Scoperto in un relitto frutto di un naufragio vicino Creta nel 1901, fu ritrovato quello che da moltissimi esperti viene definito il primo computer mai creato: l‘Antikythera Mechanism (Meccanismo Antikythera). Questa definizione ovviamente non è stata data casualmente, ma solamente dopo una ricerca durata oltre 10 anni la quale ha portato alla luce alcune interessanti novità, e la prima è che sembra proprio che questo misterioso dispositivo non veniva usato per scopi ben più complicati della “semplice” astronomia.
Molto più che un semplice apparecchio
L’Antikythera Mechanism è ad oggi una delle scoperte archeologiche più importanti ed affascinanti di sempre, capace di rimarcare ancora una volta le brillanti capacità ingegneristiche e tecnologiche degli antichi Greci, oltre naturalmente alla loro comprovata abilità nella lettura degli astri. Ma cos’è il Meccanismo di Antikythera? Si tratta fondamentalmente di un orologio di bronzo assemblato ed utilizzato per predire le eclissi lunari e solari, insieme alla posizione del Sole, della Luna e dei vari pianeti. Nonostante non fosse programmato nel senso moderno del termine, si può definire come il primo computer analogico della storia dell’uomo, essendo stato creato intorno al 60 AC. Prima di vedere qualcosa di cosi avanzato bisognerà aspettare almeno un altro millennio.
Fin dalla sua scoperta nel Mar Mediterraneo gli scienziati hanno cercato di capire il suo funzionamento, in quanto non vi erano testimonianze di alcun tipo che lo spiegassero, solamente una dozzina di documenti facevano riferimenti ad congegni simili. Dopo anni di studi, nella giornata di ieri ad un evento tenutosi al Katerina Laskaridis Historical Foundation Library in Grecia e riportato dai colleghi di GizModo, il team di scienziati hanno annunciato il frutto dei loro infiniti test.
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Dopo aver compreso lo scopo delle parti fisiche del Meccanismo Antikythera, si è passati a studiare le iscrizioni incise sopra le superfici degli oltre 80 frammenti superstiti. Alcune di queste lettere misurano solo 1,2mm e ricoprono sezioni si interne che esterne. Per riuscire a decifrarle sono state necessarie delle tecnologia di scanning delle immagini a raggi X.
” L’investigazione originale era iniziata per vedere come il meccanismo funzionasse ed è stato un vero successo. Quello che però non avevamo realizzato era come sfruttare al meglio le tecniche moderne per leggere le iscrizioni dentro e fuori le parti del meccanismo.”
Con queste parole Mike Edmunds, professore di astrofisica alla Cardiff University, ha sottolineato i progressi fatti nell’ultimo periodo di tempo.
“Ciò che abbiamo decifrato lo possiamo finalmente leggere come se fosse Greco antico, mentre prima per noi era qualcosa di incomprensibile. Sono moltissimi dettagli sulla astronomia greca di cui sappiamo essenzialmente poco e soprattutto delle loro risorse tecnologiche, ecco perchè questi testi sono molto importanti per noi adesso. “
Un altro esponente del team, Alexander Jones storico alla New York University, ha annunciato che hanno tradotto circa 3500 caratteri, un numero destinato sicuramente a crescere. L’Antikythera Mechanism viene oggi definito come uno strumento didattico dei filosofi dell’epoca. Le nuove analisi infatti confermano che lo scopo era quello di mostrare i pianeti insieme alla posizione del Sole e delle Luna. Tuttavia quello che ha davvero lasciato tutti senza fiato è il presunto utilizzo del meccanismo per prevedere eventi futuri, come si evince dalle iscrizioni che sembrano predire il colore di un’eclissi non ancora avvenuta.
“Ad essere onesti ancora non sappiamo precisamente come interpretarlo, ma tutto sembra rimandare al colore delle eclissi come una sorta di segnale o di presagio. Alcuni colori probabilmente erano meglio visti rispetto ad altri. Se così fosse, e noi stessi interpretando correttamente, questa sarebbe la prima vera menzione del meccanismo all’astrologia piuttosto che all’astronomia, come si pensava inizialmente.
Non era uno strumento di ricerca, qualcosa che gli astronomi del tempo potessero usare per fare calcoli, o gli astrologi per fare previsioni di sorta, quanto piuttosto qualcosa da usare per insegnare agli altri sul cosmo e sul nostro posto in questo stesso cosmo. E’ come un manuale di astronomia che collegava i movimenti del cielo e dei pianeti con la vita degli antichi Greci e l’ambiente circostante.”
In termini quindi puramente scientifici siamo di fronte ad una possibile svolta senza precedente, non solo perchè l‘Antikythera Mechanics ci darebbe una chiave di lettura completamente differente sul modo di pensare e vedere le cose degli antichi Greci, ma andrebbe rivista la paternità sul primo “computer” analogico.
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Senza contare l’impressionante ipotesi che venisse usato per predire eventi futuri, voi cosa ne pensate? Credete possibile ad un progresso tecnologico così avanti in Grecia? Insomma fateci sapere la vostra opinione con un commento qui sotto.