Bungie ha recentemente soffiato su ben 30 candeline, tanti anni di produzioni di altissimo livello, che l’hanno vista lanciare la serie Halo, per poi evolversi sino al successo planetario raggiunto con la corrente serie Destiny. Ripercorriamo assieme la timeline di uno studio di successo, partito dalle menti di una coppia di sviluppatori.
Gli albori
Avete capito bene, era il lontano 1991, quando Alex Seropian e Jason Jones si incrociarono sui banchi dell’Università di Chicago (più precisamente in un corso sull’Intelligenza Artificiale), e scoccò la scintilla. Da un semplice incontro fortuito, è nata un’azienda capace di regalare pietre miliari del mondo videoludico; pochi sanno però che uno dei loro primi titoli fu Gnop!, un ping-pong realizzato a 8 bit, seguito da Minotaur, un gioco di ruolo con una forte impronta multiplayer, adattato esclusivamente per Macintosh.
Il classico garage americano era la loro base operativa, nell’epoca che ha visto il successo planetario di DOOM, la sfrontatezza e l’ambizione dei suddetti, li portarono a pensare di avere tutte le carte in regola per riuscire a realizzare un qualcosa di veramente speciale. Da quest’idea nacque Pathways into Darkness, un first-person-shooter, originariamente collegato a Minotaur, ma poi presentato come un gioco a sé stante.
La crescita del piccolo, e neonato, studio, arriva al crocevia più importante; il lancio di Marathon, un titolo che sicuramente pochi di voi si ricorderanno, ma fondamentale per i futuri Halo e Destiny, in quanto contenente materiale “riutilizzato” per le produzioni successive. Una storia apparentemente così semplice, e comune all’epoca negli Stati Uniti (basti pensare a Steve Jobs o Jeff Bezos), sulla quale l’ambizione e le capacità dei fondatori, hanno giocato un’importanza fondamentale.
Apple e Microsoft
Bungie stava crescendo a vista d’occhio, ma una catena impediva di compiere il grande salto, fino a Marathon i giochi erano realizzati solo ed esclusivamente per Macintosh; un vincolo importante per uno studio pronto ad ottime cose. Per questo motivo, il tanto atteso seguito, Marathon 2, venne lanciato anche su Windows, conquistando letteralmente il pubblico, sino a diventare uno dei più venduti del 1996.
La trilogia viene chiusa con Marathon Infinity, per poi focalizzare l’attenzione su un mondo completamente differente. Dalle ambientazioni spaziali dei precedenti, si passa a Myth, un RTS dalle tinte cupe e tenebrose; lo strategico, a dispetto di quanto si potrebbe pensare, riuscì ad acquisire un discreto successo, sopratutto alla votata attenzione al multiplayer, in grado di catturare un pubblico abbastanza ampio.
Dopo aver tentato di creare uno studio associato, Bungie West, che porto alla realizzazione di un solo gioco (Oni), gli sviluppatori decidono di tornare sui propri passi (anche in seguito all’insuccesso di Myth 2), ovvero su titoli FPS in ambientazioni spaziali, dando vita ad Halo.
Halo
E’ il 1999, ci troviamo al MacWorld Conference & Expo, sul palco un raggiante Steve Jobs cede la parola a Jason Jones; questo è il momento esatto in cui viene annunciato Halo, un gioco che ha cambiato il mondo videoludico, e che originariamente doveva essere commercializzato sul sistema operativo di Apple.
Microsoft da tempo seguiva Bungie, ed aveva già immaginato potesse produrre qualcosa di straordinario, per questo nel giugno 2000 concluse l’acquisizione, commercializzando anche su Windows il primo Halo nel 2001. La serie, come ben sapete, ha avuto un successo planetario, si sono susseguiti moltissimi capitoli, fino all’ultimo dello studio, Halo: reach, lanciato nel 2010.
Nel tempo, tuttavia, Bungie si è sentita oppressa dal controllo di Microsoft, gli sviluppatori lamentavano troppo stress, ed il dover sottostare alle scelte decisionali dell’azienda di Redmond, limitava la libertà d’azione. Per questo motivo nel 2007 si separano, tornando ad essere uno studio indipendente, e lo stesso Seropian abbandona Bungie, per dedicarsi alla famiglia, nonché altri progetti.
Destiny
Negli anni seguenti Jones ha pensato intensamente di realizzare il titolo che ha sempre desiderato, un FPS basato sul multiplayer; l’idea è pronta, mancano solamente i fondi, che uno studio indipendente molto spesso non ha. Qui compare Activision, è il 2010 quando le due aziende stringono la collaborazione che ha portato alla presentazione all’E3 2013 del primo vero Destiny.
Il progetto era ambizioso, creare un mondo in continuo movimento, un gioco solamente online nel quale introdurre periodicamente narrazione e nuove aree. I giocatori avrebbero potuto condividere missioni, raid ed aiutarsi a vicenda per superare tutte le difficoltà. Un’impresa titanica che ha richiesto esborsi ingenti di denaro sia da parte di Bungie che di Activision, anche solo nel marketing, sino a raggiungere cifre di 500 milioni di dollari (300 appunto per quest’ultimo).
Il 9 settembre 2014 il sogno di una vita vede la luce, ecco Destiny, il suo successo è istantaneo e mondiale. Milioni di utenti si riversano in un’esperienza atipica per l’epoca, creando una community solida ed appassionata; nel frattempo in Bungie già si lavorava al seguito, Destiny 2 arrivò infatti il 6 settembre 2017. Tralasciando gli aspetti tecnici legati al gioco, l’azienda si accorse ancora una volta di sentirsi troppo “limitata” nel non essere uno studio indipendente, per questo nel 2019 decide di terminare il rapporto con Activision.
Il risvolto è immediatamente positivo, lo notiamo sia nei contenuti che nei miglioramenti che l’azienda riesce ad apportare a Destiny 2. Si susseguono vari DLC, prima i Rinnegati, poi Oltre la Luce e così via; l’ultima espansione è prevista per il 2024, dopo non sappiamo cosa riserverà il futuro, anche se si dice che Bungie sia già al lavoro per realizzare un nuovo incredibile titolo (sempre co-op online).
30 anni di storia sono già passati, sono riusciti a cambiare radicalmente il mondo videoludico, grazie Bungie per tutto quello che avete fatto.