Coronavirus: anche la NASA colpita e parte lo smart working

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Gli Stati Uniti stanno affrontando l’emergenza coronavirus a modo loro. Sono molte le differenze tra il nostro paese e gli USA quindi risulta difficile paragonare le mosse fatte dai due governi. Uno dei problemi principali riguarda il sistema sanitario. Il costo legato al test per il Covid-19 rende difficile mappare il contagio e individuare devi veri focolai tanto che ormai compaiono casi un po’ ovunque senza un’apparente collegamento. Tra i nuovi casi c’è un dipendente della NASA.

L’agenzia spaziale statunitense l’ha fatto sapere tramite canali ufficiali. Il dipendente colpito era occupato presso l’Ames Researcher Center situato nella Silicon Valley. A risposta di questa situazione, è stato imposto lo smart working per tutti quei dipendenti del suddetto centro, senza eccezioni.

 

NASA e Coronavirus

La mail inviata dalla NASA ai dipendenti dell’Ames: “Domenica 8 marzo, abbiamo ricevuto la conferma che un dipendente Ames è risultato positivo al coronavirus (COVID-19). Riteniamo che l’esposizione al centro sia stata limitata, ma, per l’abbondanza di cautela e in consultazione con il quartier generale della NASA e il responsabile sanitario e medico della NASA in conformità con i piani di risposta dell’agenzia, Ames Research Center andrà temporaneamente a un stato obbligatorio di telelavoro fino a nuovo avviso.”

Ovviamente una situazione del genere sta causando diversi ritardi ad alcuni progetti dell’ente, ma la salute viene prima di tutto. Come si può notare dalla mail, e anche da alcune parole dette dall’amministratore della NASA, non viene detto quando il lavoro potrà riprendere. Secondo lo scenario peggiore del CDC, l’epidemia circoscritta negli Stati Uniti potrebbe andare avanti per diversi mesi.

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