Recensione Steelrising: un soulslike in un’ambientazone unica

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Steelrising è l’opera ultima di Spiders, uno studio fondato solamente nel 2008, da tempo focalizzato sulla realizzazione di ottimi titoli con meccaniche RPG, e con ambientazioni davvero uniche nel loro genere. Oggi commercializzato su console e su PC, Steelrising promette divertimento ed apprensione, scopriamolo assieme nella nostra recensione completa.

 

Trama

L’impatto con l’avventura e l’ambientazione è alquanto particolare, infatti l’intera esperienza è ambientata in una Francia del 1789 davvero alternativa. Luigi XVI è ancora al potere, e prima che il Terzo Stato potesse ribellarsi per detronizzarlo, ecco che il Capeto ha deciso di sparpagliare per le strade della Capitale una serie di automi terribili. Questi sono pronti ad uccidere sul nascere ogni possibile ribellione.

Gli automi, creati dall’ingegnere Eugène de Vaucanson, stanno controllando a vista anche la regina Maria Antonietta, rinchiusa presso il castello di Saint-Cloud. La stessa è preoccupata per le sorti dei parigini, ma sopratutto dei propri figli, per questo motivo decide di chiedere aiuto a Aegis, un automa decisamente speciale, oltre che senziente, anche in grado di parlare.

Noi impersoneremo proprio Aegis, in un profondo viaggio nelle vie di una città completamente trasformata e sull’orlo di una guerra civile. Il nostro obiettivo sarà di scoprire le sorti del Delfino di Francia, ma anche di trovare Vaucanson, l’unica persona al mondo che possa mettere fine alla tirannia.

L’arco narrativo è sorprendentemente profondo e ben articolato, gli sviluppatori sono stati in grado di realizzare una storia coinvolgente ed appassionante, sufficientemente stratificata, ma mai ridondante o sfiancante, affiancata comunque da una longevità nella media, di circa 20 ore (peccato solamente che solo i testi siano localizzati in Italiano).

 

Grafica

Il team di sviluppatori ha lavorato duramente per superare la legnosità dei titoli precedenti, dimostrando di avere imparato dai propri errori, sebbene comunque le meccaniche e le movenze, non godano della fluidità raggiunti in altri titoli (consapevoli del fatto che si tratta di automi).

Steelrising è pensato esclusivamente per console di nuova generazione e PC, e dobbiamo ammettere essere decisamente gradevole per texture, conta poligonale e definizione generale. Sono presenti ben tre modalità grafiche, atte a favorire la risoluzione, il frame rate o la qualità dell’intera scena; nella nostra prova su PS5 ci siamo soffermati sulla modalità frame rate, e siamo rimasti piacevolmente soddisfatti dei risultati raggiunti, non ci sono mai stati cali o rallentamenti significativi.

L’ambientazione è ricreata molto bene, e risulta essere generalmente convincente, ciò che forse lascia leggermente l’amaro in bocca è la gestione delle sorgenti luminose, troppo spesso incappiamo in differenze di luce importanti, che non permettono di comprendere correttamente la scena.

 

Stile di gioco

Steelrising è a tutti gli effetti un soulslike, sebbene comunque il livello di difficoltà sia tendente verso il basso, se confrontato con i classici Souls, o anche semplicemente il Thymesia che abbiamo recensito qualche giorno fa, dimostrando di essere alla portata praticamente di tutti.

Il personaggio può essere inizialmente specializzato in una delle quattro classi previste di base, le quali focalizzano la propria attenzione su un paio delle innumerevoli caratteristiche che contraddistinguono Aegis. La personalizzazione non è elevatissima, tuttavia siamo molto soddisfatti della profonda variabilità nella creazione del modello che più si avvicina al proprio ideale, dando numerosi approcci possibili.

Nelle 8 macro-aree che contraddistinguono l’esperienza, si trovano le Vestali, i “falò” di Dark Souls per intenderci, le quali permettono di personalizzare il personaggio e salvare la partita, azzerando però i nemici. Il level design è sufficientemente vario, sebbene non garantisca un’esplorazione approfondita ricca di segreti, avvicinandosi maggiormente ad un percorso prestabilito, dove i nemici forse ci vedono fin troppo da lontano.

Al termine di ogni area si incrocerà un boss, splendidamente realizzato in ogni suo dettaglio, dotato di un moveset, e di armi uniche nel loro genere, che innalza leggermente il livello di sfida generale. In una varietà di nemici abbastanza ampia, con modelli ben realizzati e precisi, i boss rappresentano sicuramente la ciliegina sulla torta.

 

Gameplay

L’esplorazione è facilitata da una maggiore verticalità, la stessa Aegis può compiere balzi incredibili, che le permettono così di raggiungere piattaforme o anche di saltare da un tetto all’altro.

Gli sviluppatori hanno perfettamente progettato la progressione del personaggio per favorire il backtracking, infatti i tre gadget fondamentali verranno svelati di volta in volta, portando l’utente a rigiocare le parti precedente, dove ad esempio non era possibile sfondare un muro o una porta.

La variabilità nel gameplay è rappresentata dai gadget (Arpione del Vescovo, Momento del Selenite e Ariete dell’Alchimista) e dalla possibilità di sfruttare le azioni speciali legate alle varie armi. Attacchi unici che spesso rendono la vita più semplice, ed allo stesso tempo permettono all’utente di approcciare lo scontro in modi completamente differenti.

Il quantitativo di armi è vario, con differenze importanti tra i vari elementi, ed anche una buona meccanica, nonché risposta ai colpi; non mancano, infine, le solite alterazioni di stato (elettricità, fuoco o congelamento, solo per citarne alcune), che caratterizzano determinati nemici più ostici, e facilitano la vita dei giocatori data la presenza in alcune armi.

 

Steelrising: conclusioni

In conclusione Steelrising è un soulslike più aperto a tutti, con un livello di difficoltà complessivamente ridotto, che risulta più appetibile dal causal gamer che vuole focalizzare maggiormente l’attenzione sull’esplorazione e sull’ottimo arco narrativo, piuttosto che in battaglie estenuanti e complesse.

I pregi del titolo sono molti, dalla buona realizzazione grafica, passando per la profonda varietà negli scontri, nelle armi e nelle classi del personaggio, nascondendo però qualche limitazione nelle animazioni, e forse un eccessivo sbilanciamento nelle varie categorie delle armi, ad esempio l’aggiunta dei moschetti è apprezzata, e ricorda Bloodborne, ma allo stesso tempo riduce di molto la difficoltà degli scontri.

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