Recensione Blasphemous 2 – metroidvania in pixel art dall’anima soulslike

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Blasphemous 2 rappresenta il seguito diretto di uno dei metroidvania che più hanno catturato l’attenzione dei consumatori, sia per lo stile grafico in pixel art dall’anima molto dark e oscura, ma sopratutto per il livello di difficoltà volutamente tarato verso l’alto che ricorda lontanamente i souls. Vediamolo meglio da vicino con la nostra recensione completa.

 

Trama

Il costrutto narrativo deriva direttamente dal primo capitolo, all’interno del quale eravamo stati catapultati in un mondo in cui la penitenza e la sofferenza la fanno da padroni. Impersoniamo nuovamente il Penitente, una figura che combatte una serie di esseri più vicini ad un Dio che ad un semplice uomo, saliti al cospetto del Miracolo, una divinità atta a proteggere una città dei cieli che ricorda il Paradiso descritto nel Cristianesimo, ma che allo stesso tempo è anch’essa fondata sulla penitenza.

L’anima soulslike la ritroviamo già nella lore, profondamente e tremendamente criptica, tanto da risultare spesso difficile da capire, e pronta a spingere il giocatore alla profonda analisi di ogni descrizione. C’è da dire che tutto questo è facilitato da un eccellente doppiaggio testuale in lingua italiana, un plus che avvicinerà di molto i giocatori più lontani dall’inglese.

 

Grafica

E’ inutile dilungarsi in troppe righe, Blasphemous 2 è un piacere per gli occhi, vive di luce riflessa dal capitolo precedente, portando l’utente in un mondo oscuro, ricco di peccato e di penitenza, con una grafica pixel art davvero fantastica. La palette cromatica è varia, il dettaglio è preciso e la nitidezza si avvicina al futuro del settore, ma ciò che convince maggiormente è proprio l’ambientazione, quel senso di oppressione che gli sviluppatori sono stati in grado di riproporre. Il tutto è condito con una pulizia grafica eccellente, priva di bug, compenetrazioni, movimenti atipici ed un frame rate sempre stabile (noi l’abbiamo provato su Xbox Series X).

 

Meccanica di gioco e Gameplay

Lo stacco rispetto al capitolo precedente lo notiamo prima di tutto nella meccanica di gioco, o meglio nel sistema di combattimento, dove le armi sono diventate tre, a cui si aggiungono due magie tra cui poter scegliere. Nella fase iniziale sarà necessaria sceglierne una, ma nel corso della partita si troveranno anche le altre, molto varie tra loro che rendono l’approccio più versatile (ogni arma ha infatti un albero delle abilità specifico, chiamati Ricordi dell’arma), e ne richiedono l’utilizzo per il superamento di determinate aree di gioco.

Il personaggio di base può essere migliorato attraverso la Pala dei Favori, una serie di figure da trovare all’interno dell’enorme mappa di gioco, che possono essere combinate per andare a portare con sé bonus specifici, nuovi attacchi dalle armi o anche poteri particolari. In parallelo si potranno utilizzare i grani del rosario, ma offrono una minore personalizzazione, poiché vanno ad incrementare quasi esclusivamente i bonus. Il gioco può essere quasi posto al livello di un action metroidvania, con il suo ritmo più tarato verso l’alto rispetto al passato, con piccole sessioni platform, le quali però non richiedono abilità specifiche da parte dell’utente, difficilmente vi bloccherete.

L’esplorazione è l’altor punto a favore di Blasphemous 2, la progressione del personaggio segue la linea classica dei metroidvania, che portano il completista ad attente sessioni di backtracking, atte a scoprire ogni singolo power-up lasciato indietro, a causa appunto di aree irraggiungibili ad esempio senza il doppio salto. Un meccanismo che funziona alla perfezione, spingendo il giocatore a tornare sempre sui propri passi per scoprire aree o potenziamenti nuovi, grazie anche ad un sistema di spostamento rapido molto ben fatto, ed una mappa dettagliata di tutta l’area di gioco (sulla quale è possibile indicare con etichette e simili, flaggando le aree dove si sono lasciati indietro i tesori).

Il livello di difficoltà è generalmente bilanciato in tutte le 20 ore circa che sono richieste per arrivare al boss finale, senza lasciare indietro nulla. Peccato solamente che con quest’ultimo il discorso cambi radicalmente, tanto da risultare quasi impossibile da battere nella sua seconda parte, uno scontro davvero frustrante di cui non capiamo assolutamente la necessità.

 

Blasphemous 2 – conclusioni

In conclusione Blasphemous 2 riesce a compiere eccellenti passi in avanti rispetto al capitolo precedente, sebbene decida di appoggiarsi esattamente sulle stesse basi. I suoi punti di forza sono rappresentati dalla grafica, bellissima in pixel art, un sistema di combattimento molto più vario ed una buona autonomia. Dall’altro lato della medaglia troviamo invece un picco insensato nella curva di difficoltà, e forse una lore troppo nascosta e criptica.

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