Secondo i portavoce dell’ESA, le immagini di prova del telescopio spaziale Euclid dimostrano che lo strumento è in grado di portare a termine la sua missione di acquisire maggiori informazioni sulla materia oscura e sull’energia oscura.
Il telescopio spaziale Euclid, lanciato il 1 luglio scorso, ha infatti raggiunto la sua orbita di destinazione e da lunedì il team europeo dell’ESA è a lavoro per mettere a punto il telescopio, scattando alcune immagini di prova che sono state appena rivelate.
Le prime immagini acquisite dal telescopio Euclid, scattate durante la sua messa in servizio, sono piene di stelle. Le immagini sono state dunque acquisite in una fase durante la quale i potenti strumenti di Euclid erano in fase di calibrazione, e non rappresentano quindi il suo pieno potenziale. Ma l’Agenzia Spaziale Europea (ESA) ritiene comunque che questi test dimostrano già che sarà in grado di portare a termine la sua imponente missione.
Come ha dichiarato Giuseppe Racca, project manager di Euclid, “dopo più di 11 anni di progettazione e sviluppo di Euclid, è esaltante ed enormemente emozionante vedere queste prime immagini”.
La prima immagine di prova del telescopio Euclid
Lo strumento NISP (Near-Infrared Spectrometer and Photometer) di Euclid è dedicato alla misurazione della quantità di luce emessa dalle galassie a ciascuna lunghezza d’onda. Immaginerà il cielo in luce infrarossa (900–2000 nm) per misurare la luminosità e l’intensità della luce. Questa immagine è stata scattata durante la messa in servizio di Euclid per verificare che lo strumento focalizzato funzionasse come previsto.
Si tratta di un’immagine grezza, scattata utilizzando il filtro “Y” dello strumento NISP del telescopio Euclid. Poiché l’immagine è in gran parte non elaborata, rimangono alcuni artefatti indesiderati, come alcuni raggi cosmici che attraversano l’immagine. Le immagini finali e definitive che saranno scattate dal momento in cui Euclid sarà ufficialmente in servizio, saranno esposte più a lungo, prive di artefatti, più dettagliate e nitidissime.
L’immagine a sinistra mostra l’intero campo visivo del NISP, con l’ingrandimento sulla destra (4% dell’intero campo visivo del NISP) a dimostrazione dello straordinario livello di dettaglio che il NISP sta già raggiungendo. Vediamo galassie a spirale ed ellittiche, stelle vicine e lontane, ammassi stellari e molto altro.
Per realizzare questa immagine, il telescopio di Euclid ha raccolto la luce per 100 secondi. Quando sarà a pieno regime, si prevede che il telescopio spaziale sia in grado di raggiungere tempi di esposizione circa cinque volte superiori, mostrandoci molte più galassie distanti.
Prima che raggiunga il rilevatore, NISP invia la luce in entrata attraverso un filtro fotometrico o un grisma (una combinazione di un prisma e un reticolo di diffrazione disposti in modo tale che la luce di una certa lunghezza d’onda centrale vi passi attraverso) spettrometrico. In questa immagine, la luce del telescopio Euclid è passata attraverso il filtro fotometrico.
Il viaggio di Euclid e la sua importante missione
Dopo essere decollato dalla Florida, il satellite ha percorso circa 1,5 milioni di chilometri dalla Terra fino alla sua orbita di osservazione. Da qui Euclid traccerà la più grande mappa mai realizzata dell’universo, comprendendo fino a due miliardi di galassie in più di un terzo del cielo. Catturando la luce che ha impiegato 10 miliardi di anni per raggiungere le vicinanze della Terra, la mappa offrirà anche una nuova visione dei 13,8 miliardi di anni di storia dell’Universo. Le operazioni scientifiche del telescopio dovrebbero iniziare ad ottobre.
La fotocamera a luce visibile del telescopio Euclid, gli consentirà di misurare la forma delle galassie, mentre il suo spettrometro e fotometro nel vicino infrarosso, sviluppato con l’aiuto della NASA, gli consentirà di calcolare la loro distanza.
Gli scienziati sperano di utilizzare le informazioni raccolte per affrontare quello che Racca ha precedentemente definito un “imbarazzo cosmico”: il 95% dell’universo rimane sconosciuto all’umanità. Si pensa che circa il 70% sia costituito da energia oscura, il nome dato alla forza sconosciuta che sta causando l’espansione dell’universo a un ritmo accelerato. E si ritiene che il 25% sia materia oscura, pensata per legare insieme l’universo e costituire circa l’80% della sua massa.
Fonte: European Space Agency (ESA)