Super Mario Odyssey come antidepressivo? Studio rivela benefici dei videogiochi nel trattamento della depressione

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Super Mario Odyssey, il celebre gioco per Nintendo Switch, potrebbe avere un ruolo inaspettato come alleato nella lotta contro la depressione, secondo una ricerca condotta dal Dipartimento di Psichiatria e Psicoterapia dell’Università di Bonn, in Germania. Pubblicato sulla rivista Frontiers, lo studio si è concentrato sulle potenziali applicazioni terapeutiche dei videogiochi nel trattamento del disturbo depressivo maggiore (MDD).

 

La ricerca

L’esperimento coinvolgeva 46 partecipanti suddivisi in tre gruppi. Un gruppo ha trascorso sei settimane giocando a Super Mario Odyssey, un altro si è impegnato in un programma di allenamento cognitivo chiamato CogPack, mentre il terzo gruppo ha seguito trattamenti convenzionali per il disturbo depressivo maggiore.

I risultati, sebbene necessitino di ulteriori approfondimenti, hanno indicato che i partecipanti che hanno giocato a Super Mario Odyssey hanno riportato una significativa diminuzione dei sintomi depressivi e un aumento della motivazione rispetto agli altri gruppi. Questo suggerisce che i videogiochi, in particolare quelli coinvolgenti come Super Mario Odyssey, potrebbero avere un impatto positivo sullo stato d’animo e sulla motivazione dei pazienti affetti da depressione.

E’ importante interpretare con cautela i risultati, riconoscendo la necessità di ulteriori analisi con un campione più ampio. Tuttavia, la ricerca aggiunge nuove evidenze al crescente corpo di studi che evidenziano i potenziali benefici dei videogiochi sul benessere mentale, aprendo la porta a future ricerche sull’utilizzo terapeutico di giochi interattivi nel trattamento della depressione.

Foto di Boukaih su Unsplash

Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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