostazioni generali dove troverete la possibilità di scaricare il nuovo firmware 1.0.1. Da li semplicemente verrà installato il nuovo sistema aggiornato. Oltre la “cura” di questo bug la realease include altre migliorie minori.

Chromebook: le vendite sono in ascesa nel 2015

Nonostante il progresso si stia spostando interamente verso il cloud, per via di infrastrutture di rete non all’avanguardia, molte tecnologie faticano ad ottenere successo sul mercato. Una di esse è senza dubbio l’idea alla base del Chromebook. Tale device infatti non deve essere immaginato come un classico computer, in cui archiviare i nostri file e lavorarci in locale ma invece deve essere immaginato come un access point per il web, come un mezzo per usufruire di servizi che risiedono esclusivamente online. Ci ha particolarmente colpito la dichiarazione fatta da Isabelle Durand, principal analyst per Gartner (società che si occupa di statistiche) ed autore dei seguenti grafici:

I principali fattori che ostacolano l’adozione dei Chromebook da parte dei consumatori restano il problema della connettività nei mercati emergenti, ma anche la capacità degli utenti di capire le applicazioni cloud-based ed abituarsi ad esse, ai contenuti in cloud e all’ecosistema

Partendo da questa premessa, è chiaro che per i problemi enunciati prima, lo sviluppo massiccio di questa categoria di prodotti stenta e non poco. Basti pensare ai dati di vendita dell’anno scorso: 5.728.000 di unità in tutto il mondo, con la maggiore concentrazione negli USA (4.820.000 unità – 84% del totale). La cosa è ancora peggiore se diamo uno sguardo al settore EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), con numeri davvero molto sotto le aspettative di Google. C’è da dire anche che la commercializzazione dei Chromebook in Italia è quasi nulla. Statistiche che debbono far riflettere, soprattutto se paragonati al mercato dei PC che, seppur in crisi, continua a fare molta strada

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I segnali di ripresa per i Chromebook ci sono

Fortunatamente le previsioni per questo 2015 e per il 2016 sono abbastanza positive, con un aumento delle vendite di circa 1,5 milioni di unità nel 2015 e di ulteriori 700 mila nel 2016.

Circoscrivendo tutto il discorso in Italia, un’ancora di salvezza potrebbe essere rappresentata da Enel e dalla posa della fibra ottica in tutto il territorio nazionale, il che ci farebbe fare un salto generazionale in avanti non da poco, ponendoci ai vertici della classifica europea.

Per concludere il discorso sui Chromebook, ci aspettiamo grandi novità da Google e dal Google I/O 2015, che prenderà il via il prossimo 28 Maggio. Sicuramente realizzeremo un resoconto dettagliato dell’evento, per cui rimanete connessi con noi.

Microsoft OneClip sincronizza la clipboard con i dispositivi

Microsoft OneClip

Successivamente alle piattaforme multi gioco, Microsoft ha realizzato una versione online di Office, applicazioni OneDrive per PC e dispositivi mobile, l’applicazione Office Lens (per convertire immagini in file PDF, Word e PowerPoint) in versione per Android e iOS, e adesso è la volta di un’applicazione per la gestione dei contenuti salvati nella clipboard e permette di sincronizzarli automaticamente su dispositivi Android, iOS e Windows.

Microsoft OneClip sfrutta OneDrive per copiare e incollare facilmente documenti, indirizzi di siti internet, numeri telefonici, fotografie, messaggi e altro ancora, da condividere fra i propri dispositivi. L’applicazione non è stata ancora rilasciata ma, nella tarda giornata di venerdi 21, è trapelata una versione beta per dispositivi Windows, Android e iOS.

Una volta installata l’applicazione, questa registra tutti gli screenshot, testi copiati, indirizzi di siti internet salvati nei preferiti e tutto quello che è stato copiato negli appunti; OneClip li salva tutti nell’applicazione e permette all’utente di aggiungere, cancellare o ricopiare gli elementi appuntati ed aprirli nelle relative applicazioni esterne.

