Il carbonio emesso nell’atmosfera a causa della perdita di permafrost nell’Artico e un maggiore assorbimento della radiazione solare dalla Terra accelererà il riscaldamento globale e aumenterà i costi associati alla crisi climatica. Questo è il risultato principale di uno studio condotto da scienziati del Consiglio superiore spagnolo per la ricerca scientifica (CSIC) e pubblicato dalla rivista Nature Communications.
Secondo il documento, una combinazione di questi fattori aumenterà i costi economici a lungo termine dei cambiamenti climatici di circa 70 miliardi di dollari (circa € 63 miliardi), ha affermato il CSIC in una nota rilasciata di recente.
La ricerca
I ricercatori hanno studiato simulazioni di modelli fisici complessi per quantificare, da un lato, il carbonio che ritorna nell’atmosfera a seguito della fusione del permafrost e, dall’altro, l’energia solare aggiuntiva che viene assorbita dalla superficie terrestre, riducendo il ghiaccio della Terra, del mare e della neve.
Tutti gli scenari analizzati dagli scienziati portano ad un aumento del costo totale dell’emergenza climatica, una spesa derivante dagli sforzi che saranno fatti per ridurre le emissioni e adattarsi alle mutevoli situazioni climatiche, tra gli altri fattori.
Gli impatti dell’aumento delle temperature si rifletteranno sull’economia, sugli ecosistemi e sulla salute umana, nonché sull’innalzamento del livello del mare, secondo gli autori dello studio. Gli scienziati sperano che la loro ricerca possa comprendere meglio quali rischi socioeconomici comporta la crisi climatica in termini di diversi scenari e aiutare i responsabili politici a prendere le decisioni appropriate.