Kena: Bridge of Spirits rappresenta il titolo d’esordio di Ember Lab, ed onestamente non avrebbero potuto fare di meglio. L’utente viene catapultato in una foresta costellata di spiriti, rifinita con dettagli da tripla A, ed in grado di infondere una tenerezza, grazie all’aspetto dei Rot, quasi unica nel proprio genere.
Trama
Nel corso dell’avventura in Kena: Bridge of Spirits, impersonerete Kena, una guida spirituale il cui compito è di facilitare il trapasso delle anime dei defunti, senza che queste restino ancorate al mondo terreno. Proprio il suddetto sta attraversando un momento tutt’altro che piacevole, la Corruzione sta divorando tutto, contamina la natura e le anime, creando una sorta di Zona Morta, dove il cielo si scurisce, le piante e le piante si decompongono.
Con l’aiuto dei Rot, che non sono altro che piccole creature attratte dalla vostra persona, utilissime per aiutarvi in determinate operazioni e passaggi della storia (come spostare/aprire contenitori, bloccare i nemici o catturarli), il vostro compito sarà ripulire l’intera vallata, intrecciando la storia con frammenti degli abitanti dell’isola, i quali si incroceranno con il prosieguo dell’avventura.
La trama a prima vista può apparire semplice ed alla stessa stregua di tante altre, ma è raccontata con una maestria unica; la regia ed il taglio cinematografico sono da primo della classe, i Rot sono magnetici (e di una tenerezza infinita), tutto l’insieme vi saprà catturare e mantenere incollati allo schermo. Ember Lab, nel racconto della storia, ha fatto un piccolo capolavoro. La longevità, appena superiore alle 10 ore, è più che adeguata per non stancare, e riuscire ad apprezzare ogni singolo secondo.
Grafica
Kena: Bridge of Spirits è stato pubblicato in esclusiva PS4/PS5 e PC, è interamente ambientato nella foresta, ed anche graficamente l’opera degli sviluppatori è un gioiello per gli occhi. Essendo disponibile anche per la precedente generazione viene definito cross-gen, di conseguenza non raggiunge il livello di Deathloop (esclusiva PS5 e PC), ma tutto il resto proietta l’utente in un mondo fatato, con una cornice artistica davvero incredibile. Se proprio dovessimo cercare il pelo nell’uovo, troveremmo qualche piccola incertezza nelle texture, ma sono davvero dettagli che non inficiano in nessun modo l’esperienza complessiva.
Il gameplay di Kena: Bridge of Spirits è il perfetto mix tra esplorazione e combattimento, con qualche piccolo accenno adventure. La mappa in cui vi sposterete è abbastanza ampia, non rappresenta un open world, in quanto esistono svariate aree off-limits, permettendo comunque all’utente di spaziare senza troppa difficoltà. L’ambientazione non crea un netto distacco tra le varie aree che verranno visitate, portando una fluidità ed una uniformità difficilmente vista altrove, sebbene comunque non risulti essere tutto uguale; le differenze ci sono, e si notano, gli sviluppatori sono stati ottimamente in grado di mascherarle da una uniformità magistrale.
Gameplay
L’esplorazione è fondamentale per riuscire a raggiungere le varie aree della corruzione, ed altresì trovare altri Rot da aggiungere al proprio seguito. Dipendentemente dal numero degli stessi, questi vi potranno aiutare maggiormente nella missione; infatti sposteranno oggetti, colpiranno i nemici o anche semplicemente mangeranno, accrescendo difatti la possibilità di potenziare il personaggio. Effettuando azioni che possano rimettere in sesto la Foresta (come ad esempio aggiustare i totem sparsi per la stessa), riceverete del Karma, da utilizzare per aggiungere o migliorare le abilità di Kena.
L’altra moneta del gioco sono i cristalli, il cui scopo è inutile al fine dell’esperienza, ma bellissimo per accrescere il lato “coccoloso” di Kena: Bridge of Spirits, ovvero serviranno per acquistare cappelli particolari, presso i “carrelli di vendita” sparsi per la mappa (ma si possono anche trovare nascosti), da far indossare appunto ai Rot (e sono bellissimi).
Il titolo mostra anche un’anima platform, sarete costretti a muovere il personaggio su piattaforme, in intense sessioni di arrampicata o piccoli enigmi per superare determinate aree. Le sfide non saranno mai particolarmente intense o impegnative, sebbene rappresenti il giusto mix tra varie tipologie di gioco, rappresentando la giusta commistione che non annoia mai.
Liberando le varie aree dalla corruzione, dovrete combattere con nemici dalla difficoltà crescente e mai domi. Le varie abilità del personaggio dovranno essere sfruttate alla perfezione per riuscire a vincere gli scontri, sebbene il grado di sfida non risulti mai essere troppo elevato. Nel corso della battaglia troverete un nuovo indicatore, definito comunemente Coraggio, il quale spingerà i Rot (notoriamente timidi) a partecipare ed aiutarvi. Al termine di determinate sessioni, o aree, troverete anche boss più impegnativi, pronti a darvi assolutamente del filo da torcere. Ciò che apprezziamo è la perenne crescita del gameplay, nel corso della storia Kena scoprirà molti modi diversi per svolgere le stesse azioni, incrementando la difficoltà generale, e rinnovando l’esperienza, senza mai cambiare l’obiettivo ultimo.
Kena: Bridge of Spirits: conclusioni
In conclusione Kena: Bridge of Spirits non possiamo che definirlo un piccolo capolavoro, non tanto per il gameplay o la trama, quanto per la capacità di Ember Lab di creare un’avventura grafica tanto tenera e dettagliata, in grado di catturare l’utente si dal primo istante.
I Rot sono indubbiamente l’elemento aggiunto, il piccoli animaletti, nonché compagni di viaggio, che impreziosiscono ogni azione che eseguite (lo ripetiamo, e sono bellissimi da vedere). Il gameplay ed il mix di azioni da compiere è ripetitivo, ma la crescita nelle abilità, mischiata con le ambientazioni, non vi farà mai stancare. Dopo aver trascorso oltre 10 ore nella Foresta dispiace davvero moltissimo abbandonarla, un mondo magico in cui Ember Lab ha saputo portarci, e che speriamo possa tornare in futuro.