Ad un certo punto, non si capisce per come e perché, tra i tanti farmaci a cui è stato attribuito una capacità di curare il Covid-19, è comparsa la clorochina e l’idrossiclorochina. Usati per i trattamenti antimalatici, sono stati visti utili per la lotta contro la malattia portata dal nuovo coronavirus. Uno studio concluso di recente indica il contrario, ovvero che l’uso sembra essere collegato a un più alto rischio di mortalità.
La ricerca portata avanti da alcuni ricercatori di Brigham e del Women’s Hospital di Boston, ha mostrato risultati contrastati con la narrazione che si era fatta fin qui. Sono stati presi in esame 14.888 pazienti ospedalizzati su 96.032. Questo gruppo è stato trattato con le sostanze sopracitate.
Il risultato è che non sono stati trovati benefici apparenti contro la malattia. Al contrario, nei pazienti trattati con tali farmaci sono stati visti frequenti casi di battiti cardiaci anomali, molto più veloci del normale. In generale, presentavano un rischio di morte più elevato.
Il caso della Clorochina
Si tratta di uno studio particolari in quanto non è stato preso un campione di pazienti randomizzato. Detto questo, apre nuovamente dubbi sulla natura benefica di questi trattamenti. Il problema principale è che le suddette sostanze hanno “ricevuto l’appoggio” anche del presidente degli Stati Uniti, Trump in persona.
La situazione in merito al Covid-19 è ancora complicata. Non esiste farmaci validi al 100% contro questa malattia e i vaccini sono ancora in fase di test. Ci si prova ad aggrapparsi a diversi farmaci, ma la verità è che al momento non c’è una soluzione efficace universalmente.