Per diversi mesi ci siamo quasi abituati al coronavirus tanto che questa parola, così come Covid-19, ci ha fatto man mano meno paura. Nell’ultimo periodo invece sono iniziate a comparire diverse varianti che hanno portato a molti più contagi e molti più morti in tutti il mondo, ma soprattutto nel Regno Unito. Nella situazione attuale solo a sentire la parola variante ci spaventiamo anche se in realtà non ce ne sarebbe motivo. Attualmente l’attenzione mediatica si è concentrata su una nuova e rara variante chiamata B1.525.
Sempre nel Regno Unito sono stati individuati oltre trenta contagi diversi dovuti a questo ceppo di coronavirus. Nel mondo, almeno allo stato attuale, sono stati individuati in totale appena 142 casi, pochi considerando da quanto è in circolazione. In Italia è sequenziata a Bologna e Napoli e qualcuno ha subito gridato all’emergenza.
Coronavirus: la variante B1.525
È la meno conosciuta di tutte e proprio a causa dei pochissimi casi registrati in tutto il mondo. La provenienza non è chiara neanche ai primi ricercatori che l’hanno individuata anche se si suppone l’origine sia la Nigeria, ma non ci sono certezze. Come negli altri casi, non si conosce l’effettivo effetto della mutazione sul virus. Se è più letale o più contagiosa non si sa anche se il fatto che ci siano così pochi casi in circolazione potrebbe essere un indizio.
Quello che in realtà preoccupa è il fatto che presenta una mutazione alla proteina spike uguale alla variante inglese, la E484K. Di fatto questo cambiamento rende più facile al ceppo infettare le persone e rende il virus più resistente agli anticorpi. Basandosi su questo si può quindi supporre che i vaccini attuali siano comunque efficaci, ma non come contro il ceppo definibile comune.