Contro il morbo di Alzheimer, allo stato attuale, si può ben poco. Preso con largo anticipo è un bene perché permette di usare trattamenti che ne riducono il decorso in termini di velocità. Oltre a questo però non c’è una cura e non c’è neanche un modo per evitarlo in primis. Ci sono si comportamenti che possono ridurre il rischio, ma non c’è niente di valido a livello universale. Un esempio è il Viagra, la pillola contro la disfunzione erettile che di fatto sembra ridurre il rischio.
Lo studio, che si basa su precedenti ricerche sempre sull’argomento, ha preso un campione di 270.000 uomini con tale condizione, la disfunzione erettile, partendo da un’età di 40 anni. A metà di questi è stato prescritto un farmaco simile al Viagra e il gruppo in questione sembra essere andato incontro a un rischio minore del 18% di sviluppare il morbo di Alzheimer.
Alzheimer e i farmaci per la disfunzione erettile
Le parole dei ricercatori: “Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati, saperne di più sui potenziali benefici e meccanismi di questi farmaci ed esaminare il dosaggio ottimale. Uno studio randomizzato e controllato con partecipanti sia maschi che femmine è giustificato per determinare se questi risultati si applicano anche alle donne. Abbiamo un disperato bisogno di trattamenti che possano prevenire o ritardare lo sviluppo della malattia di Alzheimer.”
Si tratta di dati parziali e non tutti i farmaci hanno in realtà mostrato questa efficacia nel ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer. Si tratta, per ora, di un altro tassello di un mosaico enorme fatto di teorie sulla malattia e di modi per impedirne l’insorgenza.