Recensione Sony A7R IV: la mirrorless ideale per i professionisti

Date:

Share post:

Sony A7R IV è una mirrorless full frame dalle potenzialità incredibili, una camera che mette nelle mani del professionista specifiche tecniche di livello, aiutandolo nella realizzazione di scatti (e video) molto interessanti. Conosciamola assieme nella nostra recensione.

 

Design e Estetica

Il form factor del prodotto riprende esattamente quanto visto con Sony Alpha 7 e similari, le dimensioni sono leggermente maggiorate, raggiungono 128,9 x 96,4 x 77,5 millimetri, con un peso complessivo di 665 grammi (incluse batteria e SD). E’ una camera facile da trasportare, si può tranquillamente inserire in uno zaino senza arrecare particolare fastidio, ed estremamente leggera nell’utilizzo quotidiano.

Il tutto è impreziosito dalla presenza di una impugnatura più marcata, la quale offre un grip migliore, ed una stabilità che ricorda molto i modelli di casa Panasonic. La disposizione della pulsantistica nella parte superiore è perfettamente allineata con gli altri modelli del brand, dimostrando un design minimal ma funzionale.

L’intero setup è comunque concentrato interamente sulla parte destra, con la ghiera per la selezione della modalità di utilizzo, il pulsante di scatto, la ghiera per l’esposizione, ed una completamente personalizzabile (anche i due tasti C, personalizzabili). L’accessibilità è buona, impugnandola correttamente è facile accedervi senza troppa difficoltà.

Sui bordi troviamo una buona dotazione di connettività, sul lato destro due slot SD per la memoria, sull’opposto invece il connettore per il flash, ma anche una USB type-C per la ricarica o il collegamento al computer, una micro-HDMIdue jack distinti da 3,5mm per cuffie e microfono, ed una micro-USB multifunzione. Una dotazione più che completa che permette a tutti di collegare più accessori possibili.

 

Hardware e specifiche

La Sony A7R IV è una mirrorless full frame, con sensore da 61 megapixel, CMOS Exmor R da 35,6 x 23,8 millimetri, rivestimento antistatico su filtro ottico, ed il meccanismo di stabilizzazione installato direttamente sul sensore.

L’otturatore a controllo elettronico, a traslazione verticale, è su piano focale, con scatti che oscillano da un minimo di 1/8000 di secondo, fino ad un massimo di 30 secondi, ed uno scatto continuo fino a 10fps.

Il mirino elettronico non è altro che un pannello UXGA OLED da 5,76 milioni di punti da 1,3 centimetri di diagonale, con copertura del 100% del capo visivo, ed un ingrandimento 0,78X (punto oculare a 23 millimetri). Qualitativamente uno dei migliori in circolazione, per colori, nitidezza e dettagli mostrati, anche in termini di fps, grazie alla compatibilità fino a 100 fps.

Spostando l’attenzione nella parte posteriore troviamo la classica impostazione Sony, con il pulsante di registrazione (forse leggermente scomodo), il pad per la selezione della messa a fuoco, la ghiera per spostarsi all’interno dei menù e praticamente gli stessi tasti che troviamo sulla Alpha 7 III. A catturare la nostra attenzione è il pannello, un display TFT LCD da 7,5 centimetri di diagonale, completamente touchscreen, 1,4 milioni di punti, e luminosità manuale regolabile su 5 livelli (ottima per l’utilizzo sotto la luce solare).

Gli input vengono recepiti bene, non è richiesta una pressione eccessiva, i colori sono ben bilanciati, si apprezzano tutte le sfumature, con eccellenti livelli di dettaglio e di nitidezza generali. Non è un pannello completamente orientabile, è regolabile in due direzioni, di circa 107 gradi verso l’alto e di 41 gradi verso il basso; è impossibile utilizzarlo per i vlog o i selfie, è richiesto un monitor aggiuntivo, le cerniere sono comunque solide ed affidabili.

La batteria è agli ioni di litio, completamente ricaricabile sia tramite porta USB type-C che caricabatterie incluso in confezione, modello NP-FZ1000 (da 2280 mAh). L’autonomia è assolutamente in linea con le aspettative, infatti parliamo di una durata di circa 90 minuti di riprese in 4K con monitor LCD, e di poco più di 600 scatti, prima di dover ricorrere alla ricarica.

