La Cina si trova costretta ad attuare nuovamente delle misure restrittive particolarmente stringenti. Questa volta è toccato alla città di Harbin, una megalopoli da 10.64 milioni di abitanti e capoluogo della provincia di Heilongjiang; per fare un confronto, Milano ha 1,36 milioni di abitanti e Roma 2,87 milioni.
La scelta da parte del governo cinese è dovuta a un aumento dei casi i quali però sono per la maggior parte arrivati dalla Russia, anche se si tratta di cinesi di ritorno a casa. La quarantena parziale è definita così perché vale solo per chiunque non sia residente nella città. È vietato ai veicoli non registrati localmente di circolare.
Sebbene si tratti di una misera molto circoscritto, si tratta del 1,4% della popolazione totale cinese, il gesto sottolinea un altro aspetto. Finché il contagio non sarà sotto controllo in tutti i paesi, riaprire completamente è impensabile senza vaccino.
Cina, coronavirus, quarantena e sicurezza
Il governo cinese è da ormai tre mesi che si muove in questo modo e probabilmente sarà una modalità che useremo anche in Europa. Le misure preventive vengono tolte poco alla volta, ma solo per essere reintrodotte di nuovo, anche se non pesanti come in precedenza. Finché non ci saranno trattamenti efficaci universalmente e un vaccino, è impensabile dare il via libera con leggerezza.
Basta poche persone infette che passano sotto i radar per gettare tutto nuovamente nel panico. Bisogna muoversi con cautela e questo implica che questa situazione di emergenza andrà avanti ancora per mesi anche se si evolverà, sicuramente in meglio per tutti noi. Siamo di fronte a qualcosa di mai visto prima.