Dal momento che OneClip memorizza tutto quanto, prima dell’utilizzo è consigliabile una visita al menu delle impostazioni: un’opzione in particolare permette di ignorare una delle tante applicazioni per la memorizzazione delle password, come ad esempio LastPass, in modo da poter selezionare specifiche applicazioni e ignorarle.

Tutto sommato l’applicazione è piuttosto utile. Qualcuno ha sostenuto che OneClip è molto simile a Pushbullet, ma c’è da dire che OneClip è molto utile e con ottima velocità di trasferimento di appunti e scatti fotografici.

Download per PC, Android, iOS e Windows Phone

Download diretto dallo store di Windows Phone

Samsung brevetta i suoi smartglasses

Samsung Smartglasses

Due settimane fa la U.S. Patent & Trademark Office ha pubblicato una richiesta di brevetto da parte di Samsung in cui viene presentato un nuovo tipo di accessorio per smartglasses che va oltre ai propri Oculus VR. A causa della data di deposito, si può pensare che Samsung voglia battere il secondo progetto di Google inerente alla messa in vendita di un proprio tipo di smartglasses (Google Glass). Il dispositivo potrebbe lavorare con una vasta gamma di smartphone e tablet della serie Galaxy, un sistema di infotainment all’interno della macchina, una console per giochi, televisori Apple e Google, lettori MP3, fotocamere, dispositivi medici come MRI e simili. Come si può notare dalla grafica di copertina, Samsung illustra anche come il vetro degli smartglasses può essere cambiato da incolore ad effetto occhiali da sole. Nell’evoluzione della categoria degli smartglasses, Samsung sta soppesando le valenze di un accessorio di questo tipo.

Oltre alla possibilità di guardare la televisione o vedere un film sul proprio smartphone, trasferendo la fonte sugli smartglasses quando si è sicuri di farlo, Samsung guarda ad altre applicazioni per i propri accessori per questo tipo di dispositivo.

Nella Figura 4A e 4B del brevetto di Samsung qui sotto, si può vedere un messaggio di testo ricevuto da uno smartphone o tablet inviato direttamente al dispositivo smartglass, senza che l’utente debba estrarre lo smartphone dalla tasca.

Samsung Smartglasses

In uno scenario di intrattenimento, Samsung fa notare che:

  • nel caso in cui si stia guardando un film in lingua sul proprio smartphone o sul televisore, i sottotitoli possono essere inviati agli smartglasses;
  • quando si ascolta un file musicale, uno smartphone o un tablet potrebbero inviare agli smartglasses dei tag riguardo la canzone e i relativi testi;
  • uno spettacolo sportivo visto su di uno smartphone o tablet, potrebbe inviare informazioni agli smartglasses relative ai giocatori in campo, informazioni in primo piano relative alla partita e allo stadio.

Nel brevetto depositato, Samsung fa poi notare che gli smartglasses potrebbero essere usati come macchina fotografica e per registrare video, consentendo agli utilizzatori di inviare comandi vocali al dispositivo. Non è chiaro nel brevetto depositato, se Samsung voglia integrare il funzionamento di questo dispositivo con Google Now, Cortana, Siri oppure con un proprio assistente digitale intelligente.

Esempi pratici del brevetto:

nella Figura 8A e 8B del brevetto ci sono diagrammi che illustrano come visualizzare informazioni su dispositivi elettronici indossabili, secondo gli aspetti visivi e di gesture. Secondo il processo, un dispositivo elettronico visualizza molteplici miniature di immagini. In alcune implementazioni, una o più miniature possono includere solo una porzione dell’immagine rispettiva.
Più specificatamente, il dispositivo elettronico 801 può ricevere da parte dell’utente comandi touch per selezionare una o più di queste miniature e visualizzarle sullo schermo touch. Il dispositivo elettronico 801 può così inviare al dispositivo elettronico indossabile 802 l’immagine corrispondente alla miniatura selezionata. Il dispositivo elettronico 802 può ricevere dal dispositivo elettronico 801 l’immagine selezionata e visualizzare l’intero file di immagine nella zona prefissata.