 

Foto, video, autofocus e stabilizzazione

Il sensore da 61 megapixel fa sicuramente la propria parte, riesce a catturare tantissimi dettagli, permettendo a tutti gli effetti lo sviluppo di ingrandimenti, o di selezioni di aree della scena inquadrata. La risoluzione lascia letteralmente a bocca aperta, data anche la possibilità di scattare fino a 240 megapixel, nello scatto è possibile notare ogni piccolo dettaglio, senza rinunciare alla nitidezza e alla definizione dell’immagine selezionata. La nitidezza, appunto, è estrema in ogni area del fotogramma, non solamente nella parte centrale (ricorda molto la qualità della GFX 50S II di Fujifilm).

Nel momento in cui proviamo a scattare istantanee con ISO più alti, notiamo forse un leggero rumore digitale che aumenta con il crescere degli stessi ISO, ma sono dettagli. Il consiglio è di utilizzare la Sony A7R IV con un obiettivo della serie G Master, come l’85mm fornitoci per la prova, l’unico modo per sfruttare appieno le potenzialità di una macchina che nasconde la sorprendente anima di una medio formato, in un corpo di full frame. La gamma dinamica è sorprendentemente ampia,  dimostrando di essere in grado di catturare ogni sfumatura senza troppa difficoltà. Inutile dilungarci, le prestazioni sono quasi perfette.

I video vengono registrati al massimo in 4K a 30fps a 100Mbps, una buona qualità, nell’ottica che la Sony A7R IV è una camera pensata prima di tutto per i fotografi professionisti, non per i videomaker. L’autofocus della Sony A7R IV è a rilevamento di fase 567 punti, i quali riescono a coprire il 99,7% del frame in verticale, ed il 74% in orizzontale (con l’aggiunta delle più recenti tecnologie, come Face AF, Animal AF, Eye AF o Real-time Tracking AF). La resa è sempre la migliore in assoluto, al momento attuale non esiste un autofocus migliore di quanto propone Sony, sopratutto in termini di rapidità nel passaggio da un soggetto all’altro, di affidabilità, e di morbidezza nella transizione (non uno scatto netto, per intenderci).

Discorso simile per la stabilizzazione 5 assi direttamente sul sensore, con un effetto di compensazione fino a 5,5 stop, permette di registrare ottimi video camminando, riuscendo ad ottenerli decisamente più stabili di molte altre mirrorless pensate per i videomaker. Per ottenere un filmato professionale è chiaramente necessario disporre di un accessorio apposito, ma per registrare video amatoriali, la stabilizzazione è eccellente.

 

 

Sony A7R IV: conclusioni

In conclusione Sony A7R IV è la mirrorless dei sogni per decine e decine di fotografi professionisti, dotata di un sensore ampissimo, pari a più di 60 megapixel, permette di raggiungere un livello di dettaglio, definizione e nitidezza quasi senza eguali, il tutto corredato con un’ottima portabilità generale, nonché gli aspetti classici dei prodotti Sony, quali sono stabilizzazione autofocus di livello elevato.

L’unico aspetto negativo che ci sentiamo di segnalare riguarda la presenza di rumore digitale elettronico anche a bassi ISO.

Related articles

Il “secondo cuore”: il muscolo soleo e la sua importanza per la nostra salute

Il soleo, spesso definito il nostro "secondo cuore", è un muscolo situato nella parte inferiore della gamba che...

TikTok fa un passo indietro: tolta l’app che pagava gli utenti

Nell'ultimo periodo si è ampiamente discusso di TikTok, realtà che non sta vivendo un grande periodo negli Stati Uniti,...

Il ruolo della vista e dell’olfatto nello stimolare l’attività del fegato

Il piacere di gustare un pasto delizioso coinvolge molti sensi, tra cui la vista e l'olfatto. Ma non...

La scoperta accidentale trasforma il sughero in una spugna di petrolio ecologica

Una scoperta fortuita da parte di un team di ricercatori internazionali potrebbe rivoluzionare la bonifica delle fuoriuscite di...