Dall’inizio della pandemia tutti noi ci siamo trovati a svolgere la vita nelle nostre case e anche molte donne hanno dovuto affrontare una gravidanza e la nascita del proprio figlio in particolari restrizioni. Proprio per una maggior protezione molti genitori hanno limitato le visite e gli approcci con persone esterne e questo può essere un aspetto negativo riguardo lo sviluppo dei bambini nati in queste condizioni.
Sappiamo che i primi anni di vita sono importantissimi per lo sviluppo del cervello in quanto i neonati hanno bisogno di interagire con il mondo esterno per crescere al meglio. La richiesta quotidiana di occuparsi del lavoro e della famiglia potrebbe non portare la giusta attenzione ai bisogni del bambino. Due studi separati hanno rilevato che, rispetto ai bambini nati prima della pandemia, i bambini hanno mostrato ritardi nello sviluppo delle capacità socio-emotive e motorie.
Covid-19, problemi sullo sviluppo per i bambini pandemici
Uno dei due studi è iniziato proprio durante la pandemia e ha voluto analizzare se i bambini nati da mamme che hanno avuto il Covid-19 mentre erano in gravidanza hanno mostrato ritardi sullo sviluppo a sei mesi. Sebbene non abbiano riscontrato differenze nel raggiungimento delle pietre miliari dello sviluppo, i bambini nati tra marzo e dicembre 2020 hanno ottenuto punteggi inferiori rispetto ai loro coetanei pre-pandemici in termini di motricità fine, motorio lordo e socio-emotivo sviluppo. Inoltre i ricercatori non hanno riscontrato differenze tra i bambini nati prima o durante la pandemia per le capacità di risoluzione dei problemi e di comunicazione.
Anche il secondo studio, ancora in fase di revisione, ha rilevato risultati simili; i bambini nati tra il 2020 e il 2021 hanno ottenuto punteggi più bassi nelle abilità motorie e nello sviluppo cognitivo verbale rispetto ai coetanei nati prima della pandemia. I ricercatori sono davvero sconcertati per questi risultati, in quanto si sarebbero aspettati ritardi sullo sviluppo linguistico e non su quello motorio. I ricercatori non sanno cosa significhi questo a lungo termine per una generazione di oltre 2 milioni di bambini nati in tutto il mondo durante la pandemia e se possono recuperare il tempo perso. Gli scienziati hanno continuato a seguire i bambini nati durante la pandemia negli ultimi sei mesi e la tendenza al ribasso continua.
Non è colpa dei genitori del possibile ritardo
Ulteriori studi hanno suggerito che lo stress dei genitori durante la gravidanza e i primi anni di vita del bambino possono influire sullo sviluppo del cervello. Sappiamo che i bambini in questa fascia d’età sono come spugne e assorbono sia gli atti che gli umori dei genitori. Se prendersi cura di sé può risultare impossibile è bene concentrarsi sui bambini, portandoli a fare una passeggiata, interagire con qualcuno attraverso una telefonata o addirittura fare yoga con il bimbo vicino, potrebbe essere un’ottima idea. I bambini, soprattutto al di sotto di un anno, hanno davvero bisogno di routine, sicurezza e protezione. Hanno bisogno di sapere che hanno qualcuno, mamma e papà, un nonno, un asilo nido che risponderanno ai loro bisogni emotivi.
È importante ricordare che questi ritardi nello sviluppo non sono colpa dei genitori. Tuttavia si teme anche che le persone si appoggeranno troppo all’idea che i bambini siano resilienti e si riprenderanno.