Glyph è un platform game, sviluppato e pubblicato da Bolverk Games, nel quale dovremo controllare uno scarabeo nel suo viaggio in un mondo alieno, ricco di ostacoli, alla ricerca di collezionabili. Disponibile per PC e Nintendo Switch ad un prezzo di circa 20 euro, approfonditelo nella nostra recensione completa.
Trama e Grafica
Come tutti i platform game, anche Glyph presenta un costrutto narrativo decisamente povero di contenuti, sopratutto a causa della suddivisione dell’intera esperienza in un numero ben distinto di livelli. Una infarinatura viene fornita inizialmente, con accenni sempre interessanti nei vari mondi, o nel momento in cui vengono recuperati determinati collezionabili.
Il periodo storico è immediatamente successivo ad un cataclisma, causato da un cristallo corrotto da forze oscure, in grado di spazzare letteralmente via cinque civiltà aliene incredibilmente avanzate. Noi impersoniamo Glyph, l’ultimo della propria specie, risvegliato dal lungo sonno da un piccolo scarabeo meccanico; il nostro compito sarà di riportare il tempio di Aaru al suo grande splendore, ricostruendo i ponti che lo collegano ai vari mondi (cinque per l’esattezza), dopo averli attraversati, e purificandone la sommità. Il viaggio non sarà esente da pericoli, la forza oscura che ha corrotto il cristallo è pronta ad inviare i propri emissari per cercare di impedire il buon esito del nostro tentativo. La trama non è originale, però riesce ugualmente a creare un discreto contorno alla vicenda, giustificando le ambientazioni e cercando di coinvolgere il più possibile l’utente.
Graficamente Glyph è molto basilare, i dettagli, la conta poligonale e le texture sono minime, di molto inferiori rispetto alle potenzialità di Nintendo Switch (la console della nostra prova). Gli sviluppatori hanno puntato su palettes di colori molto accese, pensando di “coprire” le mancanze in termini di dettaglio e nitidezza; discrete sono le ambientazioni, che segnano differenze importante in merito al mondo di appartenenza, pur non riuscendo a convincere pienamente. Gli stage sono troppo poveri di dettagli e di contenuti per poter chiudere un occhio; l’esecuzione su Nintendo Switch è pulita ed esente da rallentamenti, la risoluzione è relativamente bassa, non aspettatevi troppo da un punto di vista grafico. Discorso simile per il comparto sonoro, accompagna l’intera esperienza con musiche sempre dai toni bassi e tranquilli, anche se spesso ridondanti. Mancano completamente le scene di intermezzo, non esistono nemmeno dialoghi, se non nel corso del tutorial (solo in lingua inglese), che permette di comprendere e prendere confidenza con le abilità speciali del personaggio.
Stile di gioco e Gameplay
Glyph è a tutti gli effetti un puro platform game, nel corso dei circa 80 livelli (ottima longevità), il level design è ammirevole, gli sviluppatori sono riusciti a variare il più possibile, generando una progressione nella difficoltà generale. Di base il livello di sfida è abbastanza elevato, più volte abbiamo dovuto ripetere lo stage per riuscire a raccogliere tutti i collezionabili, o semplicemente giungere alla fine.
Il personaggio presenta a sua volta una progressione notevole, le abilità dello stesso sono davvero moltissime ed in grado di completare il più possibile l’esperienza. Non mancano doppi salti, rotolamenti, planate, corse sui muri, balzi lunghissimi o schiacciate che permettono di saltare ancora più lontano, solamente per citarne alcuni. Lo sblocco sarà automatico al raggiungimento di un determinato livello, data l’assenza di moneta o di altro tipo di merce di scambio. Nonostante tutto, notiamo una buona caratterizzazione del personaggio.
L’avanzamento nei livelli, al contrario, richiederà l’acquisizione delle monete presenti nei precedenti, obbligando l’utente a (ri)provare sino a quando non avrà raggiunto il quantitativo necessario (o minimo). I collezionabili sono presenti, non sono essenziali per il prosieguo, ma importanti per conoscere la storia ed il costrutto narrativo; il loro posizionamento, come da prassi del resto, è più complesso, favorendo il backtracking o run successive. L’obiettivo degli stage sarà sempre lo stesso, raccogliere più materiali possibili, con la chiave di fine livello; in alcune occasioni (solo dopo aver acquisito gli artefatti scarabei), tuttavia, sarà sostituito da prove a tempo, con la necessità di raggiungere il “traguardo” il più rapidamente possibile, prestando attenzione a trappole, insidie o nemici sempre in agguato.
Ciò che rende speciale Glyph è la sua poliedricità, in un platform game dalle tinte veramente semplici, possiamo trovare un buonissimo level design, un numero crescente di collezionabili e di abilità, una trama discreta, nonché la personalizzazione dell’essere. Svelando i nuovi segreti della storia, sarà possibile ottenere skin (circa 30 differenti) o scie di movimento veramente particolari.
Glyph: conclusione
In conclusione Glyph è un platform game decisamente consigliato a tutti gli utenti alla ricerca di un livello di sfida particolarmente elevato, con livelli sempre diversi e dal level design interessante, guidando un personaggio ricco di abilità che differenziano il più possibile l’esperienza, alla ricerca di collezionabili o artefatti. La trama è più che discreta, entro i limiti dei titoli dello stesso tipo.
Dall’altro lato della medaglia troviamo sicuramente un comparto grafico carente, sarebbe bastato davvero pochissimo per fargli compiere un importante salto qualitativo verso l’Olimpo dei platform, in quanto le basi per far bene ci sono sicuramente.