Chernobyl, per la prima volta dal disastro installato un albero di Natale decorato con palline “radioattive”

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A Pripyat, la città ucraina annessa alla centrale nucleare di Chernobyl che fu evacuata nel 1986 dopo la quarta esplosione del reattore dell’impianto, è stato installato il primo albero di Natale per la prima volta dal dicembre 1985.

L’albero è stato eretto di fronte a uno degli edifici centrali della città fantasma, il Palazzo della Cultura di Energétik. Un gruppo di ex residenti di Pripyat ha partecipato all’inaugurazione del simbolo natalizio e lo ha decorato con giocattoli, palline con disegni di avvertimento di radiazioni e vecchie fotografie. L’evento è stato organizzato dalla Chernobyl Tour Operators Association.

 

La città fantasma

Pripyat è stata fondata nel 1970 come città per ospitare ingegneri, fisici e tecnici, la cui missione era quella di costruire la centrale nucleare di Chernobyl. Costruita in prossimità della robusta centrale, la città giardino, con circa 50.000 abitanti, è stata evacuata dal 27 aprile, un giorno dopo l’incidente più grande della storia. E oggi, oltre ad altre località nella zona di esclusione a 30 chilometri circa Intorno al centro c’è un luogo abbandonato.

Nel frattempo, la città di Chernobyl, situata a 12 chilometri dalla centrale, è già stata riadattata alla vita umana. L’incidente è avvenuto il 26 aprile 1986, durante un test di stazione che ha simulato un’interruzione di corrente, provocando un incendio che è durato nove giorni. Il numero di morti, anche oggi, è oggetto di dibattito, senza numero ufficiale. L’esplosione ha causato 31 morti diretti, ma ha esposto milioni di persone a livelli di radiazioni pericolosi. Sono state 134.000 le persone ricoverate in ospedale. La catastrofe è considerata la più grande di origine nucleare nella storia.

Le Nazioni Unite hanno previsto fino a 9.000 decessi per cancro nel 2005 e Greenpeace ha stimato fino a 200.000 decessi. Solo circa 150 anziani vivono nella zona di esclusione. Le autorità affermano che sarà sicuro per gli umani vivere di nuovo lì entro 24.000 anni, anche se i turisti possono visitare il sito per brevi periodi di tempo.

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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