Samsung Smartglasses brevetto

Tipologie di sensori:

gli smartglasses di Samsung vengono indicati per includere più tecnologia di quanto ci si potrebbe aspettare in un accessorio così piccolo. Samsung fa notare che questi smartglasses potrebbero includere un modulo di sensore che potrebbe a sua volta includere almeno un sensore di gesture oltre a un sensore giroscopio, magnetico, di accelerazione, di impugnatura, biometrico, di temperatura e umidità, sensori ultravioletti atmosferici e sensori di prossimità per principianti. Altri sensori elencati nel deposito del brevetto includono un sensore e-noise, un sensore EMG, EEG, ECG e un lettore di impronte digitali.

Samsung Smartglasses

Tipologie di display:

le tipologie di modulo di display che possono essere usate, includono un pannello o un ologramma. Il pannello potrebbe utilizzare un display a cristalli liquidi (LCD) o un diodo organico a emissione di luce a matrice attiva (AMOLED). Il pannello potrebbe essere implementato in modo flessibile, trasparente o indossabile. Per esempio: il pannello potrebbe essere costruito come un singolo modulo con un pannello touch. L’ologramma potrebbe presentare un’immagine tridimensionale nell’aria, usando l’interferenza della luce.

[pull_quote_center]Gli smartglasses di Samsung potrebbero interagire con un’ampia gamma di altri dispositivi, come smartwatch, smartphone, tablet, computer fissi, laptop, notebook, PDA, PMP, un lettore MP3, apparecchio medico mobile, un braccialetto elettronico, un necklace elettronico, un accessorio elettronico, una macchina fotografica, un altro dispositivo indossabile, elettrodomestici (es.: frigoriferi, condizionatori, aspirapolvere, robot ad intelligenza artificiale, televisori, lettore DVD, sistema audio, forno, forno a microonde, lavatrice, purificatore d’aria, cornice digitale), apparecchi medici (Angio Risonanza Magnetica, imaging a risonanza magnetica (MRI), tomografia computerizzata (TC), raggi-X, sonicazione), un dispositvo di navigazione, un Sistema di Posizionamento Globale (GPS), un Registratore di Dati di Evento (EDR), una scatola nera (FDR), un set-top box, un TV box (Samsung HomeSync, AppleTV, Google TV), un dizionario elettronico, un in-vehicle infotainment, equipaggiamento elettronico per nave, avionica, un dispositivo di sicurezza, un e-textile (tessuti intelligenti), una chiave digitale, una videocamera, una console per giochi, un proiettore ed altro.[/pull_quote_center]

Samsung ha presentato la richiesta del brevetto nel quarto trimestre del 2014. Considerato che a questa data è stata formulata soltanto la richiesta del brevetto, al momento i tempi per la messa sul mercato di un tale prodotto, sono sconosciuti.

HTC One M9, recensioni negative per la fotocamera da DxOMark

HTC One M9

Dopo aver fatto parlare tanto di sé per via dei problemi dello Snapdragon 810, il chipset di Qualcomm afflitto da problemi di surriscaldamento, l’HTC One M9 ritorna in prima pagina per via della recensione approfondita del portale DxOMark, specializzato nell’analizzare le fotocamere degli smartphone, che ha bocciato la qualità del sensore del nuovo top di gamma di casa HTC. 

Poche settimane fa, il sito in questione aveva premiato i nuovi Samsung Galaxy S6 e S6 Edge definendoli i migliori camera-phone sul mercato ed attribuendo un punteggio complessivo di 86 su 100 agli smartphone di Samsung.

