Coronavirus: improbabile sperare per un’immunità a lungo termine

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Quando si parla di coronavirus si generalizza. Quest’ultimi sono una famiglia di virus e non uno singolo, ma in questo periodo ci si riferisce ovviamente al SARS-CoV-2 quando si tira in ballo quella parola. Questa premessa serve per dire che i ricercatori conoscono bene questa famiglia e l’hanno studiata molto, soprattutto negli ultimi 35 anni. Quello che si può trarre da tali ricerche è il fatto che è improbabile che si raggiunga un’immunità a lungo termine.

I coronavirus difficilmente attaccano l’uomo però a volte lo fanno. Una loro particolarità è il fatto che risultano essere altamente stagionali. Questo implica che i virus continuano a mutare e tra un anno e un altro e che i patogeni conosciuti potrebbero essersi modificati di molto.

Quando una persona viene infettata sviluppa degli anticorpi. Chi è stato contagiato dal SARS-CoV-2 quest’anno difficilmente potrà venir contagiato di nuovo, perlomeno per diversi mesi. Il virus potrebbe però tornare l’anno prossimo così diverso da rendere inutili le difese attuali del nostro corpo.

 

Coronavirus: l’immunità e la stagionalità

Le ricerche basate su centinaia di siero raccolti da alcuni individui ha evidenziato come in molti sono stati reinfettati da coronavirus stagionali già studiati. Alcuni di questi hanno sviluppato reinfezioni anche dopo sei mesi, ma la media parla di un’anno. In sostanza, l’immunità che stiamo sviluppando in questo momento non durerà a lungo. A dire il vero è possibile che gli infettati di inizio anno potrebbero essere di nuovo a rischio anche prima della fine dell’anno.

C’è da sottolineare che il SARS-CoV-2 è nuovo e quindi non è detto che avverrà questo scenario, ma lo studio sulla famiglia dei coronavirus sembra invece parlare chiaro. A questo punto tutto potrebbe succedere. Creare allarmismi è sempre pericoloso, ma come spesso detto, potremmo dover convivere con questo virus molto più a lungo di quanto sperato inizialmente.

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