Bere caffè fa bene o male? Cosa dice la scienza sul rischio di morte prematura

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Per milioni di persone, il caffè è un’abitudine irrinunciabile. Che sia al mattino o dopo pranzo, è spesso associato a energia, socialità e benessere. Ma sempre più studi suggeriscono che non è solo una questione di gusto: il modo in cui consumiamo il caffè potrebbe avere implicazioni concrete sulla nostra salute e persino sulla longevità.

Negli ultimi anni, numerose ricerche epidemiologiche hanno evidenziato un legame tra il consumo moderato di caffè e una riduzione del rischio di morte prematura. Alcuni studi, pubblicati su riviste come The New England Journal of Medicine e JAMA Internal Medicine, indicano che bere da 2 a 4 tazze di caffè al giorno può essere associato a una minore incidenza di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e alcune forme di cancro.

Il modo in cui prendi il caffè può cambiarti la vita (letteralmente)

Il tipo di caffè che bevi conta. Ad esempio, il caffè filtrato sembrerebbe più salutare rispetto a quello non filtrato (come il caffè turco o alla francese), poiché trattiene alcune sostanze, come i diterpeni, che possono aumentare il colesterolo LDL. L’espresso, molto diffuso in Italia, ha concentrazioni minori di queste sostanze grazie all’estrazione rapida, ma va comunque consumato con moderazione.

Molte persone aggiungono zucchero, panna o sciroppi al caffè, ma queste modifiche possono ridurne i benefici. Gli zuccheri aggiunti, in particolare, sono associati a un aumento del rischio metabolico. Al contrario, un po’ di latte o bevande vegetali non zuccherate sembrano non alterare significativamente i potenziali effetti positivi del caffè.

Come per molte cose, la dose fa la differenza. Consumare fino a 400 mg di caffeina al giorno (circa 3-4 tazze di caffè) è generalmente considerato sicuro per la maggior parte degli adulti. Tuttavia, la sensibilità individuale alla caffeina varia: alcune persone possono sperimentare ansia, insonnia o tachicardia anche con dosi modeste.

Nonostante i possibili benefici, il caffè non è adatto a tutti

Il caffè decaffeinato mantiene molti dei composti antiossidanti presenti nel caffè normale, senza gli effetti della caffeina. Gli studi suggeriscono che anche il consumo regolare di decaffeinato è associato a un minor rischio di morte prematura, il che indica che non è solo la caffeina a fare la differenza, ma anche altri composti bioattivi contenuti nel chicco.

Nonostante i possibili benefici, il caffè non è adatto a tutti. Donne in gravidanza, persone con problemi cardiaci o disturbi d’ansia dovrebbero consultare un medico prima di aumentare il consumo. Inoltre, chi soffre di reflusso gastroesofageo o insonnia potrebbe trarre beneficio da una riduzione del caffè, soprattutto nelle ore serali.

Il caffè può essere parte di uno stile di vita sano, se consumato con moderazione e senza eccessi zuccherini. Il segreto sta nel conoscerne i limiti, scegliere modalità di preparazione più salutari e ascoltare il proprio corpo. La scienza non ha ancora tutte le risposte, ma una cosa è certa: anche una semplice tazzina può avere un impatto più grande di quanto si pensi.

Foto di Nathan Dumlao su Unsplash

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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