La natura sa essere alquanto spaventosa e di sicuro è quello che hanno pensato alcuni scienziati nel momento in cui hanno scoperto una nuova specie di batteri. Questi sono stati chiamati morte d’oro mentre il loro nome scientifico è Chryseobacterium nematophagum e la loro abilità è quella di divorare dall’interno vermi parassiti che a loro volta stanno ospitando loro e il tutto in poche ore.
Per fortuna nostra questi microrganismi possono essere usati a nostro favore proprio con l’intenzione di eradicare, o comunque combattere la diffusione, di tali vermi i quali possono infestare sia animali che piante e persino noi esseri umani. Normalmente questi parassiti si nutrono di batteri per crescere prima di mettersi a sfruttare l’organismo ospitante. I batteri vengono resi inoffensivi durante questo processo, ma questi appena scoperti no e nel momento che raggiungo lo stomaco del parassita iniziano a divorarlo.
Scoperto in Francia e in India
Ecco una dichiarazione di Antony page, parassitologo in forze all’Università di Glasgow: “Questo studio descrive una specie batterica scoperta di recente, chiamata Chryseobacterium nematophagum, o bacillo della morte d’oro, che uccide in modo efficace una vasta gamma di importanti parassiti dei nematodi. La ricerca ha sollevato la possibilità che tale batterio, o le proprietà specifiche che lo rendono altamente virulento in molte specie di nematodi, possa fornire un futuro mezzo per controllare parassiti sempre più problematici che attualmente rappresentano un grave onere per la salute pubblica e l’industria agricola”
I batteri scoperti nei resti di alcuni vermi trovati in della frutta marcia in Francia e in India sono stati studiati anche a livello genetico in laboratorio. Confrontando i dati con altre specie simili hanno trovato il responsabile dello loro capacità di non venir resi innocui dai vermi. Si tratterebbe di un’enzima il quale potrebbe venir usato per contrastare tali parassiti i quali stanno risultano sempre più resistenti ai farmaci attualmente in uso; si tratta di un problema identico a quello che c’è dietro l’uso indiscriminato di antibiotici.