La stanchezza cronica, o più precisamente detta encefalomielite mialgica, è una di quelle patologie abbastanza diffusa, ma che presentano più domande che risposte. Una nuova ricerca sembra però aver intercettato una verità importante dietro a tale condizione, una proteina. Quest’ultima è collegata al malfunzionamento dei mitocondri, che come la biologia di base ci ha insegnato sono sostanzialmente i responsabili della produzione di energia delle cellule.
La caratteristica principale della stanchezza cronica, come il nome suggerisce, è il sentirsi costantemente e irrimediabilmente privi di energia per affrontare qualsiasi cosa. Una condizione che esula dal risposo in quanto non cambia la situazione e che peggiora notevolmente con l’esercizio, non quello intenso, ma un livello che spinge il corpo a produrre più energia da sfruttare. Nel capire perché succede questo, dei ricercatori si sono imbattuti in una proteina poco nota.
Una semplice proteina dietro la stanchezza cronica
La proteina si chiama WASF3 e in realtà era già stata collegata proprio alla stanchezza cronica, ma 12 anni fa e da allora non ci sono stati sviluppi. In nuovi test in vitro e con cavie animali è stato visto come però la proteina va a interagire a livello mitocondriale andando a creare problemi. C’è un dubbio però che va ancora risolto, se la proteina sia la causa scatenante o un effetto di altro.
Le parole dei ricercatori: “Il nostro studio fornisce una spiegazione molecolare per la carenza bioenergetica del paziente, che può essere applicabile non solo alla stanchezza cronica, ma anche ad altre condizioni che caratterizzano l’affaticamento cronico come il COVID lungo.”