L’HTC One M9, invece, ha dovuto fare i conti con un giudizio decisamente più severo ed un risultato sicuramente meno lusinghiero. Lo smartphone di HTC, infatti, si ferma al punteggio di 69 migliorando di appena un punto il risultato di 68 fatto registrare dal predecessore, l’HTC One M8 che pure non aveva convinto molto per la qualità della sua fotocamera posteriore.

Secondo la recensione di DxOMark, l’HTC One M9 mette in mostra buoni risultati per quanto riguarda gli scatti in condizioni di alta luminosità ma inizia a perdere il passo rispetto ai rivali quando si tratta di foto con luminosità ridotta. Giudizi negativi arrivano anche per quanto riguarda il bilanciamento dei bianchi e la nitidezza agli angoli delle immagini scattate. Risultati poco convincenti per l’HTC One M9 arrivano anche per quanto riguarda i video che, nonostante una buona messa a fuoco, patiscono l’assenza di stabilizzazione e le condizioni di scarsa luminosità.

L’HTC One M9 sta riscontrando diverse difficoltà sul mercato con HTC che ha ridotto la produzione a causa di una domanda inferiore alle attese. Il device, nonostante un comparto hardware, sulla carta almeno, di tutto rispetto non convince sotto molti aspetti e deve fare i conti con una concorrenza quanto mai agguerrita in grado di offrire prodotti di altissimo livello sotto tutti i punti di vista. Staremo a vedere se nelle prossime settimane, l’HTC One M9 riuscirà a ritagliarsi uno spazio maggiore sul mercato.

 

HD Voice su reti 4G vediamo cosa è

Voice HD

Il mondo della telefonia mobile sta vivendo un periodo di forte rinnovamento grazie alla crescente diffusione di nuove tecnologie come le reti 4G LTE, che permettono di accedere al web in mobilità in modo sempre più veloce. Dalla diffusione dello standard  4G di connettività deriva anche la crescita dell’HD Voice, ovvero la tecnologia che, sfruttando la grandezza della banda 4G permette di migliorare, in modo notevole, la qualità dell’audio in chiamata, ottimizzando la voce dell’interlocutore e limitando notevolmente i rumori di sottofondo che, spesso e volentieri, finiscono per creare non pochi fastidi durante le chiamate in mobilità.

Vediamo nel dettaglio cosa è HD Voice:

La tecnologica HD Voice, nota anche con il nome di VoLTE (Voice Over LTE), è in grado di perfezionare l’audio delle chiamate tra cellulari grazie alle caratteristiche del codec audio G.722.2 AMR-WB (Advanced MultiRate-WideBand). Grazie a questo codec, infatti, è possibile espandere l’intervallo delle frequenze audio su cui vengono trasmesse le chiamate in mobilità che, di norma, era compreso tra 300 Hz e 3.4 kHz. Con l’utilizzo di questa tecnologia il range di frequenza, grazie ad una codifica a 16 bit, si espande toccando i 50 Hz da un estremo e i 7 kHz dall’altro. Grazie a questo fattore ci si avvicina notevolmente all’intervallo di frequenze della voce umana che va da 80 Hz a 14 kHz a tutto vantaggio, quindi, della qualità delle chiamate. Questa tecnologia permette, di fatto, di aumentare notevolmente la quantità di audio per secondo di una telefonata contribuendo, quindi, a rendere ancora più naturale la voce del proprio interlocutore telefonico.

In Italia funziona ?

In Italia, Vodafone, uno dei principali operatori di telefonia mobile nazionale, sperimenta le chiamate HD Voice con alcune limitazioni come l’obbligo per entrambi gli utenti di utilizzare per la chiamata una SIM Vodafone. Per utilizzare questa nuova tecnologia di chiamate in mobilità un requisito necessario è rappresentato dall’utilizzo di uno smartphone che supporti l’HD Voice. Generalmente tutti i più recenti smartphone in commercio dotati di connettività LTE sono in grado di gestire chiamate in alta qualità con HD Voice. In rete è possibile trovare alcuni elenchi di smartphone abilitati all’utilizzo di questa tecnologia. Una lista piuttosto completa la offre Wikipedia QUI. In linea generale, il supporto dei produttori di smartphone alle chiamate in alta definizione è notevole. A mancare all’appello, per ora, è la rete infrastrutturale in grado di gestire questa tecnologia che, come in Italia, non è ancora diventata una realtà concreta del mondo delle telecomunicazioni.

Uno dei limiti principali alla diffusione dell’HD Voice è rappresentato dal fatto che i due smartphone impegnati nella telefonata, per sfruttare questa tecnologia, oltre ad essere entrambi abilitati al servizio devono essere connesse a a celle che devono presentare il supporto all’HD Voice e, in aggiunta a ciò, devono far parte anche di network compatibili tra loro. L’utente impegnato in una telefonata in HD Voice noterà un immediato e deciso miglioramento della qualità in chiamata rispetto alle tradizionali telefonate. D’altra parte, nel caso in cui uno dei due smartphone impegnati nella chiamata dovesse sganciarsi dalla cella abilitata per agganciarsi ad un’altra, magari con un passaggio dal 4G al 2G, l’audio della chiamate tornerebbe immediata ad essere caratterizzato da una qualità decisamente inferiore e in alcun modo paragonabile ad una telefonata realizzata in HD Voice.

Sharp annuncia Aquos 4K Next TV con display virtuale 8K

Sharp annuncia Aquos 4K Next TV con display virtuale 8K

Ieri nel corso di una conferenza stampa svoltasi nella metropoli nipponica di Tokyo, Sharp ha mostrato il suo nuovo 80 pollici TV 4K in grado di visualizzare i video con risoluzione 8K.

Il tv è il nuovo modello Aquos 4K Next TV che sarà venduto a un prezzo di 13.000 dollari a partire dal prossimo mese di luglio. Sharp ricordiamo che ha annunciato il nuovo Ultra HD TV lo scorso mese di gennaio durante il CES di Las Vegas.

Il nuovo Ultra HD TV, come si evince facilmente da quanto indicato in precedenza, non dispone di un display con risoluzione 8K, ma fa uso di un apposito motore grafico che permette di visualizzare in maniera “virtuale” i famigerati 8K.

Per quanto riguarda le specifiche tecniche, la Aquos 4K Next Tv si presenta con una risoluzione di 3.840 x 2.160 pixel ma che grazie all’utilizzo di uno speciale motore grafico potrà registrare una “interpolazione virtuale” fino a raggiungere i 7.680 x 4.320 pixel.

Il motore di “upscaling” adoperato per la nuova Ultra HD TV è basato su un sistema chiamato X8-Master Engine Pro, un chip in grado di consentire al nuovo Ultra HD TV  di visualizzare 8K e il full-HD (1.920 x 1.080 pixel), grazie a cui è stato possibile migliorare di molto la qualità delle immagini.

L’Aquos 4K Next TV è inoltre certificato THX, ovvero ha superato più di 400 prove per assicurare immagini e prestazioni ottimali.

Per quanto riguarda il comparto sonoro, il nuovo Ultra HD TV risulta equipaggiato con un sistema audio a 6 canali. È compatibile con il sistema operativo Android e si potrà fare ricorso alle app di Google Play direttamente dalla TV.

Aquos Next TV sarà prodotto soltanto in 200 unità al mese ma naturalmente se il nuovo televisore riceverà il gradimento da parte del pubblico, si procederà a incrementare i livelli di produzione. L’arrivo sul mercato, come anticipato, è previsto per il prossimo mese di luglio.

FONTE: http://au.idigitaltimes.com/

Samsung Galaxy S6 32 GB, prezzo sempre più basso

SAMSUNG GALAXY S6 OFFERTE

Il Samsung Galaxy S6 in versione flat da 32 GB di memoria interna continua a registrare un calo del prezzo con offerte sempre più convenienti che hanno portato il prezzo effettivo del device ben al di sotto del prezzo di listino di 739 Euro con cui lo smartphone è stato presentato da Samsung poco più di un mese fa.

Oggi vi segnaliamo due offerte decisamente interessanti che ci permetteranno di acquistare lo smartphone ad un prezzo sempre più conveniente. La prima offerta, proposta da Evolutionservicestore.it, ci permette di acquistare un esemplare di Samsung Galaxy S6 da 32 GB con garanzia Italia al prezzo di appena 499 Euro con spedizione gratuita. Il sito propone come metodo di pagamento, tra gli altri, anche Paypal che rappresenta, di per sé, una buona garanzia. In ogni caso, vi segnaliamo anche l’offerta del negozio Ebay Uitubsubzero, venditore con affidabilità top e 100% di feedback positivi, che propone il Samsung Galaxy S6 da 32 GB al prezzo di 539 Euro anche in questo caso con spedizione gratuita.

Nel giro di un mese abbiamo registrato un progressivo calo del prezzo effettivo di vendita del Samsung Galaxy S6 che, online, oramai viene proposto da tantissimi rivenditori a prezzi decisamente inferiori ai 600 Euro. Naturalmente si parla sempre del modello da 32 GB che, è bene sottolineare, come tutti gli altri modelli del Galaxy S6, non presenta il supporto alla microSD e quindi, di fatto, può contare su di uno spazio d’archiviazione decisamente limitato rispetto a molti altri top di gamma Android. In ogni caso, di seguito vi proponiamo i link diretti alle offerte presentate in questo articolo che, di certo, potrebbero rivelarsi molto utili a chi cerca una buona proposta per acquistare il Samsung Galaxy S6. 

Samsung Galaxy S6 Evolutionservicestore.it

Samsung Galaxy S6 Ebay Uitubsubzero

Enel vuole realizzare la nuova rete in fibra ottica

enel fibra ottica

Il futuro del mondo di internet in Italia potrebbe essere legato, a doppio filo, ad Enel che ha tutta l’intenzione, come confermato dall’amministratore delegato Francesco Starace, di giocare un ruolo di primo piano nella diffusione della fibra ottica in tutto il paese. In questo settore, il Governo vuole investire circa 6.5 miliardi di Euro sfruttando la rete infrastrutturale di Enel per raggiungere un numero sempre crescente di comuni ed abitazioni con la fibra ottica.

Nello sviluppo della fibra ottica in Italia, Enel dovrebbe ricoprire un doppio ruolo. Da una parte, infatti, Enel si occuperebbe di posare la fibra ottica in tutto il paese sfruttando la rete di distribuzione dell’energia elettrica che già oggi vede i cavidotti utilizzati dai vari operatori di telecomunicazione.

Enel scavi fibra ottica

Dall’altra parte, Enel vorrebbe occuparsi anche del cosiddetto Ultimo Miglio ovvero il tragitto che separa i tradizionali armadi stradali dove arriva la fibra ottica oggi dalle abitazioni. In questo modo si abbandonerebbe il sistema di diffusione Fiber-To-The-Cabinet (FTTC/FTTS) per utilizzare un sistema ancora più efficiente che, bypassando le reti di rame dei singoli edifici, porterebbe fisicamente la fibra ottica in tutte le case. Appare evidente i vantaggi che deriverebbero da questo progetto per il paese e soprattutto per i consumatori che potrebbero finalmente beneficiare di una rete internet decisamente più efficiente e distribuita in modo capillare in tutto il paese.

Da sottolineare come Enel non ha intenzione di giocare un ruolo attivo nel settore delle telecomunicazioni. I vari operatori sarebbero legati da Enel da un contratto di manutenzione delle line e l’azienda energetica si occuperebbe, una volta completa la realizzazione del progetto, di gestire la manutenzione della